Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Sentieri e cammini gite alla scoperta del nostro territorio
Trekking e gite fuori porta: un’alternativa a casa e città
Se c’è un’attività che possiamo fare a cuor leggero anche in questo periodo di emergenza coronavirus è passeggiare all’aria aperta, lontano dal caos, dalla gente e, possibilmente, anche dalle città. Sono tanti i percorsi da intraprendere in tutta la regione. Pronti a infilare le scarpe da trekking?
Ci sono talmente tanti sentieri nel Parco Regionale dei Colli Euganei che c’è solo l’imbarazzo della scelta. Facilmente percorribile e assai curioso è il cosiddetto «Sentiero delle facce» che da Rovolon ( Padova) conduce sul Monte Grande e al Passo delle Fiorine. Cammin facendo, ci si imbatte in volti, perlopiù di donne, scolpiti su massi di trachite. A dispetto di ciò che vuole la leggenda (che si racconta ai bambini), sono i capolavori di Alfredo Barbiero, scultore di Fossona che, come un Geppetto dei boschi, è riuscito a dar vita alla roccia usando solo lo scalpello.
Un classico per gli amanti della montagna è la «Strada delle 52 gallerie del Monte Pasubio» . Sul navigatore bisogna inserire località Bocchetta Campiglia, a Posina (in provincia di Vicenza), dove si può parcheggiare l’auto e iniziare il percorso su una mulattiera realizzata dalla 33esima Compagnia del Quinto reggimento dell’Esercito italiano, durante la Grande guerra. Costruita nel 1917, ha un grande valore paesaggistico, oltre che storico: lo sguardo spazia fra pendii collinari, creste, precipizi, pianure e guglie. La galleria più lunga è la diciannovesima (ben 320 metri) che, come la ventesima, si avvolge più volte su se stessa formando una spirale ascendente nella roccia. Il tempo di percorrenza non è banale: tre ore circa. Da tenere assolutamente nello zaino: una torcia o un caschetto con luce frontale per i punti più scuri dei tunnel.
Alla stessa epoca risale il «Sentiero delle vedette» , nel Trevigiano, che unisce Soligo a Col San Martino. Si chiama così perché era un punto di controllo dell’esercito austroungarico: dalla cima di queste colline si poteva avere una visuale perfetta su tutta la linea del fronte lungo il Piave, come testimoniano le trincee e le gallerie scavate attorno alle colline, tuttora ben conservate e visitabili. I percorsi si snodano in più direzioni, ma il più suggestivo è senza dubbio quello che passa per la chiesetta di San Vigilio e prosegue per i terrazzamenti del Prosecco.
Una delle escursioni più belle delle Dolomiti è il giro attorno alle Tre Cime di Lavaredo, dove la provincia di Belluno si interrompe in vetta. È un percorso ad anello lungo 9,5 chilometri, che parte dal Rifugio Auronzo (più volte tappa del Giro d’Italia), imbocca la strada sterrata, pianeggiante, numero 101, punta al rifugio Lavaredo, passa per Forcella Lavaredo, va dritto verso il rifugio Locatelli (dove è d’obbligo scattare una fotografia), costeggia due laghetti alpini e si congiunge al punto di partenza (dopo circa quattro ore).
L’ultimo nato sulla mappa degli escursionisti è il «Cammino di Bardolino» , inaugurato ufficialmente pochi giorni fa. Si tratta di progetto di riqualificazione iniziato nel 2016 da Land srl che coinvolge itinerari già esistenti lungo i Comuni di Bardolino, Garda, Rivoli Veronese, Costermano, Affi e Cavaion Veronese, per un totale di cento chilometri tra colline e litorale del lago di Garda. I percorsi sono 18, di lunghezza variabile trai 3 e i 20 chilometri, costellati da una segnaletica composta da 53 pannelli informativi, 281 frecce e 172 segnavia. La strada collega tra loro anche 61 aziende agricole nel segno del vino Bardolino doc, con l’obiettivo di promuovere un turismo lento, che spesso si rivela il miglior modo per scoprire ogni sfumatura di un territorio. Passeggiando sì, ma anche brindando e degustando prodotti tipici.
"Sculture sui massi Lungo la strada «delle facce» nel Padovano ci si imbatte nei volti scolpiti da Alfredo Barbiero