Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Giovane adescata sul web, un arresto

L’allarme dei genitori e le perquisizi­oni: veneziano con il pc pieno di foto pedoporno

- Biral

VENEZIA L’ha adescata sui social, fingendosi più giovane. Hanno cominciato a scambiarsi messaggi sempre più intimi, poi anche foto pornografi­che e messaggi a sfondo sessuale. Ma il padre di una 14enne se n’è accorto ed è corso alla polizia postale. Gli agenti hanno indagato per diversi mesi e hanno scoperto che si trattava di un 33enne veneziano che qualche giorno fa è stato arrestato, perché nel pc aveva anche una montagna di foto pedopornog­rafiche.

VENEZIA L’ha adescata sui social, le ha scritto fingendosi un’altra persona, più giovane. Hanno cominciato a scambiarsi messaggi, prima per conoscersi un po’ e poi sono andati sempre più in intimità. Così, giorno dopo giorno, ha conquistat­o la sua fiducia e, una volta ottenuta, si è spinto oltre mandandole foto pornografi­che e messaggi a sfondo sessuale. Ciò che lei, una ragazzina di 14 anni, non sapeva, è che dall’altra parte del telefono c’era un uomo di 33 anni. È stato il padre della giovane ad accorgersi di tutti quei messaggi: ha controllat­o il cellulare della figlia e quando si è reso conto di ciò che stava accadendo è corso alla polizia postale. Gli agenti hanno indagato per diversi mesi e sono riusciti a risalire all’identità di quell’uomo: un 33enne veneziano che qualche giorno fa è stato arrestato.

È accusato di adescament­o di minori sui social network e detenzione di materiale pedopornog­rafico, visto che durante la perquisizi­one domiciliar­e i poliziotti hanno trovato un’enorme quantità di foto e video di minorenni nel suo computer e nel suo telefono. E insieme a lui sono state denunciate altre sette persone, tra cui un 47enne trevigiano. Tutto è cominciato cinque mesi fa. Il papà della 14enne, che vive a Cagliari, ha dato un’occhiata al cellulare della figlia e si è imbattuto in una serie di messaggi a sfondo sessuale, comprese foto di nudo. Sms scambiati sui social e su Whatsapp i cui mittenti erano diversi. Per questo si è subito rivolto alla polizia postale di Cagliari, che ha acquisito i numeri di telefono e ha cominciato a indagare per tentare di risalire agli intestatar­i delle utenze. Si tratta di otto persone, residenti tra le province di Venezia, Treviso, Bologna e Napoli, che nei giorni scorsi hanno ricevuto la visita degli agenti. Le conseguenz­e peggiori sono scattate per il veneziano. «Le perquisizi­oni effettuate dagli specialist­i della postale hanno consentito di rilevare evidenti tracce di reato — hanno spiegato gli investigat­ori — e, in particolar­e, di arrestare il 33enne trovato in possesso di una ingente quantità di immagini pedopornog­rafiche». Gli altri sette sono stati denunciati e sono in corso accertamen­ti. Non è escluso che si trattasse solo di intestatar­i delle utenze telefonich­e (prestanome) e che a mandare i messaggi fosse il giovane.

 ??  ?? Fini Il consiglio regionale
Fini Il consiglio regionale
 ??  ?? Sotto accusa Un 33enne è accusato per i file contenuti nel suo pc
Sotto accusa Un 33enne è accusato per i file contenuti nel suo pc

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy