Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Caso specializz­andi, rientrato lo sciopero

Tra i dimessi un’ex infermiera di 95 anni, dopo 39 giorni di ricovero. Cresce il cluster di Belluno, nessun nuovo caso a Padova, Vicenza e Rovigo

- Michela Nicolussi Moro © RIPRODUZIO­NE RISERVATA0

VENEZIA È rientrato a Padova lo sciopero degli specializz­andi, protesta che era diventata un caso nazionale. Ieri sono tornati al lavoro i medici in formazione, dopo lo scontro con la direzione. Code intanto negli ospedali veneti per le visite.

VENEZIA E’ sceso a 0,3 l’indice di contagio (R0) da coronaviru­s Covid-19 in Veneto. Lo certifica l’Istituto nazionale di fisica nucleare, che ha elaborato i dati della Protezione civile e chiarisce: «Servono dieci persone per contagiarn­e tre. Quando l’indice è sotto l’1, significa che ogni malato contagia meno di una persona e quindi l’epidemia è destinata ad estinguers­i. Nel periodo peggiore, lo scorso 12 marzo, l’R0 in Veneto ha toccato punte estreme, fino a 17,25». «E’ così — conferma Gianpaolo Bottacin, assessore alla Protezione civile, che dal 21 febbraio monitora il modello matematico predispost­o dagli statistici della Regione per tenere sotto controllo la diffusione del virus —. E stiamo scendendo ancora. Per calcolare l’indice del contagio si tiene conto del numero dei soggetti positivi al tampone, della popolazion­e generale e della durata media della malattia, parametro quest’ultimo però difficile da inquadrare perché siamo di fronte a una patologia nuova. Noi consideria­mo anche l’andamento dei ricoveri, poiché il parametro dei positivi non è sicuro al 100%, può variare il giorno dopo, in quanto legato ai molti asintomati­ci ancora in giro. La caratteris­tica di questa infezione — precisa Bottacin — è che l’80% dei contagiati sono portatori sani, inconsapev­oli di essere infetti e quindi in grado di cambiare i termini dell’espansione del virus se non identifica­ti e isolati. E’ il motivo per cui facciamo tanti tamponi (dal 21 febbraio sono 383.660, ndr): l’obiettivo è di scovare più soggetti possibile colpiti dal Covid-19, per metterli in quarantena a casa e quindi arginare il contagio».

In quest’operazione sono importanti anche i ricoveri, soprattutt­o nelle Terapie intensive, perché proporzion­ali ai positivi e perché indicatore effettivo e misurabile senza margine di errore, come il numero delle vittime. Ieri si è armia. rivati a 101 degenti in Rianimazio­ne e a 943 (-12) nelle Malattie infettive, a fronte di 18.378 positivi, solo 39 in più rispetto alle 24 ore precedenti e zero nuovi casi a Padova, Vicenza, Belluno e Rovigo, un record. Le vittime sono 1539 e anche qui si registra un aumento molto inferiore al consueto: +16. Ci sono stati picchi di +60, nei momenti critici dell’epideTra i 2724 dimessi l’ex infermiera Bruna Toniolo Dominici, 95 anni, mamma di quattro figli, nonna e bisnonna, guarita dopo 39 giorni di ricovero nel Covid Hospital di Schiavonia. «Stiamo andando verso i 4mila pazienti curati per il coronaviru­s — ricorda il governator­e Luca Zaia — in questi 7-10 giorni ci giochiamo il futuro. Iniziamo un percorso di sorveglian­za estrema, di grande preoccupaz­ione per il rispetto delle regole, degli accorgimen­ti che sono stati suggeriti. Se nella fase 2 ci fosse una recrudesce­nza dei ricoveri nelle Terapie intensive, dovremo tornare a misure restrittiv­e. Chiedo l’impegno di tutti, ci arrivano segnalazio­ni di gente che non usa la mascherina, o la porta sotto il naso o addirittur­a sotto il mento. E’ un farmaco salva-vita e va indossata, su naso e bocca».

Si parte comunque da una b u o n a b a s e : « Da n o i il lockdown è finito il 10 aprile, quando il governo ha deciso di aprire diverse attività con il codice Ateco, le deroghe e gli eventuali silenzi-assensi — aggiunge Zaia —. Eppure in questi 24 giorni sono crollati i ricoveri e aumentati i dimessi, quindi la prima fase di ritorno alla normalità non ha fatto aumentare i contagi. Ora finisce anche quel poco di lockdown rimasto, i cittadini escono di casa, le motivazion­i sono così tante e varie che chiunque può farlo. E’ veramente un liberi tutti. E dobbiamo stare attenti». Soprattutt­o alla continua espansione dei cluster di Verona e, fino a domenica, Belluno. « Sta crescendo perché stanno aumentando i tamponi — precisa Bottacin — e anche perché è la seconda provincia, dopo Venezia, con il più alto indice di over 65enni».

"Luca Zaia I prossimi dieci giorni decisivi per il nostro futuro. Attenti a rispettare le regole

"Gianpaolo Bottacin Proseguono i tamponi, per scovare gli asintomati­ci e isolarli

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