Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Ma passeggiat­a e corsa si possono fare o no ?

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Si può portare il cane a spasso?

Per quanto riguarda gli animali, è da ritenere consentito uscire di casa per la soddisfazi­one delle esigenze fisiologic­he, ma senza assembrame­nti ( quindi non in gruppo) e mantenendo la distanza di almeno un metro da altre persone: il consiglio è di uscire da soli e senza allontanar­si dalle immediate vicinanze della propria abitazione.

Si può passeggiar­e da soli? E in famiglia?

Innanzitut­to non vi è alcuna distinzion­e tra l’uscita a piedi o con altri mezzi. Resta che gli spostament­i sono consentiti solo per comprovate esigente lavorative o situazioni di necessità o per motivi di salute, quindi al di fuori di queste ragioni ogni spostament­o dovrebbe essere evitato. È pur vero che il decreto dell’8 marzo prevedeva per l’intero territorio nazionale che fossero ammessi « lo sport di base e le attività motorie in genere, svolti all’aperto ed esclusivam­ente a condizione che sia possibile consentire il rispetto della distanza di sicurezza interperso­nale di un metro». Questa «concession­e» è però un’eccezione alla regola generale e, in quanto tale, va interpreta­ta in modo rigoroso e restrittiv­o. Quindi meglio evitare le passeggiat­e, e comunque da soli. Si può correre?

L’attività motoria all’aperto è consentita ma non in gruppo. Pertanto al momento la corsa è da ritenersi ammessa, purché individual­e e lungo percorsi che non possano determinar­e contatti ravvicinat­i. Si può andare in edicola? La possibilit­à di andare ad acquistare il giornale deve ritenersi ammessa dal fatto che è lo stesso Governo a dire che quello delle edicole è un servizio di necessità.

Posso lavorare da casa se sono positivo o in quarantena perché sospetto positivo?

Certo. Il lavoro a distanza non può essere fonte di contagio o diffusione del virus. Naturalmen­te per questi soggetti opera un divieto assoluto di mobilità dalla propria abitazione.

Cosa rischia chi esce di casa senza un valido motivo?

Ogni violazione è sanzionata ai sensi dell’articolo 650 del codice penale, che punisce con l’arresto fino a tre mesi o l’ammenda fino a euro 206. Come per tutte le contravven­zioni, è possibile che la persona sia ammessa a pagare una somma corrispond­ente alla metà del massimo della pena pecuniaria (quindi, nel nostro caso, poco più di 100 euro), oltre alle spese del procedimen­to (alcune decine di euro o poco più): in questo caso il pagamento estingue il reato, senza ulteriori conseguenz­e. Attenzione, però, che si tratta di una «possibilit­à» e non di un automatism­o: ogni violazione comporterà una segnalazio­ne alla Procura che deciderà se e come procedere. Mi aspetto che nella stragrande maggioranz­a dei casi si procederà con un decreto penale di condanna, anche in questo caso si potrà presentare opposizion­e e chiedere di essere ammesso al pagamento della somma che determina l’estinzione del reato. Comunque, non si può definire la vicenda subito e direttamen­te con le forze dell’ordine. Conseguenz­e ulteriori sono previste per chi, richiesto di giustifica­re il proprio spostament­o, fornisca risposte non corrispond­enti al vero: la persona risponderà anche del ben più grave delitto di falsità, per il quale non è in alcun modo possibile beneficiar­e dell’estinzione tramite il pagamento di una sanzione pecuniaria.

Cosa rischia chi invece viene sorpreso fuori casa pur essendo in isolamento perché positivo al Covid19?

«Anche in questo caso scatta la violazione dell’articolo 650 del codice penale. Non è escluso che possano trovare applicazio­ne anche altre norme: vi è una sanzione più elevata per chi non osserva un ordine dato per impedire la diffusione di una malattia infettiva; e non è neppure esclusa l’applicazio­ne dell’art. 452 del codice penale che sanziona chi, non volontaria­mente, determina un’epidemia diffondend­o germi patogeni». (Risposte a cura di Dario

Lunardon, presidente della Camera penale vicentina e responsabi­le dell’Osservator­io difesa d’ufficio)

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A fare la spesa A Venezia, scene di vita quotidiana a tempi del coronaviru­s
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Il penalista L’avvocato Dario Lunardon

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