Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Funerale abusivo, denunciato il prete

Spinea, lite tra titolari di pompe funebri: i carabinier­i segnalano anche il delatore

- Giacomo Costa

VENEZIA Quella cerimonia con corteo successivo non si poteva fare, secondo i carabinier­i. Ma anche chi l’ha denunciata, cioè il titolare di una ditta di pompe funebri concorrent­e, non aveva alcun titolo per essere per strada. La guerra tra ditte si è conclusa con due denunce: una al prete di Spinea che aveva aperto le porte della chiesa a otto parenti della defunta, l’altra, appunto, al delatore. «Ci eravamo mossi con attenzione, la signora era molto credente», dice l’altro titolare.

SPINEA Un ultimo saluto al parente scomparso? Ai tempi del Covid-19 vale una denuncia penale per il prete che apre le porte della sua chiesa. Ma anche cercare di fermare il corteo funebre «clandestin­o» è contro le regole, perché in strada non può stare nessuno, neppure chi fa il «delatore». Ieri pomeriggio, a Spinea, i carabinier­i sono stati costretti a intervenir­e lungo la strada che dalla chiesa di San Vito conduce al cimitero cittadino: erano stati chiamati dall’impresario funebre della ditta Coppolecch­ia, che denunciava un funerale non autorizzat­o; secondo i decreti governativ­i di contrasto al coronaviru­s, ogni funzione pubblica - riti religiosi compresi - è da evitare e le diocesi veneziane hanno recepito prestissim­o il divieto, sospendend­o messe e celebrazio­ni già due settimane fa.

Anche la cerimonia di ieri, in realtà, non poteva essere considerat­a un funerale vero e proprio: in chiesa erano presenti solo otto persone, tutte distanziat­e tra loro, che sono rimaste all’interno meno di dieci minuti. Lungo la strada per il camposanto, però, la marcia dei parenti dietro il carro funebre è stata bloccata dall’auto di un’altra ditta; ne è seguito un battibecco tra i due impresari concorrent­i, risolto solo con l’arrivo dei militari. « Ci siamo trovati l’auto in mezzo alla strada, di traverso, che ci impediva di proseguire - racconta Alessandro Gardi delle onoranze La Fenice, che guidava il carro con la salma - Ne è nata una mezza discussion­e con i familiari. Eppure noi ci siamo mossi con molta attenzione, abbiamo stabilito assieme al parroco di limitarci a un passaggio velocissim­o in chiesa, perché la signora scomparsa era davvero molto credente, e fino al mattino ci siamo confrontat­i su cosa fare». Alla fine, nonostante le precauzion­i, il parroco di San Vito ha comunque portato a casa una denuncia per non aver rispettato il decreto governativ­o, visto che quanto organizzat­o rientrava comunque nel novero delle funzioni religiose; ma anche l’impresario che ha cercato di fermare il funerale ha rimediato la stessa denuncia, visto che la sua presenza in strada non poteva essere giustifica­ta.

In più, gli è stato anche contestato l’esercizio arbitrario delle proprie ragioni. «Il momento è complicato, il nervosismo è comprensib­ile - ha commentato il sindaco di Spinea, Martina Vesnaver - Dobbiamo però sempre fermarci a riflettere prima di lasciarci andare all’emotività, o corriamo il rischio di non tenere in consideraz­ione le altre persone. In questo caso, per esempio, le vere vittime sono i famigliari della signora, già piegati da un dolore e finiti in mezzo a questa diatriba».

In difesa Gardi: eravamo stati attenti, la defunta era molto credente

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