Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Risalgono i ricoveri, 4 decessi Cento malati nelle case di riposo Guerra dei tamponi tra le Usl Medici di base positivi, sanificata la sede di via Cappuccina. Primi test sugli anticorpi
VENEZIA Quota 1500 superata, con 129 positività in un paio di giorni. Una risalita dei ricoveri (da 279 a 291 da sabato a ieri) e 4 decessi. La curva dei contagi da coronavirus nel Veneziano non cala, anzi: ma forse è anche «colpa» dell’accelerazione sul fronte dei tamponi, sia nell’Usl 3 che nell’Usl 4. Il virus si diffonde meno grazie al lockdown, ma più si cerca e più si trova. Per esempio nelle case di riposo, dove i pazienti contagiati, nella sola azienda Serenissima, si sono moltiplicati: erano 13 (di cui 7 ricoverati) una settimana fa, poi sono saliti a 36 venerdì scorso, ora sono 84, di cui 14 ricoverati. Ma anche tra i medici di base, che in questi giorni, quasi due settimane dopo i test, stanno ricevendo gli esiti. Alcuni dottori (pare tre) della medicina di gruppo di via Cappuccina, all’interno della sede del distretto (di fatto chiusa, visto l’azzeramento dell’attività non urgente), sono stati trovati positivi e la sede è stata sanificata.
Proprio i ritardi nell’analisi dei tamponi continuano a far discutere. Ieri il direttore generale dell’Usl 3 Giuseppe Dal Ben ha assicurato che l’apertura del nuovo laboratorio dedicato all’Ospedale dell’Angelo e con l’organizzazione su tre turni su 24 ore ha portato la capacità di processare i tamponi ai 1800 al giorno richiesti dalla Regione Veneto, dai 300 di inizio emergenza e dai 750 fino a qualche giorno fa. Domenica, su 18.891 tamponi eseguiti ne risultavano ancora 5.626 da analizzare, seppur in calo. Ora, poi, anche l’Usl 4 si è resa autonoma, non senza qualche polemica nei confronti dei «cugini» veneziani. «Portavamo i tamponi alla Microbiologia di Mestre, dato che è provinciale, ma per un po’ di tempo non ci hanno risposto, li lasciavano in freezer - ha accusato ieri il dg Carlo Bramezza - Un po’ meglio Padova, ma anche loro a un certo punto non ce ne hanno fatti più. Quando si è in “guerra” ci sono pochi amici e bisogna arrangiarci». L’Usl 4 ha così riadattato un macchinario a Portogruaro per processare 160 tamponi al giorno e 300 li manda a un laboratorio privato, oltre ad aver ricevuto dalla Regione una macchina per test rapidi. «Risultati in 48 ore», ha promesso a chi lamentava di non sapere nulla dopo 10-15 giorni.
Dopo aver riorganizzato gli ospedali e avviato il «piano tamponi» sui dipendenti («finiremo a metà aprile», ha detto Dal Ben), l’urgenza è diventata, appunto, quella delle case di riposo. Nell’Usl 3 ci sono stati 5 decessi e 84 positività, ma anche 50 pazienti in isolamento. Pure il personale ha pagato dazio, con 24 malati e altri 47 isolati. «Seguiamo con particolare attenzione i casi dell’Ipab di Chioggia e delle strutture di Mira e Fiesso d’Artico», ha assicurato Dal Ben. Nell’Usl 4 restano i 18 positivi della casa di riposo Francescon di Portogruaro, dove ci sono stati anche 3 decessi. «Ma pare che abbiano tutti superato la malattia», ha assicurato Bramezza, ringraziando direzione e personale per la gestione dell’emergenza. Ci sono poi 13 dipendenti positivi e 25 lievemente sinto
matici in attesa di tampone, oltre a 16 pazienti contagiati nelle strutture per disabili, di cui 14 nella stessa di Fratta di Portogruaro. In entrambe le aziende entro domani dovrebbero essere finiti i tamponamenti nelle strutture per anziani. Il piano dell’Usl 3 prevede in tutto oltre 7 mila analisi, di cui metà con i test rapidi, quelli per verificare la presenza di anticorpi e dunque il contatto con il virus, limitati però alle strutture dove non ci siano stati casi di positività e dunque ritenute meno a rischio: nelle altre, si tampona.
Il test rapido però non convince la Cgil, che chiede che sia sempre accompagnato anche da un tampone. Ieri Dal Ben ha «aperto» ai sindacati, dopo la lite della scorsa settimana che ha portato all’interruzione del tavolo quotidiano. «Lo riprenderemo, credo dopo Pasqua», ha detto. Anche la politica, con Pd e Lista Casson, auspica a breve una ripresa. La Cisl, che è il primo sindacato nell’Usl 3 con 1100 iscritti, ha polemizzato con altre sigle, invitandola a cercare meno le luci della ribalta: «L’obiettivo ora deve essere un indennizzo economico a chi segue i malati Covid», ha detto il segretario Dario De Rossi. Nell’Usl 3 i dipendenti malati sono saliti a 114.
Dal Ben ha ammesso che i dati veneziani non sono male, soprattutto perché ci sono ancora molti posti (38) di terapia intensiva disponibili. «Bisogna però ancora rimanere a casa e, se si esce, mantenere il distanziamento sociale - ha spiegato - Se si ha la mascherina, meglio».
Botta e risposta Bramezza: non ce li analizzavano, costretti ad arrangiarci. Dal Ben: ora 1800 al giorno