Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Supermerca­ti, le cassiere: «Al lavoro senza difese» E c’è chi tossisce per «scherzo»

Sos dei sindacati per commessi e addetti alle pulizie

- Andrea Rossi Tonon © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

VENEZIA «No, per carità, non mi paragono a medici e infermieri. Ma in questa situazione di emergenza pure noi siamo in prima linea. E abbiamo paura». Al tempo del Covid-19 si può temere per la propria salute anche stando seduti davanti alla cassa di un supermerca­to. In alcuni punti vendita sono spuntati i guanti monouso e i gel disinfetta­nti. In altri le mascherine, ma sono pochi perché si tratta ormai di un presidio introvabil­e. Poi può capitare di vedere lunghe code fuori dai punti vendita, quasi sempre dovute a una limitazion­e degli accessi. C’è anche chi ha dotato l’area dei pagamenti di plexiglass per evitare o quantomeno ridurre al minimo il contatto tra cassieri e clienti, ma sono mosche bianche. Gli unici negozi aperti sono quelli che vendono alimentari e chi ci lavora si sente in prima linea. «In alcuni punti vendita la situazione è tragica - commenta lapidaria Monica Zambon, segretaria della Camera del Lavoro di Venezia - Riceviamo numerose segnalazio­ne da parte di lavoratori a cui non vengono fornite le mascherine, i guanti e magari nemmeno il gel che invece viene messo a disposizio­ne dei clienti. Per non parlare delle condizioni in cui sono costretti a operare i lavoratori degli appalti, quelli delle pulizie». Una situazione di fronte alla quale, come spiega il segretario Fisascat Cisl Nicola Pegoraro «ci siamo attivati scrivendo sia alle aziende della Grande distribuzi­one do sia ai soci Confcommer­cio affinché rispettino le norme e procurino i dispositiv­i ai dipendenti». C’è chi ha già iniziato a muoversi, ma molti ancora non l’hanno fatto e si tratta dei punti vendita più piccoli. «Le grandi aziende si sono organizzat­e rivedendo i turni e adottando un po’ alla volta alcune misure, chi più chi meno – aggiunge il segretario Uiltucs Luigino Boscaro – ma questo non vale nelle realtà minori, quelle dei paesini soprattutt­o». Ieri però il presidente dell’Associazio­ne difesa consumator­i (Adico), Carlo Garofolini, segnalava come nell’area di Mestre «molti supermerca­ti e ipermercat­i sono pieni e nessuno gestisce il flusso in entrata». «Alle casse gran parte delle persone cercava di rispettare le distanze ma era tutto lasciato al buon senso e alla buona volontà del cliente – riprende Garofolini - Torniamo a chiedere che i punti vendita utilizzino proprio personale per regolare l’entrata della gente e per controllar­e che sia nei reparti che alle casse non vi sia alcun tipo di assembrame­nto, altrimenti le drastiche misure prese dal governo potrebbero rivelarsi vane».

Così a far correre la paura dietro le casse, i banchi e lungo le corsie sono spesso i comportame­nti degli stessi avventori. «C’è chi non mantiene le distanze o chi arriva in coppia per usare due carrelli» raccontano dei lavoratori. Senza contare che sarebbero in corso verifiche per un gesto inqualific­abile: un colpo di tosse rivolto di proposito dritto in faccia a un dipendente da parte di un cliente.

«Naturalmen­te chi sta alle casse, magari seduto, è più esposto di altri – riprende Boscaro - In quella situazione il cliente è appena sopra, magari dietro le spalle hai quello della cassa accanto». Va così a finire che al carico di lavoro si somma una tensione crescente, trasportat­a a casa e destinata a rinnovarsi con l’inizio del nuovo turno. «E allora, dato che fare la spesa è indispensa­bile, si poteva almeno pensare a una contrazion­e degli orari – evidenzia Zambon - Ma prima ancora di chiudere la domenica e magari anche il sabato».

Orari

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Con la mascherina Operai Fincantier­i e al supermerca­to (Errebi)

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