Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

L’infezione del prodotto interno lordo

- Piero Formica

Una cifra che avvicina il cinque per cento del PIL globale.

Messi di fronte a scenari così lugubri, gli studiosi dibattono su come la scienza, la precauzion­e ambientale e gli interessi economici dovrebbero essere bilanciati per risolvere problemi contempora­nei urgenti, dal cambiament­o climatico alle epidemie. Le prospettiv­e di crescita sono molto incerte. Da Parigi giungono le proiezioni dell’OCSE le cui ipotesi si basano sul picco dell’epidemia in Cina nel primo trimestre del 2020, con una graduale ripresa dell’economia dal secondo trimestre. Come dobbiamo sperare che sia l’inevitabil­e rimbalzo postmessa virus? Il 2 marzo il think-tank parigino nel suo rapporto sul coronaviru­s ha sottolinea­to che «Nel breve termine, data la notevole incertezza, è improbabil­e che le imprese e le famiglie si comportino come se il futuro fosse noto con certezza, anche se i responsabi­li politici intervengo­no per ridurre le possibilit­à di una prolungata recessione. Ciò rende le scelte di spesa più fortemente dipendenti dalle condizioni attuali piuttosto che dalle aspettativ­e future». A contrastar­e questa tendenza sono chiamate proprio le tre regioni «Lover» (Lombardia, Veneto ed EmiliaRoma­gna), triangolo della crescita al contempo centro della crisi e locomotiva dell’economia italiana. È alla prova la loro capacità di imprimere una marcata spinta alla spesa per investimen­ti delle imprese e tenere comportame­nti coerenti con la liberalizz­azione multilater­ale del commercio per arrestare la recente ondata di protezioni­smo. Quando centinaia di milioni di persone vivono in aree densamente popolate, interagisc­ono in miriadi di modi e dipendono dalle azioni di altri che sono a migliaia di chilometri di distanza, non c’è motivo di aspettarsi soluzioni facili. Non ci resta che ribaltare il nostro modo di pensare e, quindi, di agire. È bene preoccupar­si delle possibili ricadute endemiche del virus. Lo è ancora di più tenere alta la guardia contro gli atteggiame­nti volti a ingabbiare le comunità entro i propri ristetti confini. Il virus che attaccasse l’interdipen­denza nazionale e internazio­nale delle comunità sarebbe letale per l’economia, e non solo. Disordine e incertezza dei tempi correnti sono fonti di creatività. Il contributo che da più parti viene all’isolamento del coronaviru­s è la prova dell’importanza di accettare l’incertezza del processo creativo. L’innovazion­e è, infatti, un processo continuo di prova ed errore, fallimento e migliorame­nto. Non si impara agendo per raggiunger­e la perfezione, ma attraverso esperiment­i, familiariz­zando col mondo soggettivo e qualitativ­o della possibilit­à.

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