Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Gli animali al tempo del virus «Fate uscire poco i vostri gatti vedrete più rospi, ricci e fratini»
PADOVA Oltre a essere i migliori amici dell’uomo per antonomasia, sono diventati uno dei pochi « lasciapassare » per prendere una boccata d’aria. Ma com’è l’emergenza coronavirus vista dai cani? E com’è cambiata la vita per gli altri animali, sia domestici che selvatici? Simona Normando, veterinaria comportamentalista dell’Università di Padova, mette subito le mani avanti: «Le strade vuote e il silenzio fanno più impressione a noi che ai cani, anche perché gli odori si conservano per molto tempo e restano interessanti».
Ma qualcosa è cambiato anche per Fido: «I cani possono sentire il nervosismo dei padroni, e quelli che amano uscire per incontrare i loro simili vivono un’aspettativa non realizzata - spiega Normando -. Spesso inoltre la riduzione delle passeggiate è vissuta in maniera negativa, e per questo è importante fare delle attività alternative in casa o in giardino: la quarantena è una buona occasione per abituare il cane alla museruola, per allenarlo ai richiami e ai giochi con l’olfatto o per insegnargli a stare fermo».
L’impatto dell’emergenza sui pet si vedrà tra qualche settimana: « I cani più giovani hanno bisogno di uscire anche per interagire e conoscere nuove situazioni - osserva Chiara Bottaro, veterinaria di Padova esperta in comportamento animale -. Quando tornerà la normalità, questi cani non avranno maturato un bagaglio di esperienze adeguato e saranno meno preparati ail mondo esterno. I cani che erano abituati a stare molto tempo da soli, invece, potrebbero sviluppare un disturbo dell’attaccamento: ora stanno bene perché il padrone è più presente, ma ad emergenza finita dovranno subire un nuovo distacco che potrebbe richiedere un lavoro di recupero comportamentale. Una soluzione consiste nel favorire dei momenti di solitudine, magari usando un cancelletto per bambini».
Il problema riguarda anche i gatti: «Quelli che vivono in casa - spiega Bottaro - si sono ritrovati improvvisamente al centro dell’attenzione, ma anche questa situazione verrà interrotta bruscamente e diventerà fonte di stress. Il consiglio per i gatti abituati a uscire invece è quello di tenerli in casa, per non trasformarli in possibili vettori del contagio. E in questo caso il cambiamento è radicale anche per loro». Pet a parte, meno traffico e meno attività umane vuol dire anche meno disturbi per gli animali selvatici: «L’emergenza coincide con la stagione riproduttiva di ricci, rane e rospi, che quindi possono spostarsi senza il rischio di essere investiti - dice Andrea Pilastro, zoologo dell’Università di Padova -. Senza rumori di sottofondo, gli uccelli come cinciallegre, merli e capinere possono cantare a frequenze più basse e quindi comunicare più facilmente. Un altro risvolto positivo riguarda una specie a rischio come i fratini, presenti sia nel Delta del Po che nella laguna di Venezia: se le spiagge resteranno deserte ancora a lungo, i loro nidi non verranno distrutti e le nascite aumenteranno».
Insomma, la natura si sta riprendendo i suoi spazi: «L’assenza dell’uomo - conferma Pilastro - può portare gli animali a pascolare e cercare cibo in ambienti prima inaccessibili».
Pilastro Se le spiagge rimarrann o ancora a lungo deserte i nidi non verranno distrutti e vedremo più fratini