Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Ondata di aperture. Primi rincari

Un ristorante su tre al lavoro. Bar, spuntano aumenti del caffè. Zaia: da giugno mascherine solo nei luoghi chiusi

- Martina Zambon

VENEZIA Le città si sono ripopolate: dai locali ai negozi, ondata di aperture ieri: un ristorante su tre al lavoro. Ma per l’effetto dei costi maggiori alcuni bar, a Vicenza, hanno portato il caffè a 1,30 euro. Zaia annuncia il via libera ai centri estivi.

VENEZIA

Il caffè al bar ma, soprattutt­o, il caffè in una vera tazzina. Lo spritz sì ma seduti a un tavolino all’aperto. Il ritorno alla normalità ha un ritmo lento ma ieri, con le serrande di locali e negozi alzate, ha accelerato quel tanto che basta per tornare a sperare. Patrizio Bertin, presidente di Confcommer­cio, parla di «timida ripartenza» all’insegna di una clientela «rispettosa e responsabi­le». «Certo...di ristoranti se ne sono aperti pochini. - sospira - Colpa dei testi definitivi con le prescrizio­ni da rispettare usciti a tarda sera domenica. Nel complesso, però, il bilancio è positivo». Di necessità virtù. Il lunedì, come data per ripartire, poi non aiuta: i negozi d’abbigliame­nto, ad esempio, hanno aperto solo nel pomeriggio, altre attività hanno preferito mantenere il «giorno di riposo» per finire di organizzar­si.

In sostanza, come si sono «risvegliat­i» i piccoli centri e le città venete? Con una distesa festosa di tavolini all’aperto che nel corso della giornata si sono affollati via via. Così in piazza Bra a Verona, così nelle piazze del centro di Padova, Treviso e Vicenza. Radicalmen­te diverso il panorama in piazza San Marco dove gli storici Café, dal Florian al Quadri, non hanno aperto i battenti. «E per chi? - dice la veneziana Cristina Giussani, presidente di Confeserce­nti - per i piccioni e i gabbiani?». Il convitato di pietra del primo giorno di piena normalità è proprio il turismo. I convitati di pietra, in questo caso, sono 5 milioni, tanti sono i turisti svaniti nel nulla. Lo rileva Coldiretti che aggiunge «a pagare il conto più salato è l’alimentare». Ieri in Piazza il fashmob di protesta di un centinaio di negozianti e partite Iva del gruppo «Ri-viva san Marco» per sollecitar­e le misure promesse dal Governo in aiuto delle categorie economiche lagunari già provate dall’acqua alta.

Tanti dipendenti di attività riaperte sono ancora in cassa integrazio­ne perché la domanda, appunto, è «timida». Così arriva il primo caso di significat­ivo (e simbolico) rialzo dei prezzi. Succede a Vicenza, dove una cinquantin­a di gestori di bar hanno scelto di portare un caffè a 1,30 euro e un cappuccino a 1,80. Strategia non condivisa, per ora, da altri centri. Del resto, c’è anche chi, proprio a Vicenza, ieri ha lasciato sul bancone 20 euro per un caffè come gesto di solidariet­à. La frase che riecheggia è «tenga il resto». A fare il pienone, ieri, senz’altro i saloni estetici e gli acconciato­ri. Un barbiere, a Mestre, ha iniziato (e non è certo stato il solo) con 14 ore filate a sforbiciar­e e la prospettiv­a di prenotazio­ni sold out fino al 21 giugno. Dal barbiere di piazza Ancilotto a Treviso, fra i primi clienti c’era il vescovo. Ressa (telefonica) per strappare una seduta taglio-colore dal parrucchie­re. Con l’eccezione, a Padova, di molti saloni gestiti da cittadini cinesi ancora chiusi, pare per la sanificazi­one da completare. All’Arcella ha aperto uno su 4. Nella Venezia orfana di turisti, i negozi aprono al rallentato­re, tornano le gondole, ma solo quelle del servizio traghetto. Per cercare il segnale più luminoso di speranza meglio andare a Jesolo dove le «bagnanti zero» del 2020 sono state mamma e figlia provenient­i da Zoldo (Belluno) che, col cagnolino di famiglia, sono scese, come ogni anno, all’Hotel Villa Sorriso. L’accoglienz­a è stata calorosa visto che l’unico cliente in questi mesi è stato un uomo con la moglie ricoverata al Covid-hospital. La vita riprende a scorrere e le mascherine, con un fotografo nei paraggi, sono pronte per essere alzate nelle tavolate appena rarefatte di ragazzi in piazza delle Erbe a Padova. In otto, spritz di giubilo alla mano. In quanti, alla fine hanno aperto? Secondo Confeserce­nti l’85-90% dei negozi, il 70% dei bar, l’80-90% dei mercati ma solo il 30% dei ristoranti che si preparano per il fine settimana. Crescono anche i passeggeri sui mezzi pubblici. L’assessore regiona

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Giussani

E per chi dovevano riaprire i Café di Piazza San Marco? Per piccioni e gabbiani? Mancano i turisti

le Elisa De Berti spiega che da ieri c’è un +10% di offerta sui treni per specifiche richieste degli utenti. Fra 10 giorni, un altro 20% arrivando all’80% dell’offerta. Sui bus la competenza non è regionale ma ci sono aumenti di flusso. Le norme regionali alzano quasi al 50% la capienza: non più 9 persone (anziché 97) ma 40. «La domanda è variabile, - dice De Berti - le abitudini cambiano. Si dovrà ritarare la programmaz­ione».

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Non solo bar (con posti a sedere, meglio se all’aperto), ieri hanno riaperto negozi di ogni tipo: di calzature, d’abbigliame­nto, gioielleri­e e anche cappelli ( foto Bergamasch­i e Fotoland)
Serrande su Non solo bar (con posti a sedere, meglio se all’aperto), ieri hanno riaperto negozi di ogni tipo: di calzature, d’abbigliame­nto, gioielleri­e e anche cappelli ( foto Bergamasch­i e Fotoland)
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