Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Vale l’ordinanza veneta: oggi stop degli iper
Ieri code nei supermercati, ma il governatore obietta: «Ci sono sempre state. Per una domenica meglio evitarle». Passeggiate solo fino a 200 metri da casa Zaia non ritira l’ordinanza: «L’ho fatta per motivi di sicurezza legati alla salute pubblica»
Ilgovernatore Luca Zaia tira dritto sull’ordinanza che chiude i supermercati la domenica. «Resta valida fino al 3 aprile - spiega - a meno che il 25 marzo il governo reiteri un nuovo decreto e la faccia diventare inutile, adottando misure ancora più restrittive».
VENEZIA «Non ritiro l’ordinanza del Veneto, per me resta valida fino al 3 aprile, a meno che non accada che il 25 marzo il governo reiteri un nuovo decreto e la faccia diventare inutile, adottando misure ancora più restrittive». Il governatore del Veneto Luca Zaia non arretra di un millimetro e va avanti per la sua strada, nonostante nella serata di ieri il ministro alla Salute, Roberto Speranza, avesse pubblicato un’ordinanza che chiudeva gli accessi ai parchi, limitava le passeggiate in prossimità della casa e vietasse ai proprietari di seconde case di raggiungerle. Nessun cenno, da parte dell’esponente Pd del governo, alla chiusura degli ipermercati, misura contenuta invece nell’ordinanza del Veneto. «Domani (oggi per chi legge, ndr) gli unici esercizi commerciali che resteranno aperti in Veneto saranno le farmacie, le parafarmacie e le edicole. Ai veneti - dice Zaia - chiedo di rispettare le regole che abbiamo dato».
Il governatore scende poi nel dettaglio e spiega la sua decisione, «Lo possiamo fare per motivi concernenti la sicurezza della salute pubblica. Esiste in tal senso una sentenza che dà ragione alla Regione Campania. Ma non cercate a tutti i costi la contrapposizione con il governo. Nella mia ordinanza ho chiuso tutte le rivendite di alimentari e di bevande aperte di domenica - rileva -. È un sacrificio che chiedo ma questa è una battaglia che dobbiamo fare in squadra. Siamo tutti cresciuti con i negozi di alimentari chiusi la domenica, non sarà certo questo a creare scompiglio nella popolazione».
Al netto del fatto che molte catene di supermercati, dall’Alì alla Coop per citarne alcune, avevano già deciso spontaneamente di tenere chiuso (ma la Metro vorrebbe tenere aperte le sedi di Verona e Rubano, nel
Padovano), Zaia riassume in quattro punti i motivi della scelta. «Diamo un turno di riposo ai cassieri e ai magazzinieri dei supermercati che lavorano tutta la settimana; alcuni di loro sono positivi e manca i l turnover adeguato; santifichiamo per una volta la festa; evitiamo gli assembramenti domenicali per fare la spesa».
E a chi gli fa presente che gli assembramenti c’erano già ieri, forse proprio in virtù della decisione della Regione, lui risponde seccamente: «Le code ci sono sempre. La mattina presto vedo sempre gente in colonna per fare la spesa. Ma i veneti sono così, hanno voglia di fare magazzino, di fare scorte. Il cibo però non manca e lunedì (domani, ndt) i negozi saranno aperti».
Zaia lascia poi intendere che è allo studio un sistema per contingentare gli accessi ai supermercati e ai negozi aperti in generale. «Stiamo ad un sistema non coercitivo per capire se c’è qualcuno che passa spesso attraverso le casse o se ci va una volta sola».
Intanto in Veneto alcuni ristoranti e pizzerie si stanno dedicando all’asporto. Ma secondo Ernesto Pancin, direttore generale di Aepe (Associazione bar e ristoranti) Venezia si tratta di un fenomeno molto limitato: «Credo che siamo attorno allo 0,001% - dice - perché mantenere la produzione per le consegne a domicilio non è affatto economico. Non sappiamo cosa accadrà dopo il 25 marzo, anche se par di capire che si vada verso una proroga dell’attuale decreto. E siamo molto preoccupati. Attendiamo gli aiuti dallo Stato che fino ad ora non ci sono stati».
Per quel che riguarda le passeggiate, in Veneto sarà in vigore l’ordinanza di Zaia, ovvero quella che determina in 200 metri da casa la massima distanza. Tutti i Comuni veneti dovranno adeguarsi a questo. Il governatore invoca anche la chiusura totale delle fabbriche, fatte salve quelle indispensabili in questo momento di pandemia. «Auspico - chiosa - che il governo vada in questa direzione nel prossimo decreto». Su questo tema si è espresso anche il segretario della Cgil, Christian Ferrari,chiedendo a Zaia la chiusura totale.