Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Actv, senza turisti buco di 100 milioni Ferie forzate e cassa integrazione
Nuovi orari, mezzi affollati e proteste. Seno: cambieremo, questo il servizio pagato dallo Stato
VENEZIA La previsione è da brivido: cento milioni di euro (su un fatturato di trecento) in meno. Del resto questo è l’apporto che danno i turisti sui conti di Actv. Senza, far quadrare il bilancio diventa davvero dura: «Abbiamo bisogno di un aiuto da parte del governo, le misure adottate non bastano», sottolinea il direttore generale Giovanni Seno. Da qualche giorno gli amministrativi sono equamente suddivisi tra chi è in ferie forzate, chi in smart working e chi in azienda; marinai, capitani e autisti stanno smaltendo le ferie arretrate ma è chiaro che presto finiranno e la cassa integrazione straordinaria sarà inevitabile. Azienda e Ca’ Farsetti stanno predisponendo un piano di azione con diverse soluzioni a seconda di quanto durerà l’emergenza coronavirus.
Intanto da ieri sono partiti i nuovi orari con la riduzione del servizio, «un obbligo imposto dall’ordinanza della Regione che si pone in coerenza con quanto prescritto dal governo»,
Il piano Riduzione dei costi, riorganizzazione del servizio e alternanza del personale
precisa l’azienda. Ma al primo giorno i problemi non sono mancati così come le proteste: dalla Giudecca (più corse), ma anche da Murano, a Lido e Pellestrina (i lavoratori delle case di cura), Chioggia (l’assessore Stecco chiede la rimodulazione di servizio e orari) e dei pendolari che nelle ore di punta sono costretti a viaggiare uno (troppo) vicino all’altro. In alcune corse alla mattina, ma soprattutto alla sera quando per tornare in terraferma da Venezia ci sono due mezzi all’ora per gran parte delle linee. In navigazione qualche marinaio ha preferito chiudere il passaggio prima che tutti i passeggeri salissero per evitare assembramenti all’interno del motoscafo.
Il Partito democratico ha presentato ieri una interrogazione raccogliendo le segnalazioni degli utenti: devono essere potenziate le linee 12 (per i sanitari) e 12L, sovraffollamento sulla linea 14 da Punta Sabbioni, sulla 5.2 delle 7.26, la 5.1 nelle ore di punta e la 11 all’ora di pranzo. «Stiamo analizzando tutti i suggerimenti, una volta verificata la fattibilità integreremo il servizio dove e possibile — specifica Avm anche sui social — Chiediamo a tutti collaborazione e comprensione, ma tutti dobbiamo fare la nostra parte: azienda e passeggeri insieme per uscire presto dall’emergenza». Una rimodulazione (al contrario) dovrebbe riguardare la linea 1 che durante il giorno viaggia quasi vuota: probabile una corsa ogni 20 minuti
Del resto l’azienda deve fare i conti con il bilancio. I turisti negli ultimi anni hanno contributo con cento milioni di euro grazie ai tagliandi venduti, la loro assenza comporta un buco di ugual misura, limitato solo dalla ripresa di viaggi e spostamenti (ma rimane l’incognità sui numeri). Spiega bene il direttore generale di Avm: « Il servizio di oggi è quello che l’azienda riesce a garantire con il contributo che arriva dallo Stato. Tutto quello che offriamo durante l’anno è possibile solo grazie alla presenza dei turisti». Veneziani e pendolari cioè beneficiano dei servizi per gli ospiti. Servirà un piano straordinario che parta dalla ristrutturazione dei costi, la riorganizzazione dei servizi e che tocca anche il personale. Ecco che inevitabilmente per i tremila dipendenti arriverà la cassa integrazione a turno considerando che l’attuale fabbisogno di lavoratori è ridotto del 30/40 per cento rispetto un normale periodo dell’anno. «Due sono le nostre priorità — sottolinea Giovanni Seno — salvaguardare i posti di lavoro e la salute di dipendenti e passeggeri». Negli ultimi giorni però Avm, così come le altre aziende partecipate dal Comune, hanno riscontrato un aumento di lavoratori che hanno fatto ricorso alla malattia. Venerdì i dipendenti di Actv ammalati erano 120 rispetto ad una media di meno della metà.
I conti Un terzo del fatturato dato dai visitatori. Priorità: occupazione e salute