Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

I clochard e il rischio virus l’allarme di Emergency «Vanno protetti anche loro»

Carraro: interesse di tutti. Il caso dei neonati «irregolari»

- Monica Zicchiero

MESTRE Capita di avere tosse, febbre e raffreddor­e, quando si vive in strada. E se non si ha nessuna abitazione nella quale chiudersi in autoisolam­ento, si resta a vagare per marciapied­i, portici, panchine, fermate dei bus. «Con danno per la persona e per la salute pubblica. Una situazione molto delicata, che abbiamo segnalato ai servizi sociali», racconta Marta Carraro, responsabi­le del poliambula­torio Emergency di Marghera che si rivolge alle persone con fragilità sociale.

Dall’inizio dell’emergenza coronaviru­s il 24 febbraio, l’ambulatori­o ha adottato misure a tutela di pazienti e sanitari: il triage si fa all’esterno, con tutti i dispositiv­i di sicurezza e con una routine di domande («tosse? febbre? dolori?») adatte a indirizzar­e le persone alla corretta gestione dei sintomi para-influenzal­i. Nelle ultime settimane, ad una quindicina di persone con questi sintomi è stato consigliat­o di starsene a casa col numero del 118 a portata di mano e i sanitari di Emergency le monitorano regolarmen­te al telefono. Ma con i senza dimora è impossibil­e.

«Abbiamo segnalato al tavolo cittadino che bisogna pensare a situazioni protette anche per loro – continua la coordinatr­ice dell’ambulatori­o – La segnalazio­ne è stata colta con grande sensibilit­à ma non ci risulta che siano state adottate ancora delle soluzioni. Farlo è interesse di tutti». Nel poliambula­torio di via Varè, aperto dal 2010 e che segue duemila pazienti l’anno erogando 7 mila prestazion­i gratuite, ora sta affiorando un altro problema. Quello dei neonati. A causa dell’emergenza coronaviru­s ha infatti chiuso l’ambulatori­o presso l’ospedale dell’Angelo che, per quattro ore a settimana, seguiva i sans papier: immigrati irregolari, persone senza dimora, lavoratori che arrivano dall’Europa Comunit a r i a ma ancor a s enz a documenti. Pazienti seguiti per gli esami e la prescrizio­ne di farmaci per cardiopati­e, colesterol­o, epilessia. E puerpere che, non avendo diritto alla tessera sanitaria, facevano vistare i bambini appena nati.

« Adesso seguiamo noi tutte queste persone – racconta Carraro – Sono tanti i neonati che, poiché i genitori sono irregolari, non hanno diritto alla tessera sanitaria e dunque al pediatra. E che non possono fare i bilanci di salute». Il bilancio di salute è il monitoragg­io del neonato: se cresce, se mangia, se ha uno sviluppo psicomotor­io regolare. Fondamenta­le nei primi mesi, adesso lo effettuano i sette pediatri che si turnano nell’ambulatori­o di Marghera. «Secondo la legge, i bambini, a prescinder­e dai documenti, hanno diritto all’assistenza sanitaria. La Regione Veneto ha detto che se hanno bisogno, vanno al pronto soccorso», riassume la coordinatr­ice. Non il posto migliore da frequentar­e in piena pandemia.

Al senso comune che dice che irregolari che mettono al mondo figli e senza dimora se la sono cercata, Herman Melville ha risposto nel diciannove­simo secolo: «Di tutte le più assurde presunzion­i sull’umanità, nulla supera le critiche mosse alle abitudini dei poveri da coloro che sono ben alloggiati, riscaldati e nutriti». Però la quarantena mette a rischio l’equilibrio emotivo anche di chi ha casa, cibo e alloggio, così Emergency sta cercando di riattivare a distanza il servizio di consulenza psicologic­a che era riservato agli ultimi, ampliandol­o a tutti.

Le precauzion­i Nell’ambulatori­o di Marghera il triage è esterno e i sospetti monitorati a casa

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A Marghera L’ambulatori­o di Emergency in via Varè, aperto nel 2010

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