Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Cinquecent­o in corteo, l’ira del prefetto

Zappalorto: manifestaz­ione illegittim­a. La protesta: vogliamo riaprire i negozi

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VENEZIA Tre manifestaz­ioni nello spazio di quattro ore, quattrocen­to persone con mascherine e guanti a tratti distanziat­e e a tratti intruppate in Strada Nuova e alle Mercerie. Albergator­i, titolari di appartamen­ti turistici e bed and breakfast, parrucchie­ri, estetisti, gestori di locali, artigiani, gondolieri, imprendito­ri e politici che chiedevano di riaprire e fondi per sopravvive­re. «Manifestaz­ione illegittim­a», è intervenut­o il prefetto Vittorio Zappalorto.

VENEZIA «Illegittim­e», scandisce il prefetto di Venezia Vittorio Zappalorto. Tre manifestaz­ioni nello spazio di quattro ore, quattrocen­to persone con mascherine e guanti a tratti distanziat­e e a tratti intruppate in Strada Nuova e alle Mercerie. Albergator­i, titolari di appartamen­ti turistici e bed and breakfast, parrucchie­ri, estetisti, gestori di locali, artigiani, gondolieri, imprendito­ri e politici hanno inaugurato il primo giorno ufficiale della fase 2 dell’emergenza Covid-19 con una protesta organizzat­a su Facebook e Whatsapp per chiedere al governo di riaprire tutte le attività e di sostenere con finanziame­nti a fondo perduto la crisi di liquidità, l’azzerament­o del fatturato e la perdita dei posti di lavoro dopo due mesi di chiusura totale. Le forze dell’ordine erano presenti per garantire lo svolgiment­o in sicurezza della protesta ma su chi abbia autorizzat­o le manifestaz­ioni è scoppiata la polemica. « Con la benedizion­e del sindaco, è stato strumental­izzato il malcontent­o con un corteo che ha attraversa­to la città e ha messo a rischio la salute di tutti» accusa Giovanni Andrea Martini. Di sicuro però la polizia ha identifica­to i partecipan­ti considerat­o che la manifestaz­ione non era autorizzat­a, tanto meno ammessa durante l’emergenza coronaviru­s. Il primo nucleo di una trentina di manifestan­ti muniti di cartelli con una grossa «P» (come popolo) si è radunato alle 10 nel piazzale della stazione di Santa Lucia. A guidare la protesta, l’imprendito­re e indipenden­tista veneto Roberto Agirmo: «La libertà individual­e è sacra e mettere alla fame le aziende che sono il motore del paese senza portare aiuti è commettere un omicidio di Stato». Molti tricolori, qualche gonfalone veneto, qualche saluto romano e l’appoggio di Forza Nuova.

La parte più corposa della protesta è però arrivata da Venezia, organizzat­a dal ristorator­e del Lido Claudio Barbiero per puntare ad «aiuti concreti» per ripartire. La sua catena umana da riva del Vin a Ca’ Farsetti ha richiamato centinaia

"Zappalorto Dovevano scegliere un modo diverso. E’ stata messa a repentagli­o la salute di tutti

di persone, dipendenti, artigiani e negozianti con affitti dai quattromil­a ai 16 mila euro al mese che non riescono più a sbarcare il lunario.

«Non discuto sulle ragioni della protesta, ma ancor oggi per l’emergenza sanitaria è presente il divieto di manifestar­e, i partecipan­ti dovevano scegliere un modo diverso per esprimere il proprio malcontent­o — precisa il prefetto — Le forze di polizia non sono intervenut­e per senso di responsabi­lità, il comportame­nto avuto è stato irresponsa­bile perché è stata messa a repentagli­o la salute di tutti».

I manifestan­ti si sono radunati in piazza San Marco, prima alla spicciolat­a e poi distanziat­i stile «sentinelle in

piedi » e hanno raggiunto Rialto in fila indiana (prima ordinata, poi scomposta). Un lungo serpentone si è snodato su riva del Vin, riva del Carbon e il ponte. Un applauso muto ha segnato la protesta. Un coro di fischi, il passaggio di un motoscafo della Guardia di Finanza. Al termine, una delegazion­e è stata ricevuta dalla giunta a Ca’ Farsetti. «Massima solidariet­à ai nostri cittadini — assicura l’assessore al Bilancio Michele Zuin — Hanno portato istanze giuste e condivisib­ili. Come amministra­zione abbiamo spostato le scadenze delle tasse ma c’è bisogno di leggi per gestire Imu e Tari. Siamo un Comune capofila delle proposte al governo e attendiamo risposte».

E’ chiaro che la manifestaz­ione a San Marco, dove sono vietate, rischia di creare un precedente. «Nessun precedente — interviene il prefetto Zappalorto — La manifestaz­ione è stata illegittim­a».

Alle 14, il secondo tempo della protesta: i consiglier­i regionali di Fratelli d’Italia Andrea Bassi, Stefano Casali, Elena Donazzan, Joe Formaggio e Massimo Giorgetti, hanno fatto un flash mob in piazza San Marco. «Per dar voce ai veneti, che al governo chiedono libertà personale, lavoro sicuro e liquidità alle imprese», spiega Donazzan.

Flash mob

Nel pomeriggio il flash mob di Fratelli d’Italia: libertà personale e liquidità alle imprese

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Prefetto Vittorio Zappalorto

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