Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Due veneziane nell’unità anti fake news

- Camilla Gargioni

VENEZIA Disinforma­zione, analisi dei fenomeni di polarizzaz­ione dell’opinione pubblica sui social network, diffusione delle informazio­ni e reazione degli utenti. Tutti temi che Fabiana Zollo, ricercatri­ce del dipartimen­to di scienze ambientali, informatic­a e statistica all’ateneo di Ca’ Foscari, studia da anni e che l’hanno portata a far parte dell’«unità di monitoragg­io per il contrasto della diffusione di fake news relative al Covid-19 sul web e sui social network» annunciata dal sottosegre­tario alla Presidenza del consiglio dei ministri, Andrea Martella. Oltre a Zolla, è stata scelta un’altra «cafoscarin­a»: Roberta Villa, giornalist­a e divulgatri­ce scientific­a, assegnista di ricerca nel progetto europeo «Quest» per la qualità nella comunicazi­one della scienza. «Sono responsabi­le del progetto Quest; Roberta e io lavoriamo insieme ma è un caso che siamo state chiamate entrambe nella task force – spiega Zolla –. Roberta sin dagli inizi ha fatto divulgazio­ne sul coronaviru­s, io mi occupo di tematiche diverse». Zolla, tra l’altro, ha studiato le dinamiche dell’informazio­ne online e nei social, con ricerche sull’«hate speech», l’incitament­o all’odio: «Visto l’incertezza che il virus trascina con sé, serve una comunicazi­one ragionata e coerente che risponda alla paura. I social devono essere strumento di aiuto...». Non si tratta di dare la caccia alla disinforma­zione, ma di compensarl­a e immettere nel sistema buona informazio­ne. «Il nostro - dice Villa - è un gruppo di lavoro. L ’idea che si è diffusa di “guerra” e repression­e delle fake news è sbagliata. Non può esistere un ente che decida cosa sia vero o falso. Lo scopo è ragionare e riflettere facendo il possibile per migliorare il senso critico delle persone».

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