Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Per ora il bottone lo preme il Cvn «Presto l’Agenzia per Venezia»

Martella: si occuperà anche di laguna. In arrivo il progetto di Boeri per San Marco

- A. Zo.

VENEZIA «Non è vero che oggi non c’è nessuno che “spinge il bottone”. Finché il cantiere è funzionant­e, dovrà farlo il Consorzio Venezia Nuova. Per il futuro si sta ragionando su una sorta di “authority istituzion­ale”, ma questo spetta alle istituzion­i». Mancano pochi mesi e le barriere del Mose si alzeranno per difendere Venezia, ma dopo anni di discussion­i il soggetto gestore ancora non c’è. Ieri il supercommi­ssario Elisabetta Spitz ha spiegato che ora c’è il Cvn, che però non appena consegnerà l’opera «dovrà naturalmen­te essere messo in liquidazio­ne». Ha aggiunto che sollevare il Mose non sarà comunque una decisione autonoma dei commissari Giuseppe Fiengo e Francesco Ossola, perché ci sono delle procedure: la previsione di marea sopra i 110 centimetri e le comunicazi­oni agli enti (pur ammettendo che in casi eccezional­i «le procedure possano essere compresse»). «C’è chi spinge il bottone e chi controlla che venga spinto al momento giusto», ha concluso.

Per il futuro però si tornerà a un soggetto pubblico. «Agenzia per Venezia», l’aveva chiamata il sottosegre­tario alla Presidenza del Consiglio Andrea Martella, che se ne sta occupando in prima persona. E che, pur in tempi di coronaviru­s, annuncia che nelle prossime settimane potrebbe esserci il tanto atteso «parto» con un decreto. «Il nostro lavoro su Venezia nemmeno nell’emergenza più difficile è venuto meno - spiega Martella - Sono arrivati i fondi per l’acqua alta e appena sarà possibile convochere­mo il Comitatone per istituire l’agenzia che si occuperà non solo di Mose, ma anche di laguna, e poi un centro sui cambiamenm­e ti climatici a Venezia e una revisione della legge speciale per garantire un flusso costante di fondi in modo da fare fronte alle esigenze di disinquina­mento, manutenzio­ne, rivitalizz­azione socio-economica della città».

Spitz ha poi spiegato come si immagina la transizion­e dal Cvn al nuovo ente, in cui dovrebbe confluire anche il personale. «Ora ci sono 280 lavoratori tra Cvn e le società collegate Comar e Thetis, un numero importante e non sta a dire se siano impiegate bene o male - ha aggiunto Spitz - Sul medio periodo servirà trovare una diversa allocazion­e a questo personale che perdano il posto di lavoro». Anche perché questo è stato avviato un programma di formazione per consentire che quel personale fosse addestrato per far parte delle squadre di movimentaz­ione delle paratoie: circa 70/80 persone, che ora servono per i test «manuali», in futuro saranno comunque necessarie per garantire i turni.

Su domanda del consiglier­e Piero Ruzzante (Leu), Spitz ha anche spiegato il senso del suo intervento sulla barriera di vetro che la Procurator­ia di San Marco aveva studiato per proteggere la Basilica, che va sott’acqua a quota 90 centimetri di marea, ben inferiore ai 110 centimetri che azionerann­o il Mose. « Il progetto di massima, non quello esecutivo, è stato presentato due mesi fa al comitato tecnico del Provvedito­rato e anche al ministero dei Beni culturali - ha detto - E’ stato ritenuto valido sotto il profilo della salvaguard­ia idraulica, ma si è ritenuto che il progetto architetto­nico avesse elementi poco adeguati al contesto ambientale». Per questo è stata data una consulenza al famoso architetto Stefano Boeri, che dovrebbe essere in dirittura d’arrivo, per sostituire quelle lastre ritenute «anonime» con qualcosa di più «riconoscib­ile» e armonioso con le linee della Basilica. «Anche i Beni culturali, in un parere recente, sono stati d’accordo con la mia linea», ha concluso l’architetto Spitz.

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