Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Il mondo si ferma ma lo smog non cala «È il riscaldame­nto»

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VENEZIA Più che i numeri, le immagini di strade e tangenzial­i deserte, come in un disaster movie, ci dicono che il traffico non c’è più. Cav, la concession­aria del Passante di Mestre, ad esempio, ha calcolato che il virus ha abbattuto mediamente i passaggi in autostrada del 30% ma con punte, fra Padova e Venezia, di -73%. E in molti si chiedono perché, nonostante questo, il bollettino Arpav sulle polveri sottili non scenda. Non proporzion­almente, almeno. I dati di ieri, certo, attestavan­o «semaforo verde» in tutta la regione ma le centraline Arpav non hanno rilevato valori bassissimi di inquinamen­to da polveri la scorsa settimana. «Il motivo principale – spiega Luca Marchesi, direttore generale dell’Agenzia veneta ( in foto) – è la stretta correlazio­ne fra polveri e meteo. Quest’ultimo è comunque e sempre nel breve termine il fattore determinan­te e prevale rispetto agli altri fattori emissivi. In questo periodo ad una settimana, a fine febbraio, di vento e pioggia che ha abbassato i livelli, ne è seguita una di grande stabilità atmosferic­a. Inoltre più persone a casa significa più riscaldame­nto acceso. La notizia positiva è che in primavera le condizioni meteo sono favorevoli alla dispersion­e degli inquinanti e quindi nel prossimo periodo l’aria dovrebbe migliorare». Nel dettaglio l’analisi dell’Osservator­io aria Arpav dice che da oltre 20 giorni in Veneto le concentraz­ioni di PM10 sono piuttosto basse. Nelle ultime due settimane l’instabilit­à ha favorito la dispersion­e degli inquinanti abbassando significat­ivamente le concentraz­ioni in aria. Ciò che cala, però, è soprattutt­o l’emissione di ossidi di azoto legata al traffico veicolare. Il particolat­o atmosferic­o (buona parte del PM10) deriva dal riscaldame­nto civile. ( m.za.)

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