Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Via libera agli agonisti ma le società non si fidano «Complicato riaprire»
Dal calcio al tennis ora gli impianti possono aprire
VENEZIA Luca Zaia spalanca la porta alle attività sportive, le società sono titubanti. L’ordinanza regionale firmata dal governatore del Veneto apre uno spiraglio importante per il ritorno agli allenamenti, a cominciare da quelli individuali, per tutti gli agonisti e non solo per gli atleti di interesse nazionale come previsto dal decreto Conte. La Federazione italiana tennis sceglie per ora la linea della prudenza e dà il via libera ai giocatori di prima e seconda categoria anche se il termine agonisti include una cerchia molto più ampia di tesserati escludendo solo gli amatori e i giocatori della domenica.
Così il presidente regionale Mariano Scotton: «Il nostro è lo sport più sicuro – evidenzia – considerata la distanza che naturalmente viene mantenuta fra gli atleti. Possono tornare ad allenarsi tutti i giocatori tesserati che abbiano una classifica di prima e seconda categoria nelle tre discipline del Tennis, del Padel e del Beach Tennis. Il permesso è esteso ai tennisti Under 16, 14 e 12 di interesse nazionale convocati nei CPA (Centri Periferici d’Allenamento) della Fit e ai più forti atleti del tennis in carrozzina. Tutti sono tenuti ad osservare scrupolosamente, fuori e dentro al campo, le disposizioni delle autorità e a rispettare durante gli allenamenti comportamenti e pratiche». A
"
Scotton Il tennis è la pratica più sicura in assoluto data la distanza che viene tenuta fra gli atleti
Treviso ci sono tuttavia 20 circoli di tennis che in queste ore stanno valutando l’apertura agli agonisti di terza e quarta categoria, mentre in provincia di Belluno prevale lo stop fino al 18 maggio.
Grande fermento anche nel mondo del nuoto e delle piscine: «In Veneto ci sono un centinaio di impianti pubblici – spiega il presidente della Fin regionale Roberto Cognonato – per un totale di circa 500 sul nostro territorio. Siamo rimasti chiusi per due mesi, le vasche sono svuotate e per rimettere in moto le piscine servono tempo e pazienza. Il primo a riaprire è stato il Centro Federale di Verona, limitatamente a 4-5 atleti di interesse nazionale fra cui Federica Pellegrini, per il resto attendiamo che vengano emanati i protocolli di sicurezza e le linee guida per gli impianti oltre a quelle degli allenamenti».
Nel mondo del calcio prevale per ora, con qualche distinguo, la linea della prudenza: «Abbiamo avuto tante richieste di chiarimento – spiega il presidente della Figc Veneto Giuseppe Ruzza – ci hanno telefonato assessori, società sportive, gestori. Al momento non c’è ancora un via libera, nonostante dalla Regione sia arrivata una significativa apertura quantomeno agli allenamenti individuali». Fra i top club veneti nessuno ha ancora ripreso: il Verona «si attiverà per garantire il rispetto scrupoloso del protocollo sanitario, a tutela della salute dei propri tesserati», Cittadella e Venezia aspettano il 18 maggio e nel frattempo rimangono alla finestra, il Vicenza vorrebbe riprendere, il Padova è quello che spinge maggiormente per riaprire e fra domani e giovedì potrebbero arrivare novità in tal senso. Fuori regione nella vicina Pordenone i neroverdi riprenderanno gli allenamenti individuali, sia pure facoltativi, al De Marchi già da oggi.
Anche basket e volley per ora mordono il freno: «C’è anche il problema dei certificati medici – ammonisce il presidente della Fip Veneto Roberto Nardi – inizialmente sembrava potessero essere prorogati quelli scaduti durante il lockdown, invece non sarà così. Si dovrà richiedere una nuova idoneità agonistica, con tanti centri medici che mi risultano ancora chiusi». E Roberto Maso fa eco al collega aggiungendo: «Abbiamo letto l’ordinanza – chiosa il presidente della Fipav Veneto – ma non c’è un’indicazione chiara sanitaria fino a questo momento. Ci sono state tante telefonate dei club, ma ancora la macchina degli allenamenti individuali non si è rimessa in moto».
Il Coni Veneto e il Cip Veneto, in questo quadro, hanno chiesto un incontro a Zaia, per rappresentare i gravi problemi che le 6.000 Associazioni sportive dilettantistiche regionali avranno alla ripresa. Il presidente del Coni Veneto Gianfranco Bardelle e il presidente del Comitato Italiano Paralimpico Ruggero Vilnai, hanno mandato una proposta articolata al governatore: «A livello numerico – spiega Bardelle – siamo la seconda regione in Italia. L’1% del Pil è rappresentato dallo sport turistico. In più teniamo conto che siamo coinvolti a pieno titolo in settori trasversali quali la sanità, i lavori pubblici, l’istruzione, la socialità, la cultura e l’economia». Pronto a ripartire, infine, il mondo del golf che, assieme al tennis, alla ginnastica e allo sci alpino, è considerato lo sport più sicuro: «Siamo pronti a ripartire – spiega Paolo Casati, presidente di PlayGolf54 (Montecchia, Frassanelle Galzignano Terme e Isola di Albarella) – ci sono spazi ampi, nessun assembramento e distanza fra i giocatori garantita dallo swing. Nel periodo di lockdown negli Usa quasi il 50% dei campi da golf è rimasto aperto, mentre in Scandinavia le autorità hanno addirittura incentivato l’attività del golf come pratica sicura anti Covid. Anche il mondo professionistico si sta già preparando, con le dovute cautele, per le gare di giugno».