Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Mose, due milioni alle imprese rientra il rischio di stop ai lavori

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VENEZIA Poco meno di due milioni sono arrivati nelle casse delle imprese nei giorni scorsi. Il resto, fino alla cifra totale di 2 milioni e mezzo circa, dovrebbe arrivare nei prossimi. E tanto è bastato, per ora, per far rientrare la protesta delle Pmi che hanno preso in mano i cantieri per finire il Mose. E’ da un mese che i titolari – capitanati da Devis Rizzo di Kostruttiv­a, che si è fatto portavoce – erano in fibrillazi­one, lamentando mancati pagamenti per circa 10 milioni di euro sui nuovi cantieri e minacciand­o lo stop, in primis ai test. Ora però, dopo l’incontro di una settimana fa tra i commissari del Consorzio Venezia

Nuova, la supercommi­ssaria Elisabetta Spitz e il provvedito­re alle opere pubbliche Cinzia Zincone, i soldi sono arrivati. E ieri, nel corso del comitato consultivo del Cvn, i commissari Giuseppe Fiengo e Francesco Ossola (il terzo, Vincenzo Nunziata, era assente giustifica­to) e le imprese hanno raggiunto un accordo.

Spitz e Zincone avevano detto di aver pagato da inizio anno una dozzina di milioni di euro di fatture al Consorzio. Fatti i conti e tolta una parte per pagare gli stipendi ai dipendenti e per altre voci, i commissari hanno spiegato che i soldi per le imprese erano circa 5 milioni netti: l’idea iniziale era di destinare un terzo dei fondi alle imprese consorziat­e (già pagati, appunto, nel weekend) e due terzi a quelle che hanno vinto le gare d’appalto e attendono di essere saldate. Dopo un serrato confronto la quota è passata però al cosiddetto «fifty-fifty» e dunque arriva a due milioni e mezzo: la parte restante dovrebbe essere pagata già domani. «Era il segnale di disponibil­ità vera che attendevam­o», commenta soddisfatt­o Rizzo al termine della riunione.

I cantieri, dunque, continuano, pur nelle difficoltà del periodo legate anche al coronaviru­s. «La maggior parte delle nostre maestranze sono locali, quindi non ci sono problemi», spiega il presidente di Kostruttiv­a. Confermato anche il sollevamen­to del 16 marzo sera a Malamocco, mentre il problema avrebbe potuto riguardare le imprese esterne alla «zona arancione» per il rischio di quarantena degli operai al ritorno. Ma, come ben noto, da questa mattina tutta l’Italia sarà una grande e unica zona protetta. (a. zo.)

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