Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
L’infezione del prodotto interno lordo
Una cifra che avvicina il cinque per cento del PIL globale.
Messi di fronte a scenari così lugubri, gli studiosi dibattono su come la scienza, la precauzione ambientale e gli interessi economici dovrebbero essere bilanciati per risolvere problemi contemporanei urgenti, dal cambiamento climatico alle epidemie. Le prospettive di crescita sono molto incerte. Da Parigi giungono le proiezioni dell’OCSE le cui ipotesi si basano sul picco dell’epidemia in Cina nel primo trimestre del 2020, con una graduale ripresa dell’economia dal secondo trimestre. Come dobbiamo sperare che sia l’inevitabile rimbalzo postmessa virus? Il 2 marzo il think-tank parigino nel suo rapporto sul coronavirus ha sottolineato che «Nel breve termine, data la notevole incertezza, è improbabile che le imprese e le famiglie si comportino come se il futuro fosse noto con certezza, anche se i responsabili politici intervengono per ridurre le possibilità di una prolungata recessione. Ciò rende le scelte di spesa più fortemente dipendenti dalle condizioni attuali piuttosto che dalle aspettative future». A contrastare questa tendenza sono chiamate proprio le tre regioni «Lover» (Lombardia, Veneto ed EmiliaRomagna), triangolo della crescita al contempo centro della crisi e locomotiva dell’economia italiana. È alla prova la loro capacità di imprimere una marcata spinta alla spesa per investimenti delle imprese e tenere comportamenti coerenti con la liberalizzazione multilaterale del commercio per arrestare la recente ondata di protezionismo. Quando centinaia di milioni di persone vivono in aree densamente popolate, interagiscono in miriadi di modi e dipendono dalle azioni di altri che sono a migliaia di chilometri di distanza, non c’è motivo di aspettarsi soluzioni facili. Non ci resta che ribaltare il nostro modo di pensare e, quindi, di agire. È bene preoccuparsi delle possibili ricadute endemiche del virus. Lo è ancora di più tenere alta la guardia contro gli atteggiamenti volti a ingabbiare le comunità entro i propri ristetti confini. Il virus che attaccasse l’interdipendenza nazionale e internazionale delle comunità sarebbe letale per l’economia, e non solo. Disordine e incertezza dei tempi correnti sono fonti di creatività. Il contributo che da più parti viene all’isolamento del coronavirus è la prova dell’importanza di accettare l’incertezza del processo creativo. L’innovazione è, infatti, un processo continuo di prova ed errore, fallimento e miglioramento. Non si impara agendo per raggiungere la perfezione, ma attraverso esperimenti, familiarizzando col mondo soggettivo e qualitativo della possibilità.