Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Sedie, numeri e niente code Il pranzo dei poveri
Vista dall’alto potrebbe sembrare un’installazione d’arte o una delle tante immagini di manifestazioni che arrivano dalla Cina: tutti seduti a distanza regolare intenti a mangiare. In realtà è la carità ai tempi del coronavirus. La mensa dei poveri di Ca’ Letizia non ha mai chiuso e rimane l’unica ancora di salvezza per senza fissa dimora e persone in difficoltà. Alla tradizionale cena nei locali interni la San Vincenzo mestrina prima ha provveduto alla consegna di un piccolo cestino con il panino e una bottiglietta d’acqua, poi considerando che l’emergenza si stava prolungando ha voluto introdurre il pasto caldo. Non più alla sera ma a mezzogiorno, nessun piatto particolare, le disposizioni sono ferree anche per le mense, ma un cestino con un primo piatto caldo e altre pietanze da abbinare per rendere l’emergenza coronavirus meno pesante. «Ci dicono giustamente di stare a casa, ma chi una casa non ce l’ha? — si chiede il presidente della San Vincenzo Stefano Bozzi — Non dobbiamo sottovalutare l’emergenza ma non possiamo nemmeno abbandonare queste persone». Ecco che l’associazione, con l’aiuto della Caritas, prima ha contattato una società di catering (la stessa che si occupava della mensa Papa Francesco a Marghera) poi, rispettando le disposizioni su distanze e frequentazione dei luoghi, ha predisposto una cinquantina di sedie nel cortile di Ca’ Letizia per gli ospiti (evitando il loro vagare panino o pasta in mano per la città) che dovranno accedere a scaglioni. Niente code, ad ognuno è stato detto a che ora presentarsi, intanto sono stati previsti due turni ma probabilmente ne dovrà essere aggiunto un terzo, evitando cosi assembramenti all’entrata. Ieri al primo giorno sono stati distribuiti un centinaio di pasti, ma nei prossimi giorni dovrebbero tornare i numeri di sempre che sfiorano le 140 persone. Per ovviare al maltempo la San Vincenzo ha già ordinato alcuni gazebo in modo da poter coprire l’area in caso di pioggia, e permettere agli ospiti di poter mangiare comunque all’asciutto, ma anche delle toilette chimiche in modo di dare un ulteriore servizio a chi pranza, considerando che l’uso delle stanze interna è vietata.