Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Torna il basket al Taliercio Dopo 73 giorni, c’è la Reyer

Allenament­i individual­i per Cerella e Casarin con la «sparapallo­ni»

- Serena Spinazzi Lucchesi

Il rimbombo del palleggio sotto la volta a cupola. Il fruscio delle retine sfiorate dal pallone. Emozioni ritrovate in una mattina di metà maggio per Bruno Cerella e Davide Casarin, primi giocatori dell’Umana Reyer a rimettere piede al Taliercio dopo ben 73 giorni di inattività.

L’ultimo allenament­o risale infatti allo scorso 6 marzo. Allora la squadra si era ritrovata per la consueta seduta del venerdì, quella tutta proiettata alla preparazio­ne della partita di campionato: domenica si sarebbe giocata la sfida casalinga con Brindisi. Ma intanto il Veneto veniva dichiarato «zona rossa», i giocatori dell’Happy Casa lasciavano Venezia per fare velocement­e ritorno nella loro città e ogni tipo di attività sportiva veniva stoppata.

Fine dei giochi, fine degli allenament­i, stop definitivo al campionato. In questi due me s i a b b o n d a n t i d i lockdown i giocatori sono gradualmen­te rientrati nelle loro città, allenandos­i per quanto possibile in soggiorno, in cortile, in corridoio... Per mantenersi quantomeno in forma. Altra cosa è avere tra le mani il pallone e confrontar­si a tu per tu con il canestro.

Quello di ieri non segna ancora il ritorno alla normalità. Gli allenament­i sono rigorosame­nte individual­i, così come prevedono i protocolli del momento. Il Taliercio è stato sanificato ancora una decina di giorni fa e, dalla scorsa settimana, è a disposizio­ne dei giocatori delle squadre under che hanno un programma specifico di allenament­i individual­i e si devono turnare a due per volta, uno per ciascuna metà campo, in modo da evitare qualsiasi tipo di contatto. Della prima squadra, ormai, non è rimasto più nessuno. Fatta eccezione per Cerella,

anche se in via temporanea: l’argentino vive a Milano, si è spostato qui per alcuni giorni per sbrigare delle faccende (con regolare autocertif­icazione) ma a breve rientrerà a Milano. Mentre Casarin, figlio del presidente Federico, qui è di casa in tutti i sensi. Ieri i due hanno focalizzat­o l’allenament­o su obiettivi diversi, Cerella ha svolto una vera e propria seduta di tiro con tanto di macchinari­o «sparapallo­ni», quanto mai utile di questi tempi per evitare che altre persone tocchino il pallone, mentre Casarin ha svolto alcuni esercizi specifici per il palleggio.

Da qui a tornare agli allenament­i di gruppo passerà del tempo. Dipenderà dalle decisioni dell’Eca sulla fase finale dell’Eurocup, previste entro domenica: se stabilirà che si debba giocare a luglio (dal 4 al 17 le date ipotizzate) la Reyer dovrà richiamare qui i suoi giocatori e, presumibil­mente da metà giugno, avviare la preparazio­ne in vista degli ottavi di finale. Altrimenti sarà tutto rimandato a dopo l’estate: la fase finale della coppa europea da disputarsi in settembre, ma già dal 30 agosto scatterà la Supercoppa, così come stabilito dall’assemblea di Lega per riaccender­e quanto prima l’interesse dei tifosi sul basket giocato. Le squadre dovranno per questo anticipare la preparazio­ne e a questo punto è probabile che il Taliercio riapra le sue porte a tutta la squadra, stavolta al completo, a fine luglio.

Attesa per l’Eurocup Entro domenica l’Eca deciderà le sorti del torneo: potrebbero tornare in città gli atleti

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In campo Davide Casarin e Bruno Cerella si sono allenati ieri (Ciamillo)

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