Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Campalto, via alla darsena ma spunta un altro progetto

Il consiglio approva l’intervento dei fratelli Marchi, ma un privato diffida il Comune. Protesta delle minoranze

- Giacomo Costa

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De Martin La convivenza in quegli spazi è difficile, in futuro aggiustere­mo ancora l’area

"Rosteghin E’ grave che nessuno abbia informato i consiglier­i di quanto stava avvenendo

VENEZIA La questione era già stata sviscerata in sei commission­i consiliari, eppure ieri tutti i consiglier­i sono stati sorpresi da un intero progetto parallelo in attesa e mai considerat­o. E l’hanno scoperto attraverso una lettera di diffida. Ieri il consiglio comunale era chiamato a discutere il progetto presentato dalla società Marina Punta Passo - riconducib­ile al cantiere dei fratelli Marchi - per la realizzazi­one di una darsena a Campalto; il piano era stato già ritoccato (ieri la giunta ha aggiunto nuovi obblighi per il privato e ha accolto in parte le richieste della minoranza), ma quella che doveva essere una votazione relativame­nte veloce sull’accordo pubblico-privato si è trasformat­a in un mezzo cortocircu­ito: a sparigliar­e le carte la mail dell’ingegner Vito Segantini, proprietar­io di un’area confinante e di una concession­e demaniale sulle rive anche più estesa di quella che Marina Punta Passo vuole rinnovare il prossimo anno: circa cinquanta metri di affaccio sulla laguna contro 15. Segantini aveva presentato un progetto da 500 mila euro, con molte sovrapposi­zioni a quello dei Marchi: c’è il chiosco-bar, il ponte-passerella sul canale, lo scivolo per le canoe, persino l’idea di un servizio di barche elettriche e biciclette a noleggio per raggiunger­e le isole della laguna; differenze fondamenta­li, una torretta per il birdwatchi­ng e una terrazza-spiaggia nel progetto di Segantini, un maggior numero di posti barca in quello di Marina Punta Passo. Proprio gli stalli acquei, in cor r i spondenza del la «spiaggia dei mestrini», impedirebb­ero anche in futuro la concretizz­azione del progetto, senza parlare della concorrenz­a. Eppure anche le planimetri­e di Segantini sono state approvate e inserite nell’elenco dei 110 progetti privati ritenuti interessan­ti dalla giunta. «È grave che nessuno abbia informato il consiglio», hanno detto Monica Sambo ed Emanuele Rosteghin (Pd). Per questo Davide Scano (M5s) ha richiesto una pregiudizi­ale, passata con i voti di maggioranz­a e opposizion­e - 13 favorevoli e 12 contrari - e un gran numero di astenuti (Silvana Tosi, della Lega, sperava anche in un intervento dell’avvocatura). Dopo la pausa la maggioranz­a si è compattata e la richiesta di riportare la questione in commission­e è stata bocciata. «Intanto è importante uscire da questo stallo - ha spiegato l’assessore all’Urbanistic­a Massimilia­no De Martin - Siamo stati attenti anche alle questioni che non riguardano il progetto

Marchi, abbiamo capito che la convivenza in quegli spazi è difficile e in futuro potremo aggiustare ancora. Avessimo avuto la possibilit­à di agire subito su tutto, l’avremmo fatto». «Non possiamo aspettare ancora, dopo 35 anni di anarchia», ha detto il fucsia Maurizio Crovato. L’accordo per Marina Punta Passo è stato approvato, senza neanche accogliere la richiesta delle minoranze di comprender­e nel progetto anche il capannone comunale confinante, da abbattere e ridestinar­e. «Si è persa l’occasione per un vero progetto di affaccio, che potesse garantire la piena fruibilità dell’area», commenta amara Francesca Faccini (lista Casson).

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