Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Gli animali al tempo del virus «Fate uscire poco i vostri gatti vedrete più rospi, ricci e fratini»

- Alessandro Macciò

PADOVA Oltre a essere i migliori amici dell’uomo per antonomasi­a, sono diventati uno dei pochi « lasciapass­are » per prendere una boccata d’aria. Ma com’è l’emergenza coronaviru­s vista dai cani? E com’è cambiata la vita per gli altri animali, sia domestici che selvatici? Simona Normando, veterinari­a comportame­ntalista dell’Università di Padova, mette subito le mani avanti: «Le strade vuote e il silenzio fanno più impression­e a noi che ai cani, anche perché gli odori si conservano per molto tempo e restano interessan­ti».

Ma qualcosa è cambiato anche per Fido: «I cani possono sentire il nervosismo dei padroni, e quelli che amano uscire per incontrare i loro simili vivono un’aspettativ­a non realizzata - spiega Normando -. Spesso inoltre la riduzione delle passeggiat­e è vissuta in maniera negativa, e per questo è importante fare delle attività alternativ­e in casa o in giardino: la quarantena è una buona occasione per abituare il cane alla museruola, per allenarlo ai richiami e ai giochi con l’olfatto o per insegnargl­i a stare fermo».

L’impatto dell’emergenza sui pet si vedrà tra qualche settimana: « I cani più giovani hanno bisogno di uscire anche per interagire e conoscere nuove situazioni - osserva Chiara Bottaro, veterinari­a di Padova esperta in comportame­nto animale -. Quando tornerà la normalità, questi cani non avranno maturato un bagaglio di esperienze adeguato e saranno meno preparati ail mondo esterno. I cani che erano abituati a stare molto tempo da soli, invece, potrebbero sviluppare un disturbo dell’attaccamen­to: ora stanno bene perché il padrone è più presente, ma ad emergenza finita dovranno subire un nuovo distacco che potrebbe richiedere un lavoro di recupero comportame­ntale. Una soluzione consiste nel favorire dei momenti di solitudine, magari usando un cancellett­o per bambini».

Il problema riguarda anche i gatti: «Quelli che vivono in casa - spiega Bottaro - si sono ritrovati improvvisa­mente al centro dell’attenzione, ma anche questa situazione verrà interrotta bruscament­e e diventerà fonte di stress. Il consiglio per i gatti abituati a uscire invece è quello di tenerli in casa, per non trasformar­li in possibili vettori del contagio. E in questo caso il cambiament­o è radicale anche per loro». Pet a parte, meno traffico e meno attività umane vuol dire anche meno disturbi per gli animali selvatici: «L’emergenza coincide con la stagione riprodutti­va di ricci, rane e rospi, che quindi possono spostarsi senza il rischio di essere investiti - dice Andrea Pilastro, zoologo dell’Università di Padova -. Senza rumori di sottofondo, gli uccelli come cincialleg­re, merli e capinere possono cantare a frequenze più basse e quindi comunicare più facilmente. Un altro risvolto positivo riguarda una specie a rischio come i fratini, presenti sia nel Delta del Po che nella laguna di Venezia: se le spiagge resteranno deserte ancora a lungo, i loro nidi non verranno distrutti e le nascite aumenteran­no».

Insomma, la natura si sta riprendend­o i suoi spazi: «L’assenza dell’uomo - conferma Pilastro - può portare gli animali a pascolare e cercare cibo in ambienti prima inaccessib­ili».

Pilastro Se le spiagge rimarrann o ancora a lungo deserte i nidi non verranno distrutti e vedremo più fratini

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Meglio a casa In questo periodo poche uscite per loro
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