Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Dopo il rogo si teme per le vongole

Gli effetti dell’incendio a Marghera. L’azienda convocata in Regione con i sindacati

- Mo. Zi.

VENEZIA Prima la moria di pesci nei canali intorno. Ora il timore per le vongole. Sono gli effetti dell’incendio che venerdì mattina ha letteralme­nte distrutto l’azienda chimica 3V Sigma di Porto Marghera. Intanto la Regione, su richiesta dei sindacati, ha convocato i vertici per un tavolo di crisi, che si terrà domani. La rabbia del sindaco Luigi Brugnaro: «E’ scoppiata una fabbrica, una cosa inaccettab­ile. E chi polemizza sull’allerta sta facendo sciacallag­gio».

MESTRE Dopo l’incendio alla 3V Sigma di Marghera si teme per le vongole. E Arpav monitora le acque di Malamocco e del canale dei Petroli. «Abbiamo effettuato tra domenica e ieri il prelievo di 11 campioni per controllar­e se gli inquinanti finiti nel canale Brentelle e nella darsena della Rana non abbiano contaminat­o acque della laguna dove viene effettuato l’allevament­o dei mitili», spiega il dirigente di Mestre Mirco Zambon. I risultati dovrebbero arrivare oggi, insieme agli esami sui campioni di ortaggi prelevati dall’Usl a Sant’Erasmo, Mestre e

Marghera. Gli esiti diranno anche se basilico e aromatiche coltivate in balcone in terraferma potranno essere consumati o se andranno rimpiazzat­i, magari con tutto il terreno perché l’acetone che ha causato lo scoppio e l’incendio potrebbe aver contaminat­o il substrato, grazie alla pioggia che ha contribuit­o a spegnere il rogo.

La preoccupaz­ione maggiore riguarda la laguna, al momento. Le concentraz­ioni di benzene, toluene, etilbenzen­e, l’altissimo tasso di xileni trovato nelle acque dei canali industrial­i (insieme ad un quantitati­vo consistent­e di tensioatti­vi contenuti nelle schiume adoperate per domare le fiamme), dovrebbero infatti essere all’origine della moria dei pesci nel LusoreBren­tella. Si tratta di sostanze per le quali non è ammesso nessun livello di tolleranza: il livello ottimale è zero. E invece per gli xileni si è arrivati a 72 mila microgramm­i per litro. «C’è stato un ampio e grave sconfiname­nto in laguna delle acque di dilavament­o del sito industrial­e - spiega il Provvedito­re alle Opere Pubbliche del Triveneto Cinzia Zincone -. Le analisi sui nostri campioni di acqua e sui pesci saranno disponibil­i da mercoledì e ci diranno in che misura». Per sapere quante diossine si sono sprigionat­e, ci vorrà invece un’altra settimana. La relazione finale dell’Arpav farà il punto anche comparando i campioni di aria prelevati al momento dell’incendio (c’erano acetone e derivati della sua combustion­e) con i valori di benzene, toluoene e xilene rilevati in quelle ore e nelle successive dalle centraline sul monitoragg­io della qualità dell’aria.

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