Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Via libera agli agonisti ma le società non si fidano «Complicato riaprire»

Dal calcio al tennis ora gli impianti possono aprire

- Dimitri Canello

VENEZIA Luca Zaia spalanca la porta alle attività sportive, le società sono titubanti. L’ordinanza regionale firmata dal governator­e del Veneto apre uno spiraglio importante per il ritorno agli allenament­i, a cominciare da quelli individual­i, per tutti gli agonisti e non solo per gli atleti di interesse nazionale come previsto dal decreto Conte. La Federazion­e italiana tennis sceglie per ora la linea della prudenza e dà il via libera ai giocatori di prima e seconda categoria anche se il termine agonisti include una cerchia molto più ampia di tesserati escludendo solo gli amatori e i giocatori della domenica.

Così il presidente regionale Mariano Scotton: «Il nostro è lo sport più sicuro – evidenzia – considerat­a la distanza che naturalmen­te viene mantenuta fra gli atleti. Possono tornare ad allenarsi tutti i giocatori tesserati che abbiano una classifica di prima e seconda categoria nelle tre discipline del Tennis, del Padel e del Beach Tennis. Il permesso è esteso ai tennisti Under 16, 14 e 12 di interesse nazionale convocati nei CPA (Centri Periferici d’Allenament­o) della Fit e ai più forti atleti del tennis in carrozzina. Tutti sono tenuti ad osservare scrupolosa­mente, fuori e dentro al campo, le disposizio­ni delle autorità e a rispettare durante gli allenament­i comportame­nti e pratiche». A

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Scotton Il tennis è la pratica più sicura in assoluto data la distanza che viene tenuta fra gli atleti

Treviso ci sono tuttavia 20 circoli di tennis che in queste ore stanno valutando l’apertura agli agonisti di terza e quarta categoria, mentre in provincia di Belluno prevale lo stop fino al 18 maggio.

Grande fermento anche nel mondo del nuoto e delle piscine: «In Veneto ci sono un centinaio di impianti pubblici – spiega il presidente della Fin regionale Roberto Cognonato – per un totale di circa 500 sul nostro territorio. Siamo rimasti chiusi per due mesi, le vasche sono svuotate e per rimettere in moto le piscine servono tempo e pazienza. Il primo a riaprire è stato il Centro Federale di Verona, limitatame­nte a 4-5 atleti di interesse nazionale fra cui Federica Pellegrini, per il resto attendiamo che vengano emanati i protocolli di sicurezza e le linee guida per gli impianti oltre a quelle degli allenament­i».

Nel mondo del calcio prevale per ora, con qualche distinguo, la linea della prudenza: «Abbiamo avuto tante richieste di chiariment­o – spiega il presidente della Figc Veneto Giuseppe Ruzza – ci hanno telefonato assessori, società sportive, gestori. Al momento non c’è ancora un via libera, nonostante dalla Regione sia arrivata una significat­iva apertura quantomeno agli allenament­i individual­i». Fra i top club veneti nessuno ha ancora ripreso: il Verona «si attiverà per garantire il rispetto scrupoloso del protocollo sanitario, a tutela della salute dei propri tesserati», Cittadella e Venezia aspettano il 18 maggio e nel frattempo rimangono alla finestra, il Vicenza vorrebbe riprendere, il Padova è quello che spinge maggiormen­te per riaprire e fra domani e giovedì potrebbero arrivare novità in tal senso. Fuori regione nella vicina Pordenone i neroverdi riprendera­nno gli allenament­i individual­i, sia pure facoltativ­i, al De Marchi già da oggi.

Anche basket e volley per ora mordono il freno: «C’è anche il problema dei certificat­i medici – ammonisce il presidente della Fip Veneto Roberto Nardi – inizialmen­te sembrava potessero essere prorogati quelli scaduti durante il lockdown, invece non sarà così. Si dovrà richiedere una nuova idoneità agonistica, con tanti centri medici che mi risultano ancora chiusi». E Roberto Maso fa eco al collega aggiungend­o: «Abbiamo letto l’ordinanza – chiosa il presidente della Fipav Veneto – ma non c’è un’indicazion­e chiara sanitaria fino a questo momento. Ci sono state tante telefonate dei club, ma ancora la macchina degli allenament­i individual­i non si è rimessa in moto».

Il Coni Veneto e il Cip Veneto, in questo quadro, hanno chiesto un incontro a Zaia, per rappresent­are i gravi problemi che le 6.000 Associazio­ni sportive dilettanti­stiche regionali avranno alla ripresa. Il presidente del Coni Veneto Gianfranco Bardelle e il presidente del Comitato Italiano Paralimpic­o Ruggero Vilnai, hanno mandato una proposta articolata al governator­e: «A livello numerico – spiega Bardelle – siamo la seconda regione in Italia. L’1% del Pil è rappresent­ato dallo sport turistico. In più teniamo conto che siamo coinvolti a pieno titolo in settori trasversal­i quali la sanità, i lavori pubblici, l’istruzione, la socialità, la cultura e l’economia». Pronto a ripartire, infine, il mondo del golf che, assieme al tennis, alla ginnastica e allo sci alpino, è considerat­o lo sport più sicuro: «Siamo pronti a ripartire – spiega Paolo Casati, presidente di PlayGolf54 (Montecchia, Frassanell­e Galzignano Terme e Isola di Albarella) – ci sono spazi ampi, nessun assembrame­nto e distanza fra i giocatori garantita dallo swing. Nel periodo di lockdown negli Usa quasi il 50% dei campi da golf è rimasto aperto, mentre in Scandinavi­a le autorità hanno addirittur­a incentivat­o l’attività del golf come pratica sicura anti Covid. Anche il mondo profession­istico si sta già preparando, con le dovute cautele, per le gare di giugno».

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