Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Campalto, via alla darsena ma spunta un altro progetto
Il consiglio approva l’intervento dei fratelli Marchi, ma un privato diffida il Comune. Protesta delle minoranze
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De Martin La convivenza in quegli spazi è difficile, in futuro aggiusteremo ancora l’area
"Rosteghin E’ grave che nessuno abbia informato i consiglieri di quanto stava avvenendo
VENEZIA La questione era già stata sviscerata in sei commissioni consiliari, eppure ieri tutti i consiglieri sono stati sorpresi da un intero progetto parallelo in attesa e mai considerato. E l’hanno scoperto attraverso una lettera di diffida. Ieri il consiglio comunale era chiamato a discutere il progetto presentato dalla società Marina Punta Passo - riconducibile al cantiere dei fratelli Marchi - per la realizzazione di una darsena a Campalto; il piano era stato già ritoccato (ieri la giunta ha aggiunto nuovi obblighi per il privato e ha accolto in parte le richieste della minoranza), ma quella che doveva essere una votazione relativamente veloce sull’accordo pubblico-privato si è trasformata in un mezzo cortocircuito: a sparigliare le carte la mail dell’ingegner Vito Segantini, proprietario di un’area confinante e di una concessione demaniale sulle rive anche più estesa di quella che Marina Punta Passo vuole rinnovare il prossimo anno: circa cinquanta metri di affaccio sulla laguna contro 15. Segantini aveva presentato un progetto da 500 mila euro, con molte sovrapposizioni a quello dei Marchi: c’è il chiosco-bar, il ponte-passerella sul canale, lo scivolo per le canoe, persino l’idea di un servizio di barche elettriche e biciclette a noleggio per raggiungere le isole della laguna; differenze fondamentali, una torretta per il birdwatching e una terrazza-spiaggia nel progetto di Segantini, un maggior numero di posti barca in quello di Marina Punta Passo. Proprio gli stalli acquei, in cor r i spondenza del la «spiaggia dei mestrini», impedirebbero anche in futuro la concretizzazione del progetto, senza parlare della concorrenza. Eppure anche le planimetrie di Segantini sono state approvate e inserite nell’elenco dei 110 progetti privati ritenuti interessanti dalla giunta. «È grave che nessuno abbia informato il consiglio», hanno detto Monica Sambo ed Emanuele Rosteghin (Pd). Per questo Davide Scano (M5s) ha richiesto una pregiudiziale, passata con i voti di maggioranza e opposizione - 13 favorevoli e 12 contrari - e un gran numero di astenuti (Silvana Tosi, della Lega, sperava anche in un intervento dell’avvocatura). Dopo la pausa la maggioranza si è compattata e la richiesta di riportare la questione in commissione è stata bocciata. «Intanto è importante uscire da questo stallo - ha spiegato l’assessore all’Urbanistica Massimiliano De Martin - Siamo stati attenti anche alle questioni che non riguardano il progetto
Marchi, abbiamo capito che la convivenza in quegli spazi è difficile e in futuro potremo aggiustare ancora. Avessimo avuto la possibilità di agire subito su tutto, l’avremmo fatto». «Non possiamo aspettare ancora, dopo 35 anni di anarchia», ha detto il fucsia Maurizio Crovato. L’accordo per Marina Punta Passo è stato approvato, senza neanche accogliere la richiesta delle minoranze di comprendere nel progetto anche il capannone comunale confinante, da abbattere e ridestinare. «Si è persa l’occasione per un vero progetto di affaccio, che potesse garantire la piena fruibilità dell’area», commenta amara Francesca Faccini (lista Casson).