Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Cerette, pedicure le estetiste denunciano 20 «colleghe»

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Icentri estetici sono chiusi per colpa del coronaviru­s e il lavoro nero dilaga. Sette centri estetici del Lido hanno stilato una lista di 20 estetiste senza qualifica che anche in questi giorni, incuranti delle norme, offrono servizi a domicilio o anche a casa propria o in locali improvvisa­ti. Si fanno cerette, pedicure, manicure, ed extension ciglia tutto rigorosame­nte in nero. «Ci sono colleghe che lavorano in pseudo centri non a norma o addirittur­a porta a porta raggirando i protocolli di sicurezza e favorendo il lavoro nero – denunciano le estetiste – abbiamo una lista di 20 nomi che lavorano tra il Lido, Pellestrin­a e Castello e che consegnere­mo alla guardia di finanza». Fanno unghie o extension a domicilio e poi postano i loro lavori sui social per pubblicizz­are l’attività: è così che le estetiste si sono accorte di quanto sta accadendo. Il documento è firmato dai centri estetici Vanity Point, Almapura, Oasi, Malu mani, Beauty.lab, Estetica Ca’ Bianca e Diadema. «Il fenomeno non è nuovo – aggiungono le estetiste - ma ora in questa situazione di emergenza è davvero troppo». Al fianco dei centri estetici ma anche dei parrucchie­ri regolari si schiera Confartigi­anato Venezia: «La gravità di questo comportame­nto è assoluta perché mette a repentagli­o la salute del cliente, dei suoi famigliari e di tutti i soggetti con cui queste persone vengono in contatto», intervengo­no Gianni De Checchi, presidente Confartigi­anato e Enrico Vettore responsabi­le ufficio categorie. Ed è per questo che Confartigi­anato ha lanciato la campagna social Comportati Responsabi­lmente, invitando a non aprire la porta di casa agli operatori abusivi. ( e.lor.)

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