Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Code e assembramenti ma Actv regge l’urto Seno: più corse dove serve
Cgil e Pd: disastro annunciato. Boraso: il governo metta i fondi
VENEZIA Passeggeri seduti uno di fronte all’altro non rispettando le indicazioni di divieto poste sui sedili, code agli imbarcaderi, assembramenti per salire a bordo, persone lasciate a terra perché i mezzi avevano già raggiunto la capienza limite consentita all’epoca del coronavirus. L’onda della Fase 2 comunque non travolge Actv, che registra proteste, polemiche, ma a parte alcune situazioni di criticità riesce a reggere l’urto. Oggi si replica con corse bis, e alcune modifiche rispetto a ieri per tarare il servizio alle nuove esigenze. «In questo momento tutte le aziende di trasporto pubblico stanno soffrendo, senza un intervento del governo le cose non potranno cambiare — dice il direttore generale di Avm Giovanni Seno — Rispettando il droplet servirebbero quattro volte i mezzi di prima, impossibile, anche perché oltre al problema economico, è il sistema che non può reggere numeri tali».
Il risultato è che bisognerà convivere con i disagi, nonostante il servizio sia aumentato tra il 10 e il 15 per cento rispetto alla settimana scorsa. Ieri ad esempio alla Giudecca e a Sant’Elena è stato richiesto l’intervento dei carabinieri per l’assalto ai vaporetti, con code e assembramenti anche a Punta Sabbioni e in alcune fermate degli autobus a Mestre (stazione). Le corse mattutine a cui era possibile accedere prenotandosi sono partite dal Lido in direzione piazzale Roma e viceversa, anche se l’azienda segnala che oltre la metà delle prenotazioni fatte domenica poi sono state cancellate in mattinata. Per far fronte alla pressione dell’inizio della Fase 2 Avm ha impiegato agli imbarcaderi di Lido e Piazzale Roma una ventina di operatori tra hostess e verificatori per gestire le prenotazioni e fornire informazioni agli utenti, così anche in terraferma a Cialdini, ma qualche situazione di disagio è stata inevitabile. La linea che è partita alle 7.21 da piazzale Roma in direzione Rialto ha lasciato alcune persone a terra tra le proteste, lo stesso alla Giudecca, alle 7.25 e alle 7.50. Viaggiatori rimasti in pontile anche a Murano Colonna e alla fermata del cimitero alle 9.40. Forti contesta
Con la mascherina
In alto l’assembramento a Punta Sabbioni. Sotto (foto Errebi) i passeggeri in autobus e i lavoratori in uscita da Fincantieri zioni alla fermata della Palanca alle 11.50 per la linea 2, dove si è reso necessario l’intervento delle forze dell’ordine. «Un disastro annunciato, condizioni di sicurezza inesistenti, siamo rimasti inascoltati, ci auguriamo che il prefetto ci convochi prima che la situazione sfugga di mano», dice la Filt Cgil. Lunga coda a Punta Sabbioni per salire sulla motonave delle 6.50, dove però sono salite tutte le 104 persone presenti, raggiungendo la capienza limite. «Il problema è stato l’assembramento dei passeggeri a terra, noi garantiamo il trasporto pubblico, le persone devono garantire il distanziamento», sottolinea l’azienda. «E’ evidente che con la riapertura di alcune attività sarebbe stato necessario mettere a disposizione anche ulteriori linee acque e automobilistiche, ma l’amministrazione non ha ascoltato le richieste proveniente dai territori», attacca la capogruppo dem Monica Sambo. Qualche problema c’è stato anche in terraferma, sulla linea 2 e sulla tratto di Mirano (le foto degli autobus affollati sui social descrivono bene la situazione di alcune corse), mentre il parcheggio dei Pili in via dei Petroli è stato utilizzato al minimo. «In due mesi Avm ha perso 19 milioni e con questo ci dobbiamo confrontare, il sottosegretario Baretta si faccia carico di questo problema, comune a tutte le societa di trasporto pubblico», sottolinea l’assessore alla Mobilità Renato Boraso.
Da oggi saranno messe in atto alcune integrazioni, a partire da corse aggiuntive in bus sulla tratta del tram (la prima corsa partirà alle 6.09), sulla 6/ e sulla 24 H, mentre sulla navigazione ci saranno rinforzi tra le 6,50 e le 7.20. «Dobbiamo centellinare le risorse — precisa Seno —. Il rischio è di essere senza liquidità per pagare stipendi e carburante fra due mesi».