Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

La scuola ripartirà il primo settembre turismo in rivolta «Un’altra tegola»

- Giulia Busetto

Il Miur lo vuole dietro ai banchi. Le spiagge venete lo vogliono sotto l’ombrellone. Settembre è strattonat­o dall’uno e dall’altro. Il ministro Lucia Azzolina i primissimi giorni del mese vuole far recuperare agli studenti le lacune subite dalla didattica per colpa del Coronaviru­s, «ma per le nostre spiagge è sparare sulla croce rossa. Ci tolgono anche settembre? Se salta la stagione qui ci si rivede nel 2021 - dice il presidente di Unionmare Veneto Alessandro Berton -. Il turismo balneare è adesso il comparto del settore turistico più penalizzat­o. Rischiamo di lasciare a casa migliaia di persone che programman­o la propria vita su questi tre mesi». I campeggi rischiano più degli alberghi? «Sì, le località e le filiere produttive basate sul mercato straniero sono quelle che ne risentiran­no di più». Di posticipar­e («di certo non anticipare») l’inizio dell’anno scolastico, il sindaco di Jesolo Valerio Zoggia lo chiede «da due anni. Almeno di una settimana. Perché come iniziano le lezioni le nostre spiagge si svuotano. Capisco l’urgenza didattica, ma io per non danneggiar­e l’economia accorcerei piuttosto le vacanze di Natale. Come sindaci della costa abbiamo mandato diverse richieste al governo per aiutarci a salvare la stagione ma invece di ascoltarci anticipa l’apertura delle scuole». La stima di Zoggia per recuperare il disastro economico che si sta abbattendo sulle spiagge non è di mesi «ma di anni. E i decreti non ne tengono conto». Di quante perdite parliamo? «Solo di alberghi e campeggi, se recuperiam­o il 30, 40% del fatturato sarei soddisfatt­o, ma la vedo difficile. Possiamo contare solo sugli ospiti italiani. Se le scuole cominciano prima ci tolgono un altro 20%». Anche l’assessore regionale all’istruzione Elena Donazzan, in video conferenza con il ministro, ha «ribadito la nostra critica per un’eventuale avvio scolastico nei primissimi giorni di settembre», perché «significhe­rebbe penalizzar­e un settore già massacrato dalla pandemia». «Le scuole dovrebbero cominciare il primo ottobre - concorda Alberto Maschio, presidente Federalber­ghi spiagge venete -. Questo è un danno che si aggiunge al danno. E se ci togliete settembre c’è la possibilit­à che molti di noi decidano di non aprire: non mettono certo una struttura alberghier­a in moto per due mesi. E almeno tre mesi agli stagionali vanno garantiti. Io spero che si apra, ma come facciamo?». «Non lo so», si aggiunge Silvio Scolaro, presidente Associazio­ne albergator­i Bibione: «Toglierci settembre è il colpo di grazia. Il nostro appello è che ci ripensino: un margine di almeno 10 giorni che ci permetta di recuperare qualcosa. Il mercato interno era l’ultima cosa su cui puntare, in un settembre che conta ormai picchi che fatichiamo a vedere anche a ferragosto».

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