Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Bufera a Verona sulle mascherine con il Duce
L’Ance oltre il lockdown: «Incentivi sì, altra burocrazia no». I venditori: «Il mercato è ripartito, ma le banche sono decisive». Prezzi delle abitazioni più alti del 2019 Il bazooka del governo e i timori de i costruttori «Utile ma troppe carte»
VERONA Il volto di Mussolini stampato su mascherine protettive prodotte e distribuite a Sona, nel Veronese. Una tivù locale segnala il caso, i siti dei quotidiani rilanciano e la politica chiede il sequestro.
VENEZIA Subito un numero: ad aprile, il prezzo medio al metro quadro delle abitazioni in vendita in Veneto è stato 1686 euro. Stesso mese, un anno fa: 1647 euro, dice una recentissima ricerca di immobiliare.it. L’aumento è del 2,36% e ha un significato: il patrimonio immobiliare residenziale, pur nell’emergenza sanitario- economica, non solo ha conservato il proprio valore, ma, pur di poco, lo ha incrementato. In questo quadro si innesta l’annuncio del sottosegretario alla presidenza del Consiglio in tema di ecobonus e sismabonus potenziati: il pentastellato Riccardo Fraccaro ha anticipato le misure per il settore costruzioni del decretone da 55 miliardi che imprese, lavoratori e famiglie attendevano già per il mese scorso e che, finalmente, pare in dir i t tur a d’a r r i vo. Credi to d’imposta del 110% per lavori di riconversione energetica e adeguamento antisismico degli immobili (incluso il rifacimento della facciata, se eseguito in contemporanea) e possibilità di cedere la maxi detrazione alla banca o all’impresa incaricata dei lavori, che potrà rivenderlo a propria volta. Eccolo, il bazooka che Fraccaro sostiene di aver armato con l’intento di rilanciare l’edilizia, con la possibilità di cessione a rappresentare la novità sostanziale del provvedimento. Domanda: come «pesano» la nuova leva fiscale gli addetti del settore? Dal picco negativo ( 1.626 euro a metro quadro) di novembre 2017, il prezzo medio degli immobili in regione è costantemente salito, anche se i valori del 2015 restano lontani. I super bonus servir a n n o a d ime n t i c a r e il lockdown?
«É tutto nuovissimo, però è anche vero che tutto quel che fa leva sulla fiscalità avvantaggia il nostro mondo. Il parere non può che essere positivo però... » . Giovanni Salmistrari, consigliere generale e tesoriere di Ance Veneto, l’associazione dei costruttori, ha un timore: «Quel che ci preoccupa è la cessione del credito d’imposta alle banche. Esempio. Rifacimento del cappotto di un condominio, valore 200-300 mila euro, l’importo medio per l’utilizzo della nuova fiscalità. Sono lavori finiti in due, tre mesi. Adesso, però, vanno fatti i lavori e vanno fatti come chiede il bonus. Poi vanno certificati e controllati dallo Stato, ed è giusto. Così, però, si allungano i tempi per mettere i soldi nelle tasche delle imprese e non tutte se lo potranno permettere. Se tutto va certificato e verificato, sarà difficile che la banca conceda gli acconti sugli stati di avanzamento dei lavori, ma il nostro settore va avanti con quelli». Numeri esatti non ci sono ma, a grandi linee, la manutenzione straordinaria degli immobili in Veneto, per il 2019, vale tra 4,7 e 5 miliardi, di cui 2,9 legati all’incentivo. Ecco perché gli edili stanno tra la speranza nel bazooka e la paura dell’imbuto nel credito bancario. Fare casa, del resto, è anche scommettere sul domani: «Il mercato del nuovo – riprende Salmistrari, che è pure presidente dell’Ance per Venezia – si stava riprendendo dopo le difficoltà del periodo precedente, quando è arrivata la pandemia. Sono sensazioni ma, temo, questa grande incertezza, che ci ha colpito tutti, avrà ripercussioni negative. Per lanciarsi nell’avventura di una casa serve serenità, anche un poco di spregiudicatezza...».
Il momento non indurrà la voglia di tuffarsi nel rischio, ma che i valori delle compravendite di abitazioni in regione, prima del lockdown, fossero discreti, lo conferma anche chi le case le vende per professione. Leonardo Meoni, presidente per Verona di Fiaip, federazione degli agenti immobiliari: «Prima del virus, il mercato sostanzialmente reggeva, con qualche difficoltà dovuta all’altalena del credito da parte delle banche. Tenuta, quindi, con leggeri ribassi: diciamo del 2, 3%. Ora sento dire che la casa con giardino o l’appartamento a piano terra con giardino avrebbero più appeal di altro. L’idea, mi pare, deriva dalla forte sensazione di chiusura percepita in quarantena. Poi, però, bisogna fare i conti coi soldi che si hanno in tasca, quindi parliamo di sciocchezze...». Non tutto quel che si desidera si può avere, specie dentro una stretta generale. Ciò detto, gli affari come vanno? « Sono aperto da tre giorni... Arrivano telefonate, tante mail, sugli immobili che abbiamo. Parlo per me e per tanti colleghi: da parte dei clienti c’è volontà di riprendere il problema casa rimasto sospeso». Il credito d’imposta aiuterà? «La mia esperienza dice che gli italiani non cedono in questo Governo e faranno fatica a credere anche a questo provvedimento. In ogni caso, il credito d’imposta ce l’hai se hai reddito. Se quel reddito non c’è più, perché hai perso il lavoro o la tua attività è intaccata da crisi, il credito fa la stessa fine. Difficilmente chi sta così farà passo più lungo della gamba...». Dalla città alla provincia, la trevigiana Castelfranco, per ribadire due punti: «Fotografia di tre giorni in ufficio: lunedì, martedì e mercoledì. Tutte le operazioni sospese a fine febbraio sono subito riprese». Così Roberto Pinto, titolare di agenzia, che aggiunge: «Aspettiamo di capire se le banche continueranno, come nel 2018 e 2019, ad erogare mutui. Per ora, dagli sportelli, la risposta è: “Non si sa”». Su quel filo corre il futuro dell’immobiliare.