Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Mose, subito 6 milioni per imprese e lavoratori Soldi Ue per l’acqua alta
Bruxelles valuta la richiesta del governo. FI polemica
VENEZIA Quattro milioni sono già stati sbloccati con una firma del provveditore alle opere pubbliche Cinzia Zincone. Un paio arriveranno a breve grazie a un accordo tra lei e il supercommissario Elisabetta Spitz. Si riparte da questi 6 milioni per superare lo stallo del Consorzio Venezia Nuova e delle imprese che lo compongono. Soldi anticipati subito attraverso la contabilità speciale invece che la cassa ordinaria. Un inizio, visto che le consorziate avanzano circa 10 milioni di euro, mentre per gli stipendi del Cvn servono circa 800 mila euro al mese. Per ora però sufficiente a far rientrare entrambe le proteste, in primis quella dei sindacati: la scorsa settimana avevano ricevuto una lettera dei commissari Giuseppe Fiengo e Francesco Ossola – il terzo, Vincenzo Nunziata, non l’aveva firmata – che preannunciavano l’impossibilità di pagare gli stipendi di marzo (quelli di febbraio saranno saldati domani, con una settimana di ritardo) e l’avvio della cassa integrazione; martedì invece hanno ricevuto rassicurazioni dalla stessa Spitz, tanto che ieri è stato cancellato l’incontro con i commissari.
Quanto alle imprese, invece, dopo il vertice di martedì con Spitz, Zincone e i tre commissari, ieri il presidente di Kostruttiva Devis Rizzo ha relazionato ai colleghi che guidano le altre Pmi impegnate nei cantieri, con i quali aveva condiviso le lettere di protesta delle ultime settimane, culminate nella minaccia di bloccare i cantieri e soprattutto i test di sollevamento delle paratoie. L’incontro si è concluso con una nuova lettera al Cvn per chiedere la convocazione di un comitato consultivo per lunedì. «Chiediamo che ci sia davvero un segnale concreto e che ci venga pagata una parte delle fatture scadute», afferma Rizzo. Il timore è che i fondi sbloccati, così come quei circa 10 milioni di fatture già pagate da gennaio a oggi, vengano usati per saldare i fornitori degli impianti, che hanno vinto gare d’appalto esterne e a cui è stato chiesto uno sforzo di accelerazione per arrivare a chiudere le paratoie tutte assieme per l’autunno. Nell’incontro di martedì sera Spitz avrebbe affrontato i commissari in maniera anche dura, spiegando di avere i poteri e i soldi per finire il Mose, sottolineando che i rapporti con le imprese devono essere risolti dal Cvn e chiedendo il bilancio 2019 e i piani di budget 2020 e 2021. Non è un segreto che ci sia un piccolo scontro aperto sui costi della struttura consortile, che con i dipendenti delle partecipate Thetis e Comar conta 250 persone, una trentina delle quali sono però distaccati presso il Provveditorato, anch’esso in grave crisi di personale. Spitz e Zincone starebbero inoltre lavorando per sbloccare i 138 milioni già disponibili nel 2019 e non usati e almeno una quota dei 413 milioni di interessi accantonati negli anni e ritenuti recuperabili per il Mose.
Ieri intanto è arrivata una buona notizia da Bruxelles per Venezia. La commissaria Ue Elisa Ferreira per la Coesione, rispondendo a un’interrogazione del gruppo di Forza Italia sull’uso del Fondo di solidarietà europeo per riparare le conseguenze dell’acqua alta a Venezia, ha detto che il governo ha mandato una richiesta più ampia di 5,6 miliardi per tutti i danni del maltempo dello scorso autunno, che ha riguardato ben 15 regioni dal Nord al Sud del paese. «La stiamo valutando » , ha aggiunto, spiegando però che «L’Italia non ha chiesto il versamento di un anticipo». Su questo Forza Italia ha polemizzato sia con il deputato Renato Brunetta che con l’europarlamentare Antonio Tajani. «Perché quell’anticipo non è stato chiesto - commenta il primo - Non avere risorse per poter intervenire sembra un vero delitto. Per Venezia e i veneziani». «Il governo è stato poco efficiente - aggiunge il secondo - Avrebbe dovuto agire come fece il governo Berlusconi nel caso del terremoto a L’Aquila».