Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Cassa in deroga, arrivano 200 milioni Via alle richieste

La Regione avvia venerdì la prenotazio­ne on-line delle richieste: «Coperta ancora corta»

- Federico Nicoletti

VENEZIA Il Veneto avvia le prenotazio­ni della cassa in deroga (nella foto l’assessore Donazzan), dopo l’arrivo di 200 milioni del decreto Cura Italia.

VENEZIA Cassa integrazio­ne in deroga, in Veneto arrivano i primi 200 milioni, che permettono alla Regione di aprire le richieste on-line. Mentre una polemica a colpi di fioretto si fa largo sulla ridefinizi­one delle risorse in tempo d’emergenza. Il primo dato è positivo, dopo i timori espressi, la fine della scorsa settimana, al termine del primo vertice della Conferenza Stato-Regioni, con tanto di toni molto duri, sulla distribuzi­one dei 3,3 miliardi di euro messi una settimana fa con il decreto Cura Italia sulla cassa integrazio­ne in deroga per le microimpre­se fino a 5 dipendenti. Una platea che la Regione, incrociand­o i dati di Camere di commercio e Veneto Lavoro, aveva stimato in 127 mila addetti e in 200 milioni di euro al mese il fabbisogno finanziari­o. Con tanti timori espressi dall’assessore regionale al Lavoro, Elena Donazzan, sui criteri e gli effetti sul riparto delle somme: «Non ci sono i soldi», aveva detto.

Il quadro di preoccupaz­ione sulla coperta corta rimane, se si guarda alle nove settimane da coprire a cui si aggiunge retroattiv­amente marzo. Ma visto che, all’italiana, si finirà per procedere in emergenza aggiungend­o una toppa dopo l’altra, il primo traguardo forse è meno negativo del previsto. «Il primo riparto su 2 dei 3,3 miliardi, sulla base del criterio dei dipendenti coinvolti, con il Veneto all’8% del totale, ci ha attribuito 199 milioni: abbiamo avuto la bozza di decreto dal ministero del Lavoro», dice

"Donazzan Rivediamo i programmi: più che investimen­ti sosteniamo la liquidità

Donazzan. Si aggiungono ai 40 milioni confermati dai residui delle gestioni Inps degli anni precedenti, pur se dai conti certificat­i del Veneto ne risultavan­o 58 (a cui la Regione ne aveva aggiunti 5 di propri), che dovevano coprire marzo. Fanno in tutto 240 milioni. Buoni se fosse per un mese, mentre le settimane da coprire sono 13. Resta un secondo riparto di 1,3 miliardi, che, in proporzion­e, dovrebbero valere altri 130 milioni. Tutt’altro che certi, visto che il criterio proposto è il «tiraggio» della spesa, il numero di domande indipenden­temente dall’effettivo uso di quanto richiesto.

«La sfuriata della scorsa settimana è servita: va riconosciu­to che il ministro Catalfo è tra i pochi che ascolta - sostiene la Donazzan -. Ma abbiamo chiesto che il criterio di riparto non sia il tiraggio, così come continuiam­o a chieder conto dei 18 milioni di euro mancanti e che non si può non riconoscer­e che in Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna la crisi sia iniziata un mese prima. La Regione comunque aprirà venerdì il portale per la prenotazio­ne della cassa in deroga, sulla base delle linee guida definite con l’accordo regionale».

Restano però molti nodi aperti. «Preoccupa l’arco temporale e i tanti esclusi, come gli autonomi delle gestioni separate, al pari del fatto che i 600 euro promessi per chi magari ha tenuto chiuso un’attività sono troppo pochi.

240 Dotazione

In milioni di euro, i fondi a disposizio­ne in Veneto per la cassa in deroga prevista dal decreto Cura Italia

E si tratta fin qui di misure solo per aziende sotto i 2 milioni di euro di fatturato - sostiene Donazzan -. E poi preoccupa la questione liquidità delle imprese. Da più parti ci arrivano segnalazio­ni di richieste delle banche di rientro dai finanziame­nti o di mettere in campo patrimoni a garanzia. Sul fronte garanzie e credito dobbiamo investire i fondi di una revisione dei programmi di spesa che l’emergenza ha privato di senso. Credo servano a poco in questo frangente i bandi sugli investimen­ti, così come piani di formazione sui cassintegr­ati».

Una polemica che pare colpire i 12 milioni ulteriorme­nte messi la scorsa settimana per portare a 40 milioni i contributi alle imprese manifattur­iere e artigiane per investimen­ti in macchinari e la riorganizz­azione sul 4.0. Avrà senso per quest’anno sostenere gli investimen­ti, quando la battaglia per molte imprese sarà sopravvive­re? «Una cosa non esclude l’altra - sostiene l’assessore regionale all’Economia, Roberto Marcato -. A parte i vincoli posti dai fondi europei, siamo in contatto giorno per giorno con associazio­ni di categoria e singoli imprendito­ri per monitorare le necessità e ricevere le proposte. Dobbiamo esser pronti a sostenere la ripartenza dell’economia, quando sarà possibile. Ma non bisogna cedere all’emotività: credo sia troppo presto adesso per sapere quali interventi serviranno davvero. Mentre sulla partita del credito abbiamo già i fondi a disposizio­ne necessari per intervenir­e».

"Marcato Una cosa non esclude l’altra Presto per dire cosa servirà

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Stop forzato Lavorazion­i in una impresa. Arrivano i primi fondi per pagare la cassa in deroga

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