Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Il giorno nero del coronavirus Indagine sanitaria in Ortopedia
Due morti, 25 contagiati (c’è un handler di Tessera). Quattro medici in quarantena
VENEZIA Due morti e il balzo in avanti dei contagi che nell’Usl3 arrivano a quota 119, con venticinque nuovi casi registrati in una sola giornata. E un reparto dell’ospedale dell’Angelo è scattata un’indagine epidemiologica per il passaggio di un paziente positivo al test, con quattro medici già messi in quarantena.
Ieri è stato il giorno peggiore dall’inizio dell’emergenza coronavirus sia per numero di nuovi contagiati che per decessi, tanto che in serata è arrivato anche il decreto che inserisce in zona rossa (con tutta una serie di restrizioni e chiusure) l’intera provincia di
Venezia. E’ morto il primo operatore sanitario, Chiara Filipponi, di 57 anni, anestesista in servizio da qualche anno all’ospedale di Portogruaro, da tempo ricoverata all’ospedale all’Angelo a causa di una grave malattia, e un altro anziano, un 84enne di Mestre, anche lui ricoverato con patologie pregresse, e proveniente da una casa di riposo. Ieri sono state anche 25 le persone risultate positive al tampone: cinque sono i nuovi ricoveri (tre a Mestre e due a Mirano) mentre venti sono asintomatiche, messe in isolamento domiciliare. Attualmente sono quindi 39 le persone ricoverate negli ospedali dell’azienda sanitaria veneziana (23 a Mestre, 11 a Venezia e 5 a Mirano) mentre le restanti sono in quarantena. Il sindacato Sgb denunciata che in Aviation Service (uno degli handler dell’aeroporto di Venezia) c’è almeno un lavoratore positivo al coronavirus: «è a casa in isolamento», e il rischio e che l’epidemia si diffonda anche tra gli operatori dello scalo veneziano. Uno dei pazienti ricoverati a Mestre intanto ieri, è stato poi trasportato in terapia intensiva all’ospedale di Treviso.
Ma si aprono anche altri fronti con un nuovo reparto ospedaliero finito sotto la lente d’ingrandimento essendoci transitato un paziente positivo. E’ ortopedia dell’Angelo dove il passaggio ha fatto scattare un’indagine epidemiologica. Sarebbero già stati messi in quarantena preventiva tre ortopedici e un geriatra ma la situazione evolve di ora in ora. Verrà quindi valutato se utilizzare la stessa procedura già applicata, per esempio, per il reparto di Chirurgia vascolare e Cardiochirurgia dove sono state spostate le degenze per sanificare gli spazi. Da capire poi quanti potrebbero essere gli operatori di Ortopedia costretti all’isolamento di quattordici giorni, anche perché i numeri sono già elevati nella struttura ospedaliera e nell’Usl 3. Ieri erano infatti 240 gli operatori costretti a casa (novantotto all’ospedale dell’Angelo e settantaquattro al civile di Venezia).
Proprio il tema delle quarantene è particolarmente caldo dopo che il governo — mancano alcuni passaggi tecnici — ha accolto la proposta del Veneto di poter mantenere in servizio, su base volontaria, i medici che anche se entrati in contatto con positivi sono risultati negativi al tampone. «Siamo critici sul mantenimento in servizio di chi è in quarantena — sottolinea Daniele Giordano della Cgil — non vorremmo che eventuali episodi di contagio poi fossero addebitati a quel personale che lavora pur essendo in quarantena». A Venezia allo Jona sono ancora chiusi i posti letto (eccetto i pochi ancora aperti), ma col rientro del personale dalla quarantena gradualmente si provvederà al ritorno al regime. C’è poi il problema dei centri diurni pubblici e privati chiusi per una settimana secondo le indicazioni regionali. Lunedì gli operatori si presenteranno al lavoro e incont reranno l’azienda mentre le famiglie dovranno trovare un «sollievo» alternativo.