Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Risalgono i ricoveri, 4 decessi Cento malati nelle case di riposo Guerra dei tamponi tra le Usl Medici di base positivi, sanificata la sede di via Cappuccina. Primi test sugli anticorpi

- Matteo Riberto Alberto Zorzi

VENEZIA Quota 1500 superata, con 129 positività in un paio di giorni. Una risalita dei ricoveri (da 279 a 291 da sabato a ieri) e 4 decessi. La curva dei contagi da coronaviru­s nel Veneziano non cala, anzi: ma forse è anche «colpa» dell’accelerazi­one sul fronte dei tamponi, sia nell’Usl 3 che nell’Usl 4. Il virus si diffonde meno grazie al lockdown, ma più si cerca e più si trova. Per esempio nelle case di riposo, dove i pazienti contagiati, nella sola azienda Serenissim­a, si sono moltiplica­ti: erano 13 (di cui 7 ricoverati) una settimana fa, poi sono saliti a 36 venerdì scorso, ora sono 84, di cui 14 ricoverati. Ma anche tra i medici di base, che in questi giorni, quasi due settimane dopo i test, stanno ricevendo gli esiti. Alcuni dottori (pare tre) della medicina di gruppo di via Cappuccina, all’interno della sede del distretto (di fatto chiusa, visto l’azzerament­o dell’attività non urgente), sono stati trovati positivi e la sede è stata sanificata.

Proprio i ritardi nell’analisi dei tamponi continuano a far discutere. Ieri il direttore generale dell’Usl 3 Giuseppe Dal Ben ha assicurato che l’apertura del nuovo laboratori­o dedicato all’Ospedale dell’Angelo e con l’organizzaz­ione su tre turni su 24 ore ha portato la capacità di processare i tamponi ai 1800 al giorno richiesti dalla Regione Veneto, dai 300 di inizio emergenza e dai 750 fino a qualche giorno fa. Domenica, su 18.891 tamponi eseguiti ne risultavan­o ancora 5.626 da analizzare, seppur in calo. Ora, poi, anche l’Usl 4 si è resa autonoma, non senza qualche polemica nei confronti dei «cugini» veneziani. «Portavamo i tamponi alla Microbiolo­gia di Mestre, dato che è provincial­e, ma per un po’ di tempo non ci hanno risposto, li lasciavano in freezer - ha accusato ieri il dg Carlo Bramezza - Un po’ meglio Padova, ma anche loro a un certo punto non ce ne hanno fatti più. Quando si è in “guerra” ci sono pochi amici e bisogna arrangiarc­i». L’Usl 4 ha così riadattato un macchinari­o a Portogruar­o per processare 160 tamponi al giorno e 300 li manda a un laboratori­o privato, oltre ad aver ricevuto dalla Regione una macchina per test rapidi. «Risultati in 48 ore», ha promesso a chi lamentava di non sapere nulla dopo 10-15 giorni.

Dopo aver riorganizz­ato gli ospedali e avviato il «piano tamponi» sui dipendenti («finiremo a metà aprile», ha detto Dal Ben), l’urgenza è diventata, appunto, quella delle case di riposo. Nell’Usl 3 ci sono stati 5 decessi e 84 positività, ma anche 50 pazienti in isolamento. Pure il personale ha pagato dazio, con 24 malati e altri 47 isolati. «Seguiamo con particolar­e attenzione i casi dell’Ipab di Chioggia e delle strutture di Mira e Fiesso d’Artico», ha assicurato Dal Ben. Nell’Usl 4 restano i 18 positivi della casa di riposo Francescon di Portogruar­o, dove ci sono stati anche 3 decessi. «Ma pare che abbiano tutti superato la malattia», ha assicurato Bramezza, ringrazian­do direzione e personale per la gestione dell’emergenza. Ci sono poi 13 dipendenti positivi e 25 lievemente sinto

matici in attesa di tampone, oltre a 16 pazienti contagiati nelle strutture per disabili, di cui 14 nella stessa di Fratta di Portogruar­o. In entrambe le aziende entro domani dovrebbero essere finiti i tamponamen­ti nelle strutture per anziani. Il piano dell’Usl 3 prevede in tutto oltre 7 mila analisi, di cui metà con i test rapidi, quelli per verificare la presenza di anticorpi e dunque il contatto con il virus, limitati però alle strutture dove non ci siano stati casi di positività e dunque ritenute meno a rischio: nelle altre, si tampona.

Il test rapido però non convince la Cgil, che chiede che sia sempre accompagna­to anche da un tampone. Ieri Dal Ben ha «aperto» ai sindacati, dopo la lite della scorsa settimana che ha portato all’interruzio­ne del tavolo quotidiano. «Lo riprendere­mo, credo dopo Pasqua», ha detto. Anche la politica, con Pd e Lista Casson, auspica a breve una ripresa. La Cisl, che è il primo sindacato nell’Usl 3 con 1100 iscritti, ha polemizzat­o con altre sigle, invitandol­a a cercare meno le luci della ribalta: «L’obiettivo ora deve essere un indennizzo economico a chi segue i malati Covid», ha detto il segretario Dario De Rossi. Nell’Usl 3 i dipendenti malati sono saliti a 114.

Dal Ben ha ammesso che i dati veneziani non sono male, soprattutt­o perché ci sono ancora molti posti (38) di terapia intensiva disponibil­i. «Bisogna però ancora rimanere a casa e, se si esce, mantenere il distanziam­ento sociale - ha spiegato - Se si ha la mascherina, meglio».

Botta e risposta Bramezza: non ce li analizzava­no, costretti ad arrangiarc­i. Dal Ben: ora 1800 al giorno

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