Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Lista degli hotel per la quarantena
Accordo Regione-Federalberghi, già scelte 4 strutture a Montegrotto, Mestre, Treviso e Verona: serviranno ai positivi o ai sanitari
VENEZIA Una lista di alberghi a cui la Regione può attingere in caso di necessità durante l’emergenza coronavirus, ad oggi sono quattro, ma è solo l’inizio. L’obiettivo è superare la disposizione del governo che autorizza il prefetto a requisire hotel e altre strutture che potrebbero servire per ospitare le persone in isolamento o sotto sorveglianza sanitaria (oggi sono ventimila in Veneto). Poi ci sono i sanitari che arrivano anche da altre città o Paesi.
A sentire l’ultima previsione di ieri del governatore del Veneto («Il picco era stimato al 15 aprile ma potrebbe arrivare anche prima», ha detto Luca Zaia), potrebbe non servire ma la lezione dell’ultimo mese e mezzo consiglia di non farsi trovare impreparati. L’iniziativa è partita da Federalberghi per bypassare la disposizione del governo ma allo stesso tempo, come fatto durante l’emergenza immigrazione, ridurre le perdite con gran parte delle strutture chiuse a data da destinarsi. L’accordo tra l’associazione di categoria e la Regione Veneto è già stata raggiunta, tanto che ci sarebbe già una bozza di delibera (in attesa solo la definizione e il timbro finale della Protezione civile e del presidente Zaia) realizzata dall’assessorato al Turismo che definisce i contorni della collaborazione. Gli hotel individuati da Federalberghi sono di medie dimensione, tutti nelle vicinanze degli ospedali in modo da essere facilmente raggiungibili. Per ora sono quattro le strutture scelte, nelle quattro province maggiormente colpite dall’emergenza: per Padova a Montegrotto ( vicino al centro di Schiavonia), a Mestre, Verona e Treviso. «Federalberghi ha una tradizione consolidata di aiuti nelle situazioni di emergenza, già eravamo intervenuti mettendo a disposizione nostre strutture dopo i terremoti — sottolinea il presidente Marco Michielli — Quello che vogliamo evitare è la premo cettazione degli alberghi da parte dei prefetti». L’accordo è in via di sottoscrizione nel Lazio, in Piemonte e anche a Firenze. Proprio in Toscana sono quasi tremila le camere messe a disposizione delle Regioni e delle Usl.
La delibera del Veneto potrebbe essere approvata già entro una decina di giorni («Partiamo con Federalberghi ma si potranno aggiungere anche altre associazioni di categoria», precisa l’assessore al Turismo Federico Caner), per poter intervenire prontamente ed ospitare le persone positive al virus che non hanno sintomi tali da richiedere il ricovero ma che, per svariati motivi, non possono rimanere a casa propria; il personale sanitario — non solo gli operatori risultati positivi, ma tutti — che per non mettere a rischio i familiari o per evitare lunghi spostamenti ha necessità di un alloggio temporaneo.
Gli alberghi dovranno farsi carico e garantire il servizio di reception-guardia, affinché nessuno entri. Ogni stanza dovrà essere dotata di servizi considerati requisiti minimi: riscaldamento, asciugacapelli, bollitore, frigorifero, collegamento wifi e televisore. Negli spazi comuni, per chi non è in isolamento, le persone dovranno mantenere le distanze di sicurezza interpersonale. Saranno poi le Usl a fornire il vitto in vassoi sigillati, a fornire la biancheria e garantire la sorveglianza sanitaria. Il costo non è stato ancora quantificato anche se l’esempio della Toscana parla di una trentina di euro al giorno ai gestori, per ogni camera occupata.