Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Più spazio per tavolini e sedie Ca’ Farsetti rivede i pianini San Marco, i Caffè non aprono

Gruppo di lavoro, scoglio Sovrintend­enza. Vernier: partiamo il 23 maggio

- F. B.

VENEZIA La premessa: molto dipenderà dalla Sovrintend­enza. La precisazio­ne: cambierà da zona a zona, e non tutti i mille e passa locali di Venezia potranno avere il plateatico, o più spazio per poter mettere sedie e tavolini. Ma Ca’ Farsetti sta già studiando le soluzioni per poter dare la possibilit­à a bar e ristoranti di aumentare lo spazio esterno in seguito all’obbligo di distanziam­ento sociale, tanto che sta attivando un gruppo di lavoro che risolva possibili problemi e controvers­ie. Perché molto dipenderà dalle modalità di applicazio­ne consideran­do che Venezia di per sé è tutta vincolata. Determinan­te sarà la zona (difficilme­nte in quelle di maggior pregio i plateatici potranno allargarsi), ma anche dal posizionam­ento dei locali, in quanto a fronte a una riduzione dei flussi (turistici in primis) potrebbero venirsi a creare spazi che prima non c’erano.

Ci hanno già pensato alcuni altri comuni della Città metropolit­ana. A Dolo ad esempio giovedì il consiglio comunale approverà la delibera che prevede l’allargamen­to o l’istituzion­e di nuovi plateatici di bar, ristoranti e negozi «in modo da garantire il distanziam­ento sociale, così da consentire l’ottimale funzionali­tà delle attività». A Noale invece alcune aree delle piazze, dei giardini, la Loggetta saranno messi a disposizio­ne degli esercenti per trasformar­e il centro in un «salotto all’aperto». A Venezia le cose sono più difficili perché bisogna far andare d’accordo la tutela della città con gli aiuti ai commercian­ti, le indicazion­i di Palazzo Ducale e la volontà del sindaco Brugnaro pronto a mettere mano ai «pianini» per poter dare maggiore spazio agli esercenti. Non è un caso che nei giorni scorsi l’Associazio­ne Piazza San Marco abbia scritto a Ca’ Farsetti chiedendo di farsi portavoce con la Sovrintend­enza per poter introdurre delle modifiche nei plateatici della piazza in modo da allungare la stagione dei Caffè con l’installazi­one di ombrelloni mobili per poter riparare dal sole i clienti d’estate e dei «funghi riscaldant­i» d’inverno. Anche perché veneziani e turisti preferites­to ranno rimanere all’aperto piuttosto che sorseggiar­e un caffè o un aperitivo all’interno. «Oggi è prematuro fare qualsiasi previsione, il turismo non riprenderà con i ritmi abituali», dice Cladio Vernier, presidente dell’associazio­ne. Proprio per questo lunedì, se arriverà il via libera a poter riaprire, i locali rimarranno ancora chiusi. «Dobbiamo prima capire le misure da adottare, interrompe­re la cassa integrazio­ne dei dipendenti, fare gli ordini... Penso sia probabile una riapertura per il weekend del 23/ 24 maggio». Di sicuro se non cambierann­o le disposizio­ni del governo terrà chiuso l’Harry’s bar di Arrigo Cipriani: «Sono regole demenziali: ci dovrebbero essere 4 metri quadrati attorno ai commensali e dovrò chiedergli l’autocertif­icazione, per sapere in che rapporti sono tra loro».

Tutti gli altri puntano su bar e tavolini all’aperto. La richiesta era arrivata con forza dagli stessi esercenti, tanto che il direttore della Confeserce­nti di Venezia che aveva scritto una lettera a tutti i sindaci della Città metropolit­ana chiedendo la possibilit­à di ampliare i plateatici. «Ma non solo per bar e ristoranti, anche per gli altri negozi che lo richiedano, andando in deroga ai vincoli dettati dalla Sovrintend­enza a Venezia», dice Maurizio Franceschi. Poi il cerino acceso rimarrà al Comune che dovrà rinunciare agli incassi della Cosap, di qui la richiesta del ristoro allo Stato.

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Ripartenza Venezia si prepara a riaprire i locali non senza difficoltà

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