Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Chiusi in casa con 13 figli: «Facciamo meno fatica degli altri»

Chi è abituato a spartirsi i compiti ed è già organizzat­o dalla nascita potrebbe avere meno problemi di chi si affidava a scuola e sport

- Roberta Polese

PADOVA Tutti insieme appassiona­tamene, più o meno. Siamo al decimo giorno della clausura imposta dal governo per contrastar­e la diffusione del virus e da quel che si vede sui social i genitori sono in affanno. Gestire da uno a tre figli contempora­neamente chiusi in casa è dura. C’è però chi ne ha addirittur­a tredici, o nove, o sei. Sono le famiglie numerose, quelle che per fede (spesso sono neocatecum­enali) o vocazione hanno deciso di accogliere quanta più vita possibile nella propria casa.

Chi crede che questi nuclei siano sul punto di una guerra civile si sbaglia. Perché da un piccolo sondaggio (confermato dalla scienza) emerge che è più facile la convivenza forzata e ristretta tra un gruppo di persone che si sono sempre date regole e compiti individual­i, rispetto a famiglie più piccole che devono improvvisa­re un ruolo al quale non sono abituate. L’esempio che vale su tutti è quello della famiglia Scalco di San Giorgio in Bosco. Mamma Cristina e papà Walter hanno messo al mondo 17 figli, la più piccola ha 8 anni, i più grandi si sono già sposati e hanno fatto a loro volta un discreto numero di nipoti. Morale: in casa adesso ci sono mamma e papà con 13 creature che stanno tra le elementari e l’università.

Mamma Cristina, indaffarat­issima, risponde al telefono a mezzogiorn­o e si sente già il rumore dei piatti che vanno in tavola: «E’ difficile per tutti ma per fortuna la casa è grande e poi ognuno ha le sue cose da fare, mio marito va al lavoro, i ragazzi la mattina studiano e poi danno una mano». Litigi e capricci? «Ovvio, come tutti alla loro età, non siamo strani, siamo solo in tanti e ci siamo dati dei compiti precisi». Ottima organizzaz­ione anche a casa di Mauro, 49 anni, padovano informatic­o di Luxottica in smart-working, che insieme alla moglie ha 9 figli: «Ne abbiamo uno di 18, uno di 16, 14, 12 e avanti così fino all’ultimo che ha ‘rotto’ la tabellina del due arrivando tre anni dopo il penultimo – spiega Mauro – Da sempre ognuno ha i propri compiti e ruoli, ora la mattina hanno le lezioni virtuali, ognuno ha un computer o un telefonino da cui seguire le classroom e siamo un po’ in difficoltà perché tutti devono stampare o scannerizz­are qualcosa, e in questo senso è difficile sostituirs­i alla scuola – spiega – Momenti di tensione? Ce ne sono è ovvio, non abbiamo i superpoter­i e non vediamo l’ora che tutto sia finito».

Gabriele e Anna Roncarati, agronomi di Selvazzano (Pd) hanno sei figli tra i 12 e i 23 anni: « Io lavoro da casa – spiega Gabriele – mia moglie ha un’azienda agricola di prodotti biologici, quando si poteva uscire le davamo tutti una mano. Ora? Si studia, si sta a pranzo insieme, cerchiamo di trarre il meglio da questa situazione».

Monica Buson di Monselice di figli ne ha «solo» 4 e la quadra non l’ha ancora trovata: «Voglio bene ai miei figli ma a volte perdo la pazienza – spiega – soprattutt­o con qualcuno, ci sono dei momenti di tensione, alla fine ci ridiamo su ma non è facile». «La letteratur­a scientific­a dice che i gruppi più grandi si danno compiti e ruoli e gestiscono meglio le difficoltà perché sanno autoregola­rsi – spiega la professore­ssa Daniela Lucangeli, docente di psicologia dello sviluppo e prorettore dell’Università di Padova – la difficoltà delle famiglie con due o tre figli è che spesso hanno delegato ad altri, scuola o sport, la gestione del tempo, e ora si ritrovano in una condizione di grande stress come quello della pandemia, evento mai accaduto prima con paure e privazione della libertà pari ad una guerra, a fare cose che non hanno fatto prima, come dare regole e pensare a come impiegare il tempo dei propri ragazzi, gli adulti ora devono fare gli adulti, servono i nervi saldi e non si può più delegare nulla: bisogna fare i genitori».

"Davamo tutti una mano a mamma finché si poteva uscire

Ora studiamo, stiamo in casa, facciamo quello che possiamo

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Superfamig­lia Anna e Gabriele Roncarati con i sei figli nella casa di Selvazzano

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