Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Supermercati, le cassiere: «Al lavoro senza difese» E c’è chi tossisce per «scherzo»
Sos dei sindacati per commessi e addetti alle pulizie
VENEZIA «No, per carità, non mi paragono a medici e infermieri. Ma in questa situazione di emergenza pure noi siamo in prima linea. E abbiamo paura». Al tempo del Covid-19 si può temere per la propria salute anche stando seduti davanti alla cassa di un supermercato. In alcuni punti vendita sono spuntati i guanti monouso e i gel disinfettanti. In altri le mascherine, ma sono pochi perché si tratta ormai di un presidio introvabile. Poi può capitare di vedere lunghe code fuori dai punti vendita, quasi sempre dovute a una limitazione degli accessi. C’è anche chi ha dotato l’area dei pagamenti di plexiglass per evitare o quantomeno ridurre al minimo il contatto tra cassieri e clienti, ma sono mosche bianche. Gli unici negozi aperti sono quelli che vendono alimentari e chi ci lavora si sente in prima linea. «In alcuni punti vendita la situazione è tragica - commenta lapidaria Monica Zambon, segretaria della Camera del Lavoro di Venezia - Riceviamo numerose segnalazione da parte di lavoratori a cui non vengono fornite le mascherine, i guanti e magari nemmeno il gel che invece viene messo a disposizione dei clienti. Per non parlare delle condizioni in cui sono costretti a operare i lavoratori degli appalti, quelli delle pulizie». Una situazione di fronte alla quale, come spiega il segretario Fisascat Cisl Nicola Pegoraro «ci siamo attivati scrivendo sia alle aziende della Grande distribuzione do sia ai soci Confcommercio affinché rispettino le norme e procurino i dispositivi ai dipendenti». C’è chi ha già iniziato a muoversi, ma molti ancora non l’hanno fatto e si tratta dei punti vendita più piccoli. «Le grandi aziende si sono organizzate rivedendo i turni e adottando un po’ alla volta alcune misure, chi più chi meno – aggiunge il segretario Uiltucs Luigino Boscaro – ma questo non vale nelle realtà minori, quelle dei paesini soprattutto». Ieri però il presidente dell’Associazione difesa consumatori (Adico), Carlo Garofolini, segnalava come nell’area di Mestre «molti supermercati e ipermercati sono pieni e nessuno gestisce il flusso in entrata». «Alle casse gran parte delle persone cercava di rispettare le distanze ma era tutto lasciato al buon senso e alla buona volontà del cliente – riprende Garofolini - Torniamo a chiedere che i punti vendita utilizzino proprio personale per regolare l’entrata della gente e per controllare che sia nei reparti che alle casse non vi sia alcun tipo di assembramento, altrimenti le drastiche misure prese dal governo potrebbero rivelarsi vane».
Così a far correre la paura dietro le casse, i banchi e lungo le corsie sono spesso i comportamenti degli stessi avventori. «C’è chi non mantiene le distanze o chi arriva in coppia per usare due carrelli» raccontano dei lavoratori. Senza contare che sarebbero in corso verifiche per un gesto inqualificabile: un colpo di tosse rivolto di proposito dritto in faccia a un dipendente da parte di un cliente.
«Naturalmente chi sta alle casse, magari seduto, è più esposto di altri – riprende Boscaro - In quella situazione il cliente è appena sopra, magari dietro le spalle hai quello della cassa accanto». Va così a finire che al carico di lavoro si somma una tensione crescente, trasportata a casa e destinata a rinnovarsi con l’inizio del nuovo turno. «E allora, dato che fare la spesa è indispensabile, si poteva almeno pensare a una contrazione degli orari – evidenzia Zambon - Ma prima ancora di chiudere la domenica e magari anche il sabato».
Orari
La richiesta: una riduzione degli orari e la chiusura durante sabato e domenica
Controlli Adico chiede che i grandi negozi mettano personale agli accessi