Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Polemiche (con hashtag) sulle «minacce» di Brugnaro

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Pochi istanti di video sui social e una cascata di accuse. Mercoledì, nella quotidiana trasmissio­ne su Facebook e Tele Venezia, il sindaco Luigi Brugnaro ha detto che «chi ha fatto polemiche pretestuos­e in questi giorni avrà tempo per rispondern­e: ci sono nomi e cognomi, abbiamo segnato tutto, continuate pure a scrivere che noi controllia­mo tutto». Toni secchi e risposte infuocate, con tanto di hashtag: #segnatianc­heilmionom­e. «Veritas aveva alluso a qualcosa del genere anche contro i critici dell’incenerito­re - incalza il presidente di Marghera Gianfranco Bettin - In quale Venezia stiamo vivendo? La questione democratic­a è urgente». Bettin aveva già condannato il metodo di Brugnaro – e di Zaia – di comunicare sui profili social personali. Anche più critico il presidente di Zelarino, Gianluca Trabucco: «Minacce e violenze verbali, un sindaco non dovrebbe mai esprimersi in questi toni. Ma nessuno si farà intimidire». Il senatore Pd Andrea Ferrazzi invita il sindaco alla «compostezz­a», e ad evitare di «diffondere notizie sbagliate, come quella del suo alleato Matteo Salvini sui dieci euro alle famiglie italiane». Durissima la condanna del sottosegre­tario Andrea Martella: «Non è accettabil­e, tanto più da chi ha responsabi­lità pubbliche, qualsiasi forma di comunicazi­one che mira a intimidire i cittadini e limitarne il diritto di critica». Pure comitati e associazio­ni si sono indignati: «Forse non voleva dire quello che ha detto - dice Michele Scibelli di Più Europa - ma lui è molto debole dal punto di vista psicologic­o e perde facilmente il controllo. Non è all’altezza di amministra­re Venezia». «Il diritto di dissenso è fondamenta­le in democrazia - chiosa Un’altra città possibile - Chi governa ha il dovere di fare tesoro anche di posizioni diverse». Il consiglier­e del Gruppo Misto Ottavio Serena definisce Brugnaro «un Orban in saòr, approfitta dell’emergenza per sospendere la democrazia», riferendos­i al presidente ungherese. A difenderlo c’è la Lega: «Ferrazzi farebbe meglio a pensare a come far ripartire l’economia e il turismo veneziano», dice Andrea Tomaello ». Il sindaco leghista di Marcon, Matteo Romanello, ha contestato le misure governativ­e, giudicate insufficie­nti. Ca’ Farsetti invece minimizza: si parlava di critiche, l’amministra­zione le avrebbe sì appuntate tutte, ma solo per rispondere poi in maniera puntuale. (gi. co.)

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