Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Crescono i guariti, ma sei decessi Fuga dalla struttura aperta ai malati
Caos a Cinto: 4 si licenziano, 10 assenti. Primo calo dei ricoveri. Sanificato il Comune di Caorle
MESTRE Aumentano le dimissioni e calano i ricoveri. Sono infatti 17 le persone che ieri sono guarite dal coronavirus, facendo salire il totale a 117 nel Veneziano. L’altro segnale positivo riguarda invece il numero dei ricoverati: tra nuovi ingressi e dimissioni, la giornata ha segnato un saldo-record di meno 17: da 308 a 291. Scende anche il numero di ricoverati in terapia intensiva (57, 2 in meno di ieri). Le misure restrittive funzionano, quindi, ma l’attenzione non va abbassata perché i contagi continuano a crescere. Ieri altre cinquanta persone sono risultate positive, portando i contagiati veneziani a quota 1192. Poi ci sono i decessi. Sei sono le morti registrate ieri. A Venezia è deceduto Luciano Luciani, 83enne di Castello; all’ospedale di Dolo si sono invece spenti il 50enne Antonio Santinato di Valli di Chioggia, F. T. T., anziana 86enne sempre di Chioggia, e G.P., 76enne di Camponogara, mentre a Jesolo è stato registrato il decesso di Dino Dal Negro 70enne di Concordia Sagittaria. L’ultimo lutto è avvenuto all’ospedale di Mirano.
In questi giorni il fronte più attenzionato continuano però a essere le case di riposo: nel territorio dell’Usl 3 gli ospiti positivi sono saliti a 19 (più 6). Tra questi c’è il primo caso registrato al centro servizi Contarini, una signora ricoverata all’Ospedale dell’Angelo. «E’ necessario che all’interno delle case di riposo vengano individuate aree per la gestione dei soggetti positivi», ha ribadito il segretario regionale di Articolo Uno Gabriele Scaramuzza, chiedendo l’individuazione di strutture dove i positivi asintomatici possano trascorrere la quarantena senza stare a casa e mettere in pericolo i familiari. Nel generale riordino della sanità, alcune case di riposo hanno poi «aperto» ai malati di coronavirus. Su questo aspetto è esploso il caos alla «Sereni Orizzonti» di Cinto Caomaggiore che, in accordo con l’Usl 4, da alcuni giorni ha spostato i suoi ospiti in un’altra struttura per accogliere pazienti Covid in via di guarigione. Ma martedì, con l’arrivo del primo paziente, diversi operatori si sono licenziati. «I lavoratori non sono stati interpellati in merito al cambiamento e nemmeno formati – denuncia Pietro Polo della Uil – e così alcuni hanno dato le dimissioni perché non si sentivano sicuri». La direzione, da parte sua, rimanda però le accuse al mittente, sostenendo che tutti erano stati formati e forniti dei dispositivi di protezione. «Martedì quattro operatori socio sanitari hanno presentato le dimissioni per giusta causa – fa sapere la casa di riposo – e ieri dieci Oss su 12 non si sono presentati al lavo
I numeri Dimessi in 17 (per un totale di 117). I contagiati salgono a quota 1192
Il regalo Al Civile donate 1400 mascherine comprate con la raccolta fondi
ro insieme a due addette alle pulizie. Siamo riusciti a garantire l’assistenza, ma abbiamo inviato un esposto al sindaco, alla procura e al prefetto per valutare l’interruzione di pubblico servizio». Insomma, le tensioni e lo stress nel personale non mancano.
Anche se qualche nodo si sta risolvendo. L’Usl 3 ha infatti individuato diversi alloggi da mettere a disposizione gratuiti o a prezzo calmierato per gli operatori sanitari che si spostano per lavoro. «E’ una cosa positiva – sottolinea Daniele Giordano della Cgil – ma ci sono altri aspetti da risolvere. Abbiamo l’impressione che oggi (ieri, ndr) ci sia stato un blocco con la raccolta dei tamponi che non sono stati fatti sul personale». Vi è poi la questione degli Usca, unità di medici che sorveglieranno i pazienti positivi in isolamento domiciliare. «La Regione ha stabilito che serve un medico ogni 8.500 abitanti – continua - nel nostro territorio ne servirebbero 78, ma per ora ne sono stati reclutati solo 20». Ieri intanto Mattia Carlon e la Fondazione Trevisanato, che avevano avviato una raccolta fondi, hanno consegnato 1400 mascherine Fpp2 all’ospedale Civile di Venezia
Intanto gli ospedali proseguono la loro riorganizzazione. Da ieri il pronto soccorso di Jesolo, essendo Covid Hospital, è stato riclassificato come punto di primo intervento avanzato: i pazienti verranno uindi trasportati in prevalenza all’ospedale di San Donà. Il Policlinico San Marco di Mestre è invece polo riabilitativo anche per altri ospedali dell’area. Il direttore sanitario Renzo Malatesta è però in isolamento. «Ho contratto il virus fuori dalla struttura – rassicura - e il personale con cui sono entrato in contatto è negativo». Positivi anche due dipendenti del Comune di Caorle, probabilmente in smart working da tempo. Il Municipio sarà sanificato.