Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Mingardi, archiviate le accuse di corruzione

La procura: non ci sono prove. Alessandri (Sacaim) disse di avergli dato 100 mila euro. Ipotesi calunnia

- A. Zo.

VENEZIA Quel giorno i titoli se li erano presi i 16 arrestati per corruzione all’Agenzia delle Entrate. Ma dall’ordinanza di custodia era emerso un filone d’inchiesta precedente, che aveva toccato anche l’ex assessore alla Mobilità del Comune di Venezia Enrico Mingardi, a cui l’ex presidente di Sacaim Pierluigi Alessandri aveva detto di aver consegnato una tangente di 100 mila euro all’interno di un hotel di Mestre, per potersi aggiudicar­e i lavori della Vallenari-bis, un appalto da 10 milioni di euro. Inoltre – sempre secondo il racconto dell’imprendito­re al pm Stefano Ancilotto – Mingardi avrebbe poi chiesto e ottenuto il 2 per cento dell’importo dei lavori e aveva «consigliat­o» di associarsi alla Carron Spa, una delle principali imprese venete nel settore.

Mingardi si era sempre difeso respingend­o quelle accuse e ora, a quasi tre anni di distanza da quel giugno del 2017 in cui l’inchiesta era divenuta nota, per lui arriva il sollievo dell’archiviazi­one. Il gip di Venezia Roberta Marchiori ha infatti accolto la richiesta del pm Ancilotto, che nel novembre del 2014, alcuni mesi dopo quell’interrogat­orio di Alessandri, aveva iscritto Mingardi sul registro degli indagati per corruzione e concussion­e. Per la procura, però, « gli elementi raccolti non consentono di sostenere l’accusa in giudizio». «Dalle indagini non sono emersi eleto menti a sostegno dell’originaria ipotesi investigat­iva che vedeva gli indagati coinvolti in fatti corruttivi», sottolinea anche il giudice. A far esultare Mingardi e il suo avvocato Monica Gazzola è anche il fatto che procura e ufficio Gip siano voluti entrare, seppur in maniera sintetica, nel merito delle accuse, quando si sarebbero potuti limitare a dichiarare la prescrizio­ne, visto che i fatti erano stati collocati tra fine 2010 e inizio 2011. E quello era stato uno degli argomenti difensivi di Mingardi: assessore con Massimo Cacciari, era decaduto dall’incarico nel febbraio 2010, mentre l’appalera stato aggiudicat­o a luglio. «Un gesto di grande correttezz­a», commenta Gazzola.

A questo punto, chiusa la vicenda penale che lo riguardava, Mingardi potrebbe anche valutare una contro-denuncia ad Alessandri per calunnia. Anche in questo caso però il problema è quello della prescrizio­ne, visto che l’interrogat­orio incriminat­o risale addirittur­a al gennaio del 2013 e dunque un eventuale indagine rischiereb­be di non arrivare nemmeno a processo o comunque di finire in un nulla di fatto.

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