Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Crisi, per Safilo 27 milioni di ricavi in meno
Coronavirus, fatturato in calo dell’11% nel primo trimestre: saltate le stime 2020
PADOVA L’emergenza economica innescata dal coronavirus costa già a Safilo 27 milioni di ricavi in meno. Dopo che già altri operatori, come il gigante Essilux avevano dovuto ritirare le stime sul 2020, ieri è toccato anche al produttore veneto guidato dal fondo olandese Hal compiere lo stesso passo. Safilo ha così fatto il primo punto rispetto agli impatti della crisi, tanto più significativi in questo caso perché vanno ad impattare sul piano industriale di rilancio 2020-’24 presentato a dicembre, rispetto al quale azienda e sindacati hanno appena concluso l’accordo sugli addetti in esubero.
Così Safilo ha ritirato ieri le previsioni sul 2020, dopo l’ampliamento delle conseguenze della crisi, che dall’Italia si sono allargate ai Paesi europei e agli Stati Uniti, «con conseguenti effetti negativi sulle vendite e sugli utili del gruppo - ha affermato ieri la società - oggi impossibili da prevedere per l’intero esercizio».
Sulla base dei dati preliminari, la società stima così vendite nel primo trimestre in calo dell’11%-13% a cambi costanti rispetto ai 247,3 milioni di euro del pari periodo 2019, con una riduzione compresa tra 27 e 32 milioni di euro. E questo oltretutto avviene dopo aver registrato vendite in aumento intorno al 5% a gennaio e febbraio. Nessuna problema invece sul fronte degli approvvigionamenti, grazie alle scorte costituite a fine 2019 per far fronte alla chiusura dello stabilimento cinese di Souzhou e alle difficoltà dei fornitori cinesi. Il sito e i fornitori sono nel frattempo tornati operativi in pieno.
Sul fronte operativo italiano, nel frattempo, il quadro per Safilo era già stato avvantaggiato dall’accordo che per lo stabilimento di Longarone aveva impostato la cassa integrazione ordinaria a rotazione fino a maggio, che vede attualmente al lavoro tra i 150 e i 300 dipendenti a seconda dei momenti. A questo l’azienda ha aggiunto un ulteriore piano per ridurre le spese, tra «riduzione al minimo delle spese e investimenti discrezionali, adeguamento dei piani di marketing e gestione di circolante e cassa».