Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Le giornate dentro l’hotel chiuso «Pronti alle emergenze e agli incendi»
VENEZIA Alberghi aperti con un solo cliente, per un lavoratore che non ha più un treno che lo porti a casa, un turnista o qualche viaggiatore che si è perso. Ce ne sono, in città. Pochi ma resistenti e uno di questi è l’hotel Saturnia & International di calle Larga XXII Marzo. «Più che aperti, noi siamo presidiati – spiega Gianni Serandrei, che con fratelli e sorelle gestisce l’hotel a quattro stelle aperto nel 1908 dal bisnonno – È un palazzo del 1400, con legno dappertutto, che ha un sistema antincendio. Non vogliamo rischiare che, se scatta l’allarme e ci chiamano dalla centrale, non si trovi nessuno a rispondere». Di giorno si alternano i familiari, la sera il portiere di notte. Sempre uno solo alla reception in un edificio con 90 camere vuote e chiuse a chiave dopo la sanificazione e coperte di teli antipolvere. Spettrale? «Ci sono online recensioni di clienti che sostengono di aver visto un fantasma, una donna anziana. Una cosa strampalata – alza le spalle il titolare - Non credo ai fantasmi ma credo fermamente alla necessità di non chiudere mai gli alberghi storici: lo trovo pericoloso in una città poco popolata e piena di strutture recettive chiuse. Se scoppiasse un incendio, non ci sarebbe nessuna persona vera, in carne ed ossa, ad avvisare i vigili. Noi abbiamo chiuso Ca’ Pisani all’Accademia ma collegando il sistema antincendio al Saturnia». Di giorno il lavoro si concentra sul cancellare le prenotazioni ed aggiustare impianti e arredi, di notte sul tenere i sensi all’erta. «Abbiamo avvisato tutti i clienti eppure il 12 marzo ci siamo trovati in portineria una coppia di argentini che erano partiti da casa il giorno prima - racconta – Assurdo. Ma non potevamo certo lasciarli in strada, col divieto di uscire che c’è. Abbiamo dato una
camera, la colazione la mattina successiva e li abbiamo salutati. L’albergo è
chiuso, ripetiamo. Ma se ci fosse bisogno di dare ospitalità a personale collegato alla gestione dell’emergenza, siamo disponibili ad attivarci con tutte le precauzioni del caso». Tutto il mondo sa che c’è una pandemia, eppure continuano ad arrivare prenotazioni. «Abbiamo avvisato i grandi portali tipo Expedia e Booking di non accettare clienti – scandisce Serandrei – Ma continuano a mandarci messaggi automatici di prenotazioni. Ecco, ne ho due per domani, che cancello. Ma cosa vengono a fare, i turisti?».