Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Veller e il lato bello dello smart working: 30 euro di diesel in un mese
Cristian Veller, lei guida la categoria delle imprese artigiane che si occupano di information technology: come è partita la sua Fase 2?
«A dire il vero, noi in questi due mesi abbiamo sempre lavorato, magari alternandoci in smart working, ma non ci siamo mai fermati. Anzi, in mezzo a tanta cassa integrazione e attività chiuse, io in azienda ho anche fatto un’assunzione, è entrato in organico un giovane sviluppatore in più».
Certo, a voi dell’IT lo smart working dovrebbe risultare particolarmente congeniale.
«Congeniale lo è di sicuro, ma c’è un problema: avete presente qual è il livello della connession e dalle nostre parti?».
Siamo ancora in forte ritardo, eh?
«Almeno di un paio d’anni. Io abito a Breganze, non in capo al mondo, eppure vado lentissimo... Se il bando per cablare il Nordest ( quasi un miliardo stanziato in totale, ndr) fosse già stato applicato, l’impatto di tutta questa situazione sarebbe stato molto diverso. Eppure, a voler ben vedere, un lato positivo c’è».
Quale?
«Abbiamo capito che si può lavorare, e bene, senza stare per forza alla scrivania d’ufficio. Questa potrebbe diventare una modalità organizzativa anche oltre l’emergenza di questi mesi».
Sul piano personale, come ha funzionato la sua vita di tutti i giorni?
«Dopo una settimana di lockdown, i miei figli mi hanno chiesto: papà, ma quand’è che potremo tornare a scuola? Lì ho capito tutta la loro fatica quotidiana. Quanto a me, forse, non tutti i mali vengono per nuocere: pur avendo sempre lavorato, in un mese avrò fatto 30 euro di gasolio per l’automobile. Tutto sommato, mi sembra una buona cosa».