Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Uccelli, censimento da balconi e terrazze

Progetto del museo di Storia naturale. Spariti i passeri dalle nostre zone urbane

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VENEZIA L’invito è quello di affacciars­i al balcone, o uscire nelle terrazze: l’isolamento forzato può diventare l’occasione per partecipar­e al progetto di citizen scienze «Uccelli di città» lanciato dal Museo di Storia Naturale e Associazio­ne Venezia Birdwatchi­ng. Fino all’estate 2021 l’invito è quello di segnalare la presenza e i comportame­nti degli uccelli selvatici raccoglien­do foto, video, registrazi­one di canti e inviarli a mauro.bon@fmcvenezia.it indicando specie e luogo.

«Forse noi figlie non

VENEZIA te l’abbiamo detto abbastanza quanto siamo fiere di te, ma per noi sei stato e sei un eroe». Una lettera commossa, quella firmata dalla moglie Amelia Vargiu e dalle figlie Antonella, Rossella e Sara. E sincera fino in fondo: «Nonostante gli impegni di lavoro e le responsabi­lità pubbliche, non ha mai smesso di essere un marito, un padre e un nonno unico, anche quando noi figlie avevano una testarda voglia di scappare da un mondo a volte difficile che ci stava stretto». Perché ieri la commozione era ancora tanta, dopo che lunedì il coronaviru­s ha stroncato a 76 anni Francesco Saverio Pavone, ricoverato da due settimane in Terapia intensiva all’Ospedale dell’Angelo. Marito e padre, ma anche uno dei magistrati più conosciuti del Veneto per le sue inchieste sulla mala del Brenta, sulla banda dei giostrai, sulle mazzette alla Guardia di Finanza. Per la sua memoria di ferro, che ieri tanti avvocati, poliziotti, cancellier­i hanno voluto ricordare. Un solo vizio, quello del fumo, che rendeva irrespirab­ile l’aria delle stanze in cui gli interrogat­ori arrivavano fino all’alba; e un vezzo rimasto nella memoria di molti. «Pelikan con inchiostro verde, pacchetto di Winston, notti di interrogat­orio nel carcere di Belluno», sintetizza uno dei decani dell’avvocatura veneziana, Giorgio Bortolotto, in uno dei tanti ricordi che la figlia Sara Pavone, avvocato a Modena dove da anni si occupa dei diritti dei più deboli, ha rimbalzato sulla sua pagina Facebook. « Comprava per tutti pane e mortadella e tanti caffè», ricorda l’avvocato Saveria Aversa. «Le sue grandi capacità investigat­ive e la sua intelligen­za di magistrato abile e determinat­o sono state un grande patrimonio per Venezia e il suo territorio», ha detto il sindaco Luigi Brugnaro, ricordando anche quando tre anni fa fece arrestare una borseggiat­rice che aveva tentato di scipparlo, trattenend­ola fino all’arrivo dei carabinier­i.

Tanti i messaggi per «Franco», come lo chiamava chi davvero gli era intimo, chi ha condiviso vita e carriera con lui. A partire dalla poliziotta Cristina Casagrande, al suo fianco per 15 anni, che ha postato la foto del Pavone che non ti aspetti, con gli occhiali illuminati a forma di cuore. Perché lui era così: tanto fermo nelle sue inchieste, quanto autoironic­o. «Buon viaggio Dottore, onorata di aver fatto parte della sua scorta», scrive invece Flavia Favaretto. Ovviamente le restrizion­i di quella «maledetta» epidemia che l’ha ucciso ne segneranno anche il funerale, solo per pochi intimi. Ma la famiglia ha già annunciato che quando sarà tutto finito ci sarà un saluto pubblico. (a. zo.)

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