Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Tir veneti bloccati al confine sloveno «Rischiamo la paralisi dell’export»
Italia isolata, il trasporto merci all’esterno non è più garantito: protestano le categorie. Zaia: «Le aziende stanno chiudendo anche per questo»
Lunghe code di Tir e autobus bloccati al confine con la Slovenia mentre cercavano di raggiungere Ungheria, Romania, Ucraina e altri Paesi dell’Est europeo.
Ieri si presentava così la situazione al valico italo-sloveno di Fernetti (Trieste) dopo che in mattinata la Slovenia aveva deciso di vietare l’ingresso a tutti i mezzi superiori alle 3,5 tonnellate in transito con targa non slovena, lasciando invece il confine aperto per i mezzi con targa slovena e per quelli italiani che trasportano beni deperibili. Situazione simile anche al valico goriziano di Sant’Andrea dove in coda c’erano alcune decine di Tir di varie nazionalità.
Secondo quanto riferito dal dirigente della Polizia di Frontiera di Trieste, Giuseppe Colasanto, la decisione delle autorità di Lubiana ha colto di sorpresa numerosi autotrasportatori. Una buona parte di loro, comunque, ha deciso di seguire le indicazioni delle forze dell’ordine italiane, dirigendosi verso il confine austriaco (dove i mezzi sono lasciati passare dopo un controllo della temperatura di guidatori e passeggeri). Altri autisti, invece, hanno deciso di fermarsi negli autoporti del Friuli Venezia Giulia in attesa di decidere cosa fare.
Più delicata la situazione di quattro autobus di linee internazionali, due romeni e due ucraini, i cui passeggeri erano operai, badanti e lavoratori stagionali che stavano rientrando nei Paesi di origine, arrivando da diverse regioni italiane, compreso il Veneto, e dalla Spagna. Dopo alcune ore di trattativa i due autobus rumeni hanno deciso di tornare indietro, mentre i due ucraini sono rimasti bloccati in territorio sloveno in attesa di trovare una soluzione.
«Stiamo gestendo la situazione al meglio – ha spiegato Colasanto - con code non particolarmente lunghe, cercando di aiutare gli autotrasportatori, molti dei quali sono comprensibilmente disorientati. Certamente a lungo andare qualche problema si potrebbe creare perché Fernetti è la porta di entrata per i Tir che da tutta Europa si dirigono verso il Sud-Est europeo e la Turchia».
Una situazione in evoluzione che le autorità italiane stanno gestendo con la presenza oltre che della Polizia anche di Carabinieri, Guardia di Finanza ed Esercito. «Non ci sono stati problemi di ordine pubblico – ha affermato il prefetto di Trieste, Valerio Valenti – e tutti gli autisti coinvolti hanno reagito con compostezza. La sensazione è che la situazione si protrarrà almeno per qualche giorno. Stiamo, quindi, cercando di arretrare il più possibile gli avvisi per evitare che gli autisti scoprano solo al confine di non poter passare e per deviare il flusso dei Tir verso il valico italo-austriaco di Tarvisio che, al momento, è l’unica via rimasta aperta per raggiungere l’Est europeo».
Forte, nel frattempo, la preoccupazione delle associazioni di categoria dei trasportatori. «Le segnalazioni che ci arrivano dai nostri autotrasportatori – ha dichiarato il vicepresidente di Confcommercio e Conftrasporto, Paolo Uggè – sono allarmanti » e la Confederazione nazionale delle imprese di trasporto, pur comprendendo «la sensibilità al fenomeno del Coronavirus da parte delle autorità di alcuni Stati membri», ha scritto alla Commissione Europea e al Governo italiano sollecitando un urgentissimo intervento nel rispetto del principio della libera circolazione delle merci in Europa. Le misure di controllo decise da Austria, Slovenia e Croazia, infatti, secondo Conftrasporto stanno «rendendo estremamente difficile se non addirittura impossibile il mantenimento dei servizi di trasporto».
Un problema particolarmente sentito dalle tante aziende di trasporto del Triveneto per molte delle quali i trasporti verso l’Est Europa rappresentano una quota rilevante del fatturato. Sul tema ha preso posizione anche il governatore del Veneto Luca Zaia: «Molte imprese stanno chiudendo autonomamente perché non hanno più un mercato straniero per la chiusura delle frontiere, questo è un tema che non possiamo affrontare noi come Regioni ma va affrontato a livello internazionale».
Tutti in coda
Per Conftrasporto dagli autisti arrivano report allarmanti: impossibile garantire il servizio