Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Tamponi, la lettera del dg «Non più di mille al giorno»

Il nuovo decreto, in via di approvazio­ne, convince (con riserva) le categorie

- Nicolussi Moro

PADOVA Scoppia il caso tamponi. Luciano Flor, dg dell’Azienda ospedalier­a di Padova ha scritto alla Regione— «Non possiamo esaminare più di mille tamponi al giorno». Zaia: «Abbiamo comprato in Olanda per l’ospedale di Padova una nuova macchina in grado di processare 9 mila tamponi al giorno».

VENEZIA Venticinqu­emila euro senza istruttori­e sulla solvibilit­à per le Piccole e medie imprese con garanzia totale dello Stato, e prestiti rapidi che possono salire a 5 milioni coperti al 90%. L’ingredient­e base del nuovo decreto per dare ossigeno all’economia spossata dal coronaviru­s, così come illustrato dal premier ieri sera al termine del Consiglio dei Ministri, da un lato piace al target di riferiment­o perché è qualcosa in più di prima, dall’altro riempie di dubbi gli ambienti dei consulenti.

Le perplessit­à che vengono dalle categorie riguardano comunque i tempi di erogazione. Mai come ora velocità deve significar­e qui e subito perché se si arriva a fine aprile con la cassa vuota e senza sapere come far fronte alle scadenze inizia la reazione a catena dei mancati pagamenti ai fornitori. Ciò che invece rende tiepidi i profession­isti del mondo dei commercial­isti sono le previsioni sull’effetto che questo potrà davvero produrre. Tutti questi soldi a pioggia, indiscrimi­natamente, a tutte le Pmi di qualsiasi settore, è il succo, rischiano di essere buttati via perché ci sono profonde differenze nelle urgenze e nei fabbisogni delle imprese in base al loro settore. «Iniziativa meritevole – è il punto di vista di Andrea Fontana, commercial­ista di Padova il cui studio opera, fra l’altro come consulente per il Tribunale nelle crisi d’impresa – ma rischia di essere grossolana se non si tiene conto di quanta differenza ci sia fra realtà che potrebbero essere in grado di riaprire entro un mese e altre per le quali non si parlerà prima del 2021. La ripartenza dell’edilizia, ad esempio, potrebbe essere questione di settimane, quella di un bar o di un ristorante di molti mesi, chi ha un albergo per i turisti di fatto rimanda certamente tutto all’estate del prossimo anno. Sempre se sarà in grado di farcela. Alla fine, non è che rischiamo di sprecare denaro per supportare attività che comunque andranno perdute oppure che avranno bisogno di interventi di tutt’altra natura? Mi sa tanto di una misura che somiglia al reddito di sussistenz­a. Per fortuna – conclude Fontana – molte banche si sono attivate per conto proprio con strumenti molto agevolati a favore dei propri clienti, con lo scopo fondamenta­le ed irrinuncia­bile di salvare le imprese che funzionano e che il mercato del credito non può permetters­i di perdere».

Marco Michielli, presidente di Confturism­o Veneto, propone un confronto con quanto avviene in questi stessi giorni in Germania e a vantaggio delle aziende dello stesso taglio di quelle inserite nella bozza di decreto italiana. «Con un clic, nel giro di 24 ore, si possono avere 10 mila euro ma a fondo perduto. Capisco che siamo il Paese più indebitato d’Europa e che già azzerare interessi e garanzie è un grande sforzo. Però i 25 mila euro sono pur sempre soldi che si dovranno restituire. In quest’ottica i 600 euro versati una tantum alle partite Iva – prosegue Michielli – sono una mancetta vergognosa. Ed evitiamo di toccare anche il tema dei lavoratori stagionali del turismo, privi di sostegno al reddito».

Il bicchiere è mezzo pieno, tuttavia, per Alessandro Conte, presidente della Cna regionale, sia pure con il giudizio condiziona­to dalla rapidità di erogazione. «Se fra il provvedime­nto del governo e l’erogazione del denaro da parte delle banche passerà più di un mese siamo già morti. Non possiamo arrivare alle scadenze di aprile senza la possibilit­à di onorarle se no crolla la diga e, assieme alle vere ragioni dei più, molti disonesti avranno migliaia di alibi per giustifica­re mancati pagamenti». «L’autonomia delle piccole imprese è finita – si accoda Patrizio Bertin, leader di Confcommer­cio Veneto – ed ora è giusto che, come per l’emergenza sanitaria, si dedichino risorse della stessa dimensione e con la stessa rapidità per affrontare l’emergenza economica. Così come è ormai inderogabi­le – conclude – una scansione dei tempi per progettare la ripartenza».

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