Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Mose, ipotesi appalto per la manutenzione Barriera in Basilica corsa contro il tempo
VENEZIA Ieri c’è stata la prima analisi nel Comitato tecnico amministrativo del Provveditorato, tra un paio di settimane dovrebbe arrivare il via libera. La manutenzione delle paratoie del Mose se ne va dall’Arsenale di Venezia, a conclusione di una lunga battaglia del comitato e dei cittadini, che hanno sempre avversato l’ipotesi di attività come la sverniciatura delle dighe in pieno centro storico. Il nuovo masterplan analizzato a Palazzo X Savi prevede dunque lo stralcio di quella parte, mentre resterà la manutenzione dei mezzi navali: il jackup e la «cavalletta», che servono per spostare le paratoie, e quello per la rimozione dei sedimenti, se e quando sarà realizzato. Il problema è il futuro della manutenzione «pesante», perché l’ipotesi di farla all’area ex Pagnan di Porto Marghera non pare aver convinto il provveditore Cinzia Zincone e il supercommissario del Mose Elisabetta Spitz. I costi sono molto elevati (circa 50 milioni per l’infrastrutturazione), ma la questione chiave sarebbe quella della titolarità: l’area è infatti del Consorzio Venezia Nuova, che però un paio d’anni fa l’aveva data in garanzia al Provveditorato per coprire gli anticipi sui ripristini. E infatti l’ex provveditore Roberto Linetti aveva valutato l’ipotesi solo allora, mentre prima l’aveva bocciata come un «maxi-vitalizio per decenni» al Cvn. Sullo sfondo, ma per alcuni l’ipotesi più probabile, resta invece la gara d’appalto, che solleverebbe lo Stato da una struttura fissa. Il test avrebbe dovuto essere il bando per la manutenzione delle paratoie di Treporti, che però è impantanato nei ricorsi al Tar. A quella gara avevano partecipato Cimolai, i croati di Brodosplit, ma soprattutto Fincantieri, che molti vedono come favorito per il futuro, tanto che addirittura qualcuno proponeva un affidamento diretto, subito stoppato da Zincone.
Nel Comitato tecnico tra due settimane finirà anche l’ipotesi della barriera di vetro a protezione della Basilica di San Marco. L’obiettivo è che sia approvata quel giorno per poter iniziare i lavori e finirli in vista delle prime acque alte di ottobre, ma i tempi sono strettissimi. In questi giorni dovrebbe inoltre essere presentato il lavoro dello studio milanese di Stefano Boeri (la firma del «bosco verticale»), incaricato da Zincone e Spitz di migliorare l’inserimento architettonico dell’intervento progettato dalla Procuratoria di San Marco. (a. zo.)