Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
I focolai di Gruaro e S. Donà e le folle nei bar della zona «Ospedale di Jesolo pronto»
Otto tra medici e tecnici di radiologia contagiati
SAN DONA’ Tre morti tra domenica e lunedì e il numero di contagi che continua a salire. Anche il Veneto Orientale è in piena battaglia: qui l’epidemia si è sviluppata più tardi rispetto ad altri territori ma i numeri degli ultimi giorni certificano che il coronavirus si è diffuso ampiamente anche nel territorio dell’Usl 4. Alle 13 di ieri erano 76 le persone positive (+ 9 rispetto alle 13 di lunedì) con alcuni comuni che risultano in particolare sofferenza. A partire da San Donà di Piave che ieri era il secondo comune del veneziano per numero di contagi: trentacinque. Situazione critica anche a Portogruaro con dieci persone positive. Ma il virus sta interessando quasi tutto il territorio, comprese le realtà più piccole. A Gruaro, che ha meno di tremila abitanti, sono 6 i positivi. Una percentuale elevata che ha subito allertato l’Usl 4. «Il cluster di Gruaro è sotto osservazione – ha confermato il direttore del dipartimento di prevenzione Luigi Nicolardi – stiamo approfondendo l’indagine anche con tamponi. Si fa riferimento a un evento sportivo di alcuni giorni fa che potrebbe essere l’origine del focolaio». Alla base del focolaio potrebbe infatti esserci una partita alla televisione: tra sabato e domenica 8 marzo, alla vigilia del decreto che ha imposto la chiusura dei loimportante: cali, diverse persone si sarebbero riunite in un bar per vedere la partita. «E’ una supposizione e si stanno vagliando diverse ipotesi – ha sottolineato però il sindaco Giacomo Gasparotto – Gruaro è piccola ma ha un’attività industriale ci sono 1000 addetti e ogni giorno c’è tanta gente che viene e che va e questo può essere stato un fattore».
C’è poi il caso di San Donà che ha molti più residenti (oltre 40 mila) ma ben 35 persone contagiate. «C’è una zona dove c’è un numero di casi concentrati – ha aggiunto Nicolardi - stiamo cercando di capire se c’è stato un evento particolare». Si tratterrebbe di un’area di San Donà sud in prossimità del cimitero: anche qui potrebbe esserci stato un assembramento in un locale. Fatto sta che l’epidemia è esplosa anche nel Veneto Orientale: sono decedute 4 persone dall’inizio della diffusione e a oggi ci son 76 persone contagiate e 31 ricoveri. Quasi tutti i ricoverati sono all’ospedale di Jesolo che ne ospita 26 (+3 rispetto a lunedì) - dei quali 8 in terapia intensiva - e che è stato individuato come Covid Hospital dell’Usl 4. «Stiamo liberando l’ospedale da tutte le altre attività – ha spiegato il direttore generale dell’Usl 4 Carlo Bramezza – non entreranno più pazienti che non siano affetti da Covid19. Il Pronto Soccorso per ora rimane aperto ma, quando lo indicherà la Regione, diventerà un punto di primo intervento e le ambulanze del territorio porteranno i pazienti gravi (per esempio infarto) a San Donà o a Portogruaro». L’ospedale di Jesolo, che ieri mattina aveva tutti gli otto posti di terapia intensiva occupati ma che in serata li ha aumentati a 14 e verrà ulteriormente potenziato, sarà quindi la prima linea di un fronte unito. «Ho chiesto alla casa di cura Rizzola – ha infatti aggiunto il direttore – di dedicare un reparto per i pazienti affetti da Covid19 in via di guarigione».
L’Usl 4 ha già effettuato 445 tamponi e messo in quarantena preventiva circa 1200 persone. Ma i numeri aumenteranno. «Zaia ci ha chiesto di fare un piano di tamponamento più vasto possibile della popolazione a partire dai sanitari» ha concluso Bramezza. Sanitari tra i quali ci sono già alcuni positivi: oltre a un medico di continuità assistenziale, 5 operatori della Radiologia di San Donà, uno dell’ortopedia di Portogruaro e un chirurgo della Rizzola.