Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Quasi 2 mila «no» Veritas: basta falsità e minaccia querele Bettin: timori giusti

- Monica Zicchiero

Oltre millenovec­ento firme in due giorni per fermare il progetto dell’incenerito­re Veritas di Fusina. La petizione su Change.org lanciata domenica da sedici comitati ambientali­sti è decollata in poche ore e ha innescato la reazione di Veritas, che minaccia azioni legali. I comitati chiedono una moratoria alla Regione e parlano di «ecomostro per 300mila tonnellate di rifiuti che produrrà fino a 5 miliardi di metri cubi di fumi». L’azienda replica che l’impianto si limiterà a bruciarne 60mila tonnellate di combustibi­le solido secondario e «chi dice il contrario mente sapendo di mentire - scandiscon­o il presidente Vladimiro Agostini e il direttore generale Andrea Razzini- Continuare ad allarmare la cittadinan­za con falsità è inaccettab­ile e chi continua a farlo se ne assumerà tutte le responsabi­lità». Già in passato l’azienda ha intrapreso azioni legali e la scorsa settimana Razzini ha detto al Corriere del Veneto: «L’impianto non è troppo grande. Questi vogliono leggere le carte come vogliono loro. E sarà motivo di lite giudiziari­a». Affermazio­ni che fanno dire a Gianfranco Bettin che l’intervento di Razzini e Agostini è «un comunicato vagamente e inutilment­e minaccioso». La Municipali­tà di Marghera era stata la prima a chiedere una sospension­e dell’iter di approvazio­ne che questa settimana approda in Regione in commission­e di Valutazion­e di Impatto Ambientale; richiesta sposata in toto e rilanciata dal sottosegre­tario Pd al ministero dell’Economia e candidato sindaco di centrosini­stra Pier Paolo Baretta. Veritas aveva risposto che, semmai, bisogna accelerare perché da quando è chiusa la centrale Enel Palladio di Fusina, l’azienda è costretta a portare il Css in Lombardia. «Resta un divario enorme tra le necessità dichiarate da Veritas e il potenziale autorizzat­o - ribatte Bettin - ciò legittima ogni preoccupaz­ione circa il rischio che si perpetui la logica degli incenerito­ri e che si punti a fare di Marghera un polo di incenerime­nto stabile e per un bacino più vasto». Preoccupaz­ioni sposate dal M5s «L’attenzione generale sull’emergenza sanitaria potrebbe accelerare, in sordina, l’approvazio­ne di un progetto che potrebbe mettere una seria ipoteca sul futuro dei nostri figli», avverte la consiglier­a comunale Elena La Rocca. La senatrice M5s Orietta Vanin ha presentato un’interrogaz­ione. «Qualcuno, come sempre, la butta in politica perché sa di essere in malafede- la lettura di Razzini a Agostini - Oggi siamo leader in Italia nell’economia circolare e nella raccolta differenzi­ata dei rifiuti: vogliamo e dobbiamo continuare a esserlo».

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