Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Il basket prova a non mollare L’idea: chiudere il 30 giugno
Reyer in attesa, ieri assemblea di Lega: no alla proposta di playoff a 16
Il basket non vuole mollare. È questa l’indicazione dell’ultima Assemblea di Legabasket tenuta in videocall ieri pomeriggio, alla presenza di tutti i dirigenti della serie A. Le società hanno confermato la linea già espressa nelle scorse settimane, e hanno preso atto delle indicazioni che sono in arrivo da parte delle autorità, in attesa del Decreto governativo: l’idea è quella di aspettare per provare a chiudere la stagione entro il 30 giugno.
La novità di ieri è arrivata dalla Virtus Bologna, che attraverso l’ad Luca Baraldi ha presentato una proposta di diversa calendarizzazione per la ripresa del campionato, con la sua conclusione anche successivamente alla fine di giugno, consistente in una fase a playoff tra le prime 16 squadre nella attuale classifica e da disputarsi tra agosto e settembre. Le società hanno valutato i pro e i contro della proposta e hanno deciso di mantenere la indicazione di terminare la stagione entro il 30 giugno. Questo, sempre affermando la volontà di applicare in toto i provvedimenti governativi correnti e futuri, a tutela della salute dei cittadini, a cui i club continueranno ad adeguare la tempistica di una possibile ripresa. Resta dunque sempre viva la dead line del 16 maggio come data ultima per la ripresa degli allenamenti: una data che permetterebbe poi di giocare da fine maggio e a seguire fino a giugno, anche se quasi sicuramente con limitazioni di accesso al pubblico per mantenere le misure di sicurezza che possano limitare una nuova epidemia, ancora non escludibile.
I club hanno poi dato mandato al presidente Gandini di proseguire le conversazioni con le associazioni di categoria, in particolare Giba e Usap, per definire eventuali modifiche agli accordi in essere alla luce della sospensione forzata dell’attività agonistica. Intanto i giocatori reyerini condividono la noia dei pomeriggi chiusi in casa, almeno virtualmente, con amici e tifosi. E’ questo il senso della videochat collettiva trasmessa in diretta social dall’Umana Reyer, che ha coinvolto Bruno Cerella, Ariel Filloy e Valerio Mazzola. «All’inizio è stata dura fermarsi e rimanere in casa. Ma sappiamo che anche noi dobbiamo fare la nostra parte», dice Cerella pensando alle lunghe giornate trascorse da solo a causa delle restrizioni imposte dall’epidemia. Concorda Mazzola: «I primi giorni sono stati i più difficili, ora ho trovato un equilibrio». Tra le abitudini che mancano, a parte gli impegni sportivi ovviamente, c’è la cena del venerdì con i compagni di squadra. Il cuoco è Valerio Mazzola. «In cucina è bravissimo», rivela Filloy. «Durante le giornate abbiamo un programma da seguire per cercare di tenerci in forma — spiega Mazzola — ma non è la stessa cose di un allenamento di basket». La conversazione prosegue svelando qualche piccolo segreto del parquet, a cominciare dalle abitudini del pre-partita: «Io — dice Cerella — da quando sono qui alla Reyer ogni volta che entro lancio la palla a un tifoso e lui me la rimanda indietro».
Guai, poi, a cambiare alcune posizioni chiave in panchina, su tutte quella del preparatore Renzo Colombini. L’ex Milano racconta poi di essere sceso in campo, una volta, con la divisa spaiata, maglia orogranata ma con i pantaloncini bianchi. «Ma ha fatto peggio Mazzola — aggiunge — che ha dimenticato le scarpe a casa in una delle gare della finale scudetto».