Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
«Auto, dopo il crollo incentivi per sostenere la ripresa degli ordini»
VENEZIA (g.f.) Fra gennaio e marzo le immatricolazioni d’auto in Veneto sono state in tutto 25 mila, il 41% in meno rispetto al primo trimestre 2019. Il confronto limitato a marzo dà un crollo più che doppio: -85%. Una proiezione sull’intero 2020 potrebbe assestarsi ad una perdita tra il 30% e il 35%, più che sufficiente ad indurre il gruppo Confcommercio Veneto auto-moto a chiedere alla Regione incentivi per il rinnovo del parco auto, tenendo conto che il 45% di esse ha più di dieci anni e che un ringiovanimento si tradurrebbe anche in un consistente contributo in termini di riduzione delle emissioni. La richiesta è stata avanzata ieri dal presidente della sezione merceologica, Giorgio Sina, che non esclude una risalita della tendenza, dopo il gelo del Coronavirus, nella parte conclusiva dell’anno che, tuttavia, non compenserà abbastanza le sofferenze delle concessionarie, a cui fanno capo in Veneto 30 mila addetti.
«Chi aveva in mente di cambiare auto a inizio marzo probabilmente lo farà a breve – osserva Sina – ma è bene tener conto dei possibili cambiamenti dei modelli di vita. Da un lato i rischi connessi ai trasferimenti sui mezzi pubblici potrebbero tradursi in un incoraggiamento all’acquisto di auto private; dall’altro la possibilità che molti lavori si stabilizzino su modelli di smartworking potrebbe, al contrario, rendere superfluo il possesso di più veicoli per ciascun nucleo familiare». Le case automobilistiche, in ogni caso, già provano a fare la loro parte prevedendo da subito sconti fino al 40% e possibilità di pagamenti rateali con primi versamenti nel 2021.
Rispetto ai nuovi acquisti, secondo Sina non cambieranno gli orientamenti degli italiani solitamente per il 45% rivolti ai segmenti A e B (utilitarie fino a 4 metri). «L’ibrido nelle sue declinazioni cresce e tocca il 6% del mercato totale – aggiunge l’esponente di Confcommercio – ma l’elettrico è ancora relegato a quote minime sia per ragioni di costo che di scarsità di punti di ricarica, oltre che per un approccio culturale ancora modesto. Per questo – conclude – se la Regione accogliesse il nostro invito agli incentivi, vorremmo che non si concentrassero solo sulle soluzioni ‘green’ e tenessero in considerazione anche i veicoli con motori tradizionali» .