Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Dai croupier ai bidelli e cuochi 4 mila in cassa integrazione lavorano le guardie dei musei
Veritas riduce alcuni servizi, fermi i cantieri di Insula
A turno Alcune aziende turnano le persone in cig per ridurre le ripercussioni
Cultura Lavoratori della Fenice a casa. Smart working per chi può
VENEZIA Il primo a partire è stato il Casinò. Quasi subito, a febbraio, dopo lo scoppio dell’emergenza coronavirus e le direttive di chiudere i luoghi di aggregazione. Il sindaco aveva provato a riaprirlo con distanze tra tavoli, giocatori ed entrate contingentate, ma è durato due giorni, la scure del governo e il coprifuoco ha fatto il resto.
Poi sono stati i dipendenti di Actv che avevano poche ferie arretrate. La cassa integrazione è stata inevitabile visto l’assenza dei turisti e i conti in rosso per 140 mila euro al giorno. E’ arrivata quindi la riduzione del servizio di trasporto pubblico e l’inevitabile provvedimento — a rotazione — per marinai, capitani e autisti, ma anche per gli amministrativi che alternano la cassa integrazione allo smart working (1500 in tutto). «Dovesse continuare così, affermare che i mancati introiti potrebbero aggirarsi attorno ai 100 milioni di euro — nel solo trasporto, cui andrebbero aggiunti i mancati introiti che il Gruppo ottiene sempre dai turisti in altre sue attività — appare legittimo», ha sottolineato il direttore generale di Avm Giovanni Seno commentando situazione e assenza di turisti. La città semi-deserta ha portato anche Veritas a rivedere alcuni suoi servizi, l’emergenza coronavirus poi ha fatto il resto con la chiusura di sportelli, eco-centri e la sospensione dei postini. Ecco dei 2700 dipendenti il 50 percento (a rotazione) si trova in smaltimento ferie, smart working o Fis (fondo d’integrazione salariale). Lo scenario è simile per tutte le società partecipate del Comune. Del resto l’assessore al Bilancio Michele Zuin ha sempre ribadito: «Abbiamo pensato subito a mettere in sicurezza le società, perché non possiamo permetterci che salti il sistema. Abbiamo messo in atto misure di protezione del reddito seguendo questi obiettivi: sicurezza, salute lavoratori, tutela del lavoro». E se a marzo la differenza di stipendio sarà minima, i primi contraccolpi ci saranno con la busta pga del prossimo mese. «Facciamo già fatica a gestire così i servizi, non chiedetene di più», ha sottolineato ieri pomeriggio il sindaco Luigi Brugnaro durante la sua strisce televisiva quotidiana parlando dei servizi ai cittadini.
Il conto complessivo delle persone in cassa integrazione o Fis raggiunge così quasi quota 4400, anche se i numeri possono variare di giorno in giorno in base alle esigenze. Perché oltre alla casa da gioco ( quasi seicento persone), Avm (1500), Veritas (1300), ci sono i dipendenti di Insula (una cinquantina, ma i cantieri sono fermi perché non lavorano le imprese), di Vega e Ive (dieci) e Ames, praticamente tutti i lavoratori della scuola: 262 divisi tra i collaboratori del servizio cucina e i bidelli. Per tutti da quindici giorni è stato richiesto il fondo di integrazione salariale fino al 30 aprile, ma potrebbe essere prolungato a giugno.
Nemmeno il mondo della cultura è stato escluso da serrata e coprifuoco. Sono 406 ( sui 409 complessivi) ad esempio i dipendenti in cassa integrazione del Teatro La Fenice, poi ci sono anche i lavoratori dei musei civici. Ai 46 dipendenti dalla Fondazione ( trenta lavorano in smart working), vanno aggiunti quelli in appalto come i custodi e gli addetti all’accoglienza (294, mentre 56 stanno ancora lavorando per garantire la sicurezza di tutte le sedi museali, così come i 17 addetti alla vigilanza notturna).