Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Cinque morti, calano i ricoveri gravi Mascherine, il «fai da te» dei medici
Primo decesso alla Francescon, positivi tra i disabili a Fossalta. Sanificato il distretto di Favaro
VENEZIA Paiono essersi stabilizzati i contagi: ieri, in linea con i giorni scorsi, ci sono stati infatti 41 nuovi casi nel Veneziano per un totale di 1127 persone positive. Ma anche un altro trend pare purtroppo essersi assestato: quello dei decessi. Ieri sono state registrate cinque nuove vittime del coronavirus: Giovanni Marangon, 80enne di Mira spirato all’ospedale di Dolo; Iver Vanin, 69enne di Scorzè deceduto all’ospedale di Mirano; Rodolfo Tiso, 79enne di Portogruaro morto al Covid Hospital di Jesolo, e Giovannina Busato, 75enne residente a Mestre che si è spenta a Venezia.
A loro si aggiunge Alda Cadinaro, 94enne deceduta domenica all’Angelo.
Ma la giornata di ieri ha registrato anche un altro decesso: alla casa di riposo Francescon è morto uno degli otto anziani che sabato 21 marzo erano risultati positivi al coronavirus. L’uomo, isolato nella struttura come gli altri ospiti positivi, si è spento ieri pomeriggio. Alle spalle aveva altre patologie sulle quali si è innestato il virus che, come in tanti dei decessi, ha aggravato le sue condizioni portandolo alla morte. La casa di riposo è quindi in allerta anche perché attende, a più di una settimana, gli esiti dei tamponi su altri ospiti e sul personale. Ma c’è un altro caso che preoccupa il Veneto Orientale. A Fossalta di Portogruaro sono risultati positivi 9 ospiti della comunità di accoglienza residenziale «San Damiano» di Fratta e alcuni operatori. La comunità ospita una ventina di persone con grave disabilità: gli ospiti contagiati al momento stanno bene e sono in isolamento nella struttura. «San Damiano è un simbolo del sostegno ai soggetti più fragili e si trova ad affrontare l’emergenza più difficile del nostro territorio - spiega il sindaco Noël Sidran - Siamo in contatto con l’Usl 4 sia per la fornitura dei dispositivi di protezione che per monitorare la situazione. Sono già state assunte tutte le misure di contenimento necessarie».
I ricoveri nel Veneziano sono saliti a quota 299, dei quali 60 in terapia intensiva, in calo dopo il picco a 66 di venerdì: purtroppo i posti si liberano a causa dei decessi, ma fortunatamente ne arrivano pochi di nuovi. Le Usl 3 e 4 stanno mettendo in campo il massimo sforzo per arginare i contagi. L’Usl 3, che ha messo in isolamento domiciliare 4256 persone, fino a sabato aveva già effettuato 13.659 tamponi che
Il test
Su mille medici, il 43 per cento dice di essersi arrangiato per le protezioni
Case per infermieri I sindacati hanno chiesto alloggi per chi viene da fuori città
hanno fatto emergere 105 dipendenti positivi. Sono invece 4.683 le persone in attesa dei risultati, che daranno un quadro più completo della diffusione dell’epidemia. Che non risparmia nessuno. Ieri – e lo sarà anche oggi – è rimasto chiuso il distretto sanitario di Favaro per consentire le sanificazioni dopo che un lavoratore esterno è risultato positivo. Proprio su medici e operatori l’attenzione è massima: le Usl li stanno sottoponendo a tamponi di massa per tutelarne la salute, garantire i servizi ed evitare che possano diventare vettori di contagio. Su questo tema, l’Ordine dei medici di Venezia ha proposto un questionario ai suoi iscritti, per valutare come si sta affrontando l’emergenza. Hanno risposto in mille tra ospedalieri, medici di base, dentisti e altri liberi professionisti in generale e solo il 23 per cento ha dichiarato di aver la sufficiente fornitura di dispositivi di protezione; il 43 per cento dice di essersi arrangiato per reperirla (solo il 39 per cento cita la Regione come rifornimento). Altro dato riguarda i dispositivi a disposizione per le visite a domicilio: l’83 per cento dice di non averli ad alto filtraggio. Nei prossimi giorni, però, verranno attivati a Venezia, Favaro, Dolo, Noale e Chioggia le Unità Speciali di Continuità assistenziale formate da medici che daranno assistenza a domicilio a pazienti positivi.
«E’ un servizio per consentire una tutela dei lavoratori e un’assistenza a casa che è necessaria» sottolinea Dario De Rossi della Cisl. Soprattutto per gli ospedalieri c’è però anche il tema alloggi. «I turni sono duri e sono stati ridotti i servizi di trasporto – sottolinea Daniele Giordano della Cgil – è necessario che Usl è realtà territoriali lavorino insieme per trovare delle sistemazioni per chi è costretto a spostarsi per lavoro».