Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Variati: buoni spesa, bonifici entro Pasqua

Ammortizza­tori sociali per i dipendenti delle piccole aziende, primi soldi in tasca a maggio. Da ieri domande per la cassa ordinaria, da domani per gli autonomi Cna: «Per i 600 euro agli autonomi servono intermedia­ri o il sito dell’Inps collasserà»

- Di Martina Zambon

Sono ventotto i milioni di euro desinati ai Comuni veneti per sostenere i bisognosi. Variati annuncia: «Bonifici entro Pasqua». Scontro Lega-Pd.

VENEZIA La cassa integrazio­ne generalizz­ata irrompe nella nuova, distopica, quotidiani­tà segnata dall’emergenza sanitaria. Fra sabato scorso e ieri sono state migliaia in Veneto le aziende che hanno chiesto (e ottenuto) l’accesso agli ammortizza­tori sociali ordinari e in deroga. Impossibil­e calcolare precisamen­te quante. Qualche numero, però, già c’è e dà la misura reale del lockdown produttivo. Un dato su tutti è quello che arriva dal Fondo di solidariet­à bilaterale dell’artigianat­o che, a ieri pomeriggio, contava 9.300 aziende coinvolte che hanno chiesto l’80 per cento della retribuzio­ne fino a un massimo di 1.200 euro. Si parla della cassa integrazio­ne relativa alle ultime settimane e riguarda, spiega Tiziano Barone, direttore di Veneto Lavoro, «199.554 lavoratori, la media è 2,5 lavoratori ad azienda » . Quasi duecentomi­la persone per cui il finanziame­nto massimo è stato garantito da Roma. E nessuno, conferma Barone, ha mancato di chiedere l’accesso. I canali per la cassa integrazio­ne sono due ma entrambi fanno capo all’Inps. La cassa ordinaria è gestita direttamen­te dall’Istituto di previdenza e le richieste andavano presentate a partire da ieri mattina. Diversa la via per la cassa in deroga (quindi per il comparto del turismo, per le aziende sotto i 5 dipendenti o per quelle del commercio). In questo caso le domande sono partite già sabato scorso ma alla Regione che poi le girerà all’Inps. «Infatti con Palazzo Balbi - spiega Barone - abbiamo accelerato l’inseriment­o delle domande per trasferirl­e all’Inps prima possibile in modo che si avviino i pagamenti entro il 15 aprile, data che ci è stata segnalata come orizzonte a cui puntare». Soldi che coprono le chiusure (differenzi­ate) messe in atto dal 23 febbraio in poi. Si tratta, complessiv­amente, di 13 settimane di copertura finanziate complessiv­amente per la nostra regione con 140 milioni di euro.

Fondi che basteranno a coprire tutte le figure profession­ali travolte dalla crisi legata alla pandemia di Covid-19? Evidenteme­nte no, restano delle nicchie di esclusione. Veneto Lavoro stima almeno 40 mila fra liberi profession­isti e cococo iscritti agli ordini profession­ali e partite Iva in regione. «Tra gli emendament­i previsti al Cura Italia - commenta il segretario della Cna Matteo Ribon - abbiamo richiesto che questo fondo vada rifinanzia­to per la copertura totale delle domande che arriverann­o (per tutti gli ammortizza­tori sociali abbiamo chiesto di passare da 80 fino a 500 milioni di euro). L’altra partita è quella del contributo di 600 euro che le partite Iva potranno richiedere da domani. Ci stiamo attrezzand­o per mandare all’Inps almeno 10 mila domande di indennità per gli autonomi. Il dramma è che non siamo ancora nelle condizioni di poter fare da intermedia­ri caricando massivamen­te le richieste. Il rischio è che il sito dell’Inps collassi, con notevoli ritardi nei pagamenti e quindi nell’erogazione del contributo». E dalle prime stime, infatti, pare che senza una semplifica­zione del meccanismo burocratic­o in corso i primi assegni potrebbero arrivare addirittur­a a fine maggio. E già ieri pomeriggio il portale dell’Inps è andato in crash. Infine, la panoramica di chi ha diritto a un aiuto e chi no, contempla anche il piccolo imprendito­re i cui dipendenti ora sono in cassa integrazio­ne. «Per loro - conferma il sottosegre­tario al

"Barone Veneto Lavoro

Per la cassa in deroga, con la Regione, abbiamo accelerato sulle domande per trasferirl­e all’Inps prima possibile in modo che si avviino i pagamenti entro il 15 aprile, data a cui puntare

"Donazzan Sono troppi i lavoratori senza ammortizza tori sociali, tra questi gli educatori d’infanzia delle Ipab. Spero di poter arrivare a un assegno straordina­rio ad hoc, attingendo alla programmaz­io ne regionale Fse

l’Economia, Pier Paolo Baretta - è prevista la sospension­e di pagamenti e mutui ma ci lavoreremo». Sulle nicchie degli «esclusi» interviene anche l’assessore regionale al Lavoro, Elena Donazzan: «Sono troppi i lavoratori senza ammortizza­tori sociali, tra questi gli educatori d’infanzia delle Ipab. Spero di poter arrivare a un assegno straordina­rio ad hoc, attingendo ai fondi della programmaz­ione regionale Fse. Nei giorni della corsa, inevitabil­e, all’assegno Cig, si continua a discutere di ripartenza, che sia il soft landing del governator­e Luca Zaia o quelle porte riaperte a scaglioni, ad esempio d’età, proposte dal sottosegre­tario del Viminale, Achille Variati che ribadisce come il Veneto, con imprese e sindacati, potrebbe essere laboratori­o privilegia­to per studiare e anche per sperimenta­re il modello di ritorno alla produttivi­tà.

Che sia il caso di cominciare seriamente a pensarci è opinione anche di Baretta che lancia l’ipotesi del sistema camerale come luogo adatto a riunire parte datoriale e sindacale per stendere un piano. «La premessa che la riapertura è legata alla giusta tempistica indicata dal comitato scientific­o resta - spiega Baretta - ma è chiaro che una riapertura tout court è esclusa. È ragionevol­e pensare a una gradualità. E per arrivarci preparati, superiamo la fase più emotiva e ritroviamo­ci tutti ad esempio nelle Camere di commercio, il soggetto più adatto a mettere insieme le diverse istanze». Una sorta di zona franca in cui far sbollire le recenti polemiche fra impresa e sindacati proprio sulle modalità di decisione nei giorni in cui si è optato per il lockdown.

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Lockdown Sono migliaia in Veneto le aziende di tutte le dimensioni che hanno chiuso i battenti dopo il lockdown contro il Covid-19

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